terzo capitolo

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15 settembre 2021

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15 settembre 2021

La verità è raramente
pura e mai
semplice.



Leila detestava indossare giacconi pesanti scarponi e pantaloni fastidiosamente ingombranti,non faceva per lei la montagna,gli piaceva la natura ma quando doveva imboscarsi per visitarla come in quel caso l'amava un po' meno.

Preferiva ammirarla da lontano,gli piaceva restare seduta nei giardini immersi nel verde o nelle praterie di campagna,amava immensamente i fiori in particolare la lavanda e le margherite ma a dirla tutta l'affascinava ogni singolo bocciolo,lei era più da luoghi popolati da graziosi fiori,qualche alberello qui e là e le montagne da lontano che incorniciavano quella che poteva essere benissimo una cartolina primaverile.

Invece suo padre spesso l'obbligava ad imboscarsi nei meandri più assurdi e folli delle montagne,entrando al loro interno dove folte chiome impediscono alla luce del sole di penetrare attraverso i loro rami intrecciati e le foglie che svolazzano su di essi,causando così un'atmosfera cupa e fredda senza i raggi del sole che riscaldano.
Non ama particolarmente camminare figuriamoci saltare e restare con lo sguardo sempre impiantato sul terreno per evitare di mettere il piede su un ramo rotto o in una radice coperta da terra umidiccia che ti farebbe scivolare all'istante,come già era successo una volta in precedenza,Leila si ruppe una caviglia semplicemente perché mise il piede su un masso pensando fosse solido per reggerla invece si mosse causandone la caduta di faccia,era stata fortunata la strada dove stavano camminando era in perpendicolare e scivolare all'indietro sarebbe significato volare per chissà quanti metri sempre se riesci ad appigliarti a qualcosa per non continuare a cadere giù come una palla che rotola sull'asfalto bagnato.

«non mi sembri convinta»gli disse Millie mentre scriveva qualcosa al suo pc bianco.
«per nulla»sbuffò e si tirò su la zip della giacca verde scuro,se proprio doveva andare in montagna tanto valeva confondersi con essa optando per colori simili se non proprio uguali.
«ti stanno chiamando al telefono Lila»la ragazza corse a rispondere al telefono già consapevole di chi fosse a chiamarla,Kay.
<scendo!>disse prima che il fratello cominciasse a parlare,era parecchio nervosa quella mattina e si notava.
Non gli diede tempo di ribattere che gli chiuse il telefono in faccia con prepotenza.

«cerca di non tornare con una caviglia fasciata o un braccio ingessato»Leila la guardò di traverso e Millie scoppiò a ridere,la conversazione non proseguì oltre,prese il suo zaino contenente il necessario per affrontare mezza giornata immersa nella natura ed uscì dal campus.

Ad aspettarla c'era Kay con Evan seduto nei sedili posteriori,Leila in un primo momento si chiese perché fosse venuto il fratello a prenderla e non i suoi genitori.

«dove sono mamma e papà?»non era neanche salita in macchina che cominciò a riempirlo di domande itineranti i suoi genitori.
«se avresti risposto alla chiamata invece di urlarmi contro come una pazza te l'avrei detto prima»rispose Kay mettendo in moto,diede di gas e durante il tragitto Leila indagò più a fondo.
«dirmi che cosa»la faccia del fratello a quella domanda non fece percepire nulla di buono alla ragazza e cominciò a formulare tremila risposte diverse alla sua domanda.
«papà ha invitato anche il tuo prof.»Leila si sentì mancare e ringraziava di trovarsi seduta nell'auto piuttosto che in piedi da qualche altra parte perché probabilmente sarebbe cascata per terra,non poteva crederci che l'avesse invitato ancora e per giunta non gli aveva detto nulla.

| il mio professore di letteratura |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora