Capitolo 24

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"L'infinito non può avere una fine."

Sono le 12:00, i medici mi hanno dato il permesso di vedere Leo.
Mi sto dondolando sulla sedia, vicino a lui. Credo che sia qualche minuto che non sbatto le palpebre per quanto sono impegnata a guardalo.
Sono talmente immersa nei miei pensieri che quando sua madre mi mette una mano sulla spalla sobbalzo, spaventata.
"Linda, forse è meglio che vai a casa..."
Scuoto la testa. "No."
"Tornerai, ma devi riposarti." Continua lei.
"Posso riposarmi anche qui."
Capisce che non ci sarà modo di farmi uscire da questo ospedale.
Lo so prima o poi si sveglierà, ne sono sicura. Non mi convincero' mai del contrario.
Sospiro, vederlo cosi fa più male dell'essere frustati.
Entra un medico con un'espressione seria.
"Ora dovete uscire." Dice lui.
Non so perché, ma ho una voglia pazzesca di passargli un pugno.
Mi alzo dalla sedia e do un ultimo sguardo a Leo, poi insieme ai suoi esco dalla stanza.
Loro, tristi e con gli occhi lucidi pieni di lacrime, si siedono.
Io invece, senza nemmeno guardarli, mi dirigo verso l'uscita.
Non me ne sto andando, mi sto solamente dirigendo dietro l'edificio.
Mi metto in ginocchio a terra e scoppio in pianto disperato.
Poco dopo sento qualcuno parlarmi:"Hey..."
Mi giro. "Johanna..." Le faccio per poi alzarmi e abbracciarla.
Questa mattina l'ho chiamata dicendole tutto, sapevo sarebbe arrivata.
"Piangere non serve."
"Lo so Johanna, lo so. Ma non decido io di farlo."
Si stacca lentamente da me e mi riporta dentro, dicendomi di non piangere, cosa impossibile.
Mi siedo vicino alla madre di Leo, capisco che ha smesso da poco di piangere.
Avvicino la mia mano alla tasca e prendo il cellulare di Leo.
Lo accendo, però si blocca e cercando di farlo sbloccare finisco nella chat con Simone.
Ci sono messaggi che risalgono a circa tre\quattro mesi fa.
"Simone ma l'hai vista? E' stupenda!" Questo risale al 1 settembre, quando ci siamo incontrati per la prima volta. Ne leggo altri, in molti parla solo di me.
Faccio un leggere sorriso e lo schermo viene bagnato da una mia lacrima.
Con la mia manica lo asciugo e mi volto da sua madre.
"Questo...è di Leo." Le dico porgendoglielo.
Sorride con gli occhi lucidi e lo prende.
"Grazie."
Il volto ritorna serio e la mia mente si "illumina".
E' tutto chiaro. Ecco perché mi ha scagliata fuori dall'auto.
Ha capito subito che c'era qualcosa che non andava e che ci saremmo schiantati contro qualcuno o qualcosa.
Lo vedevo spingere continuamente il freno, ma non ci avevo fatto molto caso.
Mi alzo dalla sedia, quasi controllata da qualcun'altro.
Mi dirigo davanti alla porta della sua stanza e senza pensarci due volte la apro, ho gli occhi pieni di lacrime ma non voglio che scendano sul mio viso.
Non c'è nessun medico con lui, quindi ne approfitto per buttarmi a terra vicino al suo letto.
"Leo!" Urlo. "Ti prego! Ti prego! Svegliati!"
Johanna entra velocemente nella stanza.
"Linda, esci se non vuoi beccarti un rimprovero dai medici!"
Non me ne importa dei loro rimproveri, voglio solamente stare con Leo.
"Non mi importa!" Le urlo.
Entrano anche i suoi genitori. Cercano di calmarmi.
Mi alzo lentamente e mi avvicino di più a lui.
"Perché?!" Dico a tono di voce alto. "Tu non meritavi questo! Hai un mucchio di persone che ci tengono a te! Io ho solo te e Johanna. Sarei dovuta esserci io qui, su questo letto!"
Capisco che è inutile e, accompagnata dalla mia amica e i genitori di Leo, esco.
Mi chiudo la porta alle spalle.
SPAZIO AUTRICE:
Ciao ragazzi! Voglio consigliarvi una storia. Si chiama "L'animo del lupo" scritta da Shark_TheGirl.
Ha iniziato da poco a scriverla, è piccola. Ha bisogno di crescere.
Al prossimo capitolo!

Lo Zero Che Crea L'infinito. (FF Su Leonardo Decarli)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora