Miranda nasce in un paesino tra le montagne, in una famiglia dove la domenica era impossibile uscire anzi era quasi vietato.
Cresce andando a scuola durante la settimana e stando a casa nei weekend.
In casa sua, suo padre non parla d'altro se non della macchina rossa.
"Vedi quella macchina adesso è in difficoltà ma quando eri piccolina era la più forte, lasciava il marchio".
Era lei, la Ferrari.
Miranda iniziò a odiare quella macchina, quei colori, persino lo sport in se per se.
La Formula 1 era il suo peggior nemico, era la morte per lei.
Le toglieva del tempo che per Miranda era fondamentale.
Era fondamentale perché da quando i suoi genitori avevano divorziato, la domenica era uno di quei pochi giorni in cui vedeva il padre.Aveva la necessità di parlare con lui, ma non c'era tempo.
La macchina rossa, di un rosso che spiccava tra le altre diciotto macchine, era lì, pronta per un'altra gara.
E lei se voleva trascorrere quelle ore con la compagnia del padre, le passava sul divano con gli occhi sbarrati a osservare la tv.Diversamente dalla sue aspettative però rimase incantata e seppur le facesse male ammetterlo, quello sport, lo sport che reputava peggio della morte, quel nemico, l'affascinava.
L'affascinava talmente tanto che si ritrovava a fare domande anche stupide a suo padre.
E lui rideva compiaciuto, era riuscito a farla innamorare della Ferrari, di quello sport che riteneva nettamente superiore agli altri. Non era uno sport, era una religione ed era eccitato nel condividerla con lei, con sua figlia."Quanti piloti guidano per la Ferrari?"
Il padre la guardò con stupore, era realmente interessata, era curiosa, voleva conoscere la storia.
"Due, Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen. Sono due campioni, ma l'anno prossimo Kimi cederà il suo posto ad un ragazzo"
"E tu lo conosci questo ragazzo?"
Chiese ingenuamente.
"Si mia cara Miranda, in questo momento è sesto vedi? Corre con l'Alfa Romeo"
"Intendi Lec?" Chiese indicando con il dito quello strano nome.
"Si proprio lui, si chiama Charles Leclerc e da quel che sembra è un vero prodigio. Sai ha due anni in più di te"
Miranda rimase esterrefatta. Come era possibile che un ragazzo di soli vent'anni corresse nella "serie A" della formula? Mentre lei, di due anni più piccola aveva appena scoperto un mondo?Dopo quella giornata però, Miranda non pensò più alla Formula 1.
L'aveva cestinata come idea, era pura adrenalina, eppure non aveva tempo per dedicarsi anche a lei.
La vita di Miranda era stata organizzata da quando era nata, non poteva cadere in tranelli.
Doveva pensare alla maturità e poi alla casa da affittare a Torino dove si trovava la sua università.
Aveva deciso di studiare, anzi aveva pianificato di studiare strategia e management.
E di laurearsi nel più breve dei tempi.*
"Miranda, sbrigati!"
Quella mattina Miranda venne svegliata bruscamente da sua madre.
Era il giorno della partenza, il giorno in cui la sua vita sarebbe cambiata.
Il treno per Torino di certo non l'avrebbe aspettata e nemmeno la sua nuova coinquilina con cui avrebbe diviso le spese dell'affitto.
Torino, rispetto il suo paesino, era enorme. Si sentiva disorientata e non sapeva dove andare.
Solo dopo qualche ora riuscì finalmente ad arrivare nella sua nuova casa, dove ad aspettarla c'era Madeline.
La sua prima coinquilina.Madeline era diversa da Miranda.
Fisicamente ma anche caratterialmente.
Madeline era alta, con i capelli di un biondo cenere e gli occhi marroni.
Era solare.
Miranda le diceva spesso che brillava di luce propria.
Lei invece, era il suo contrario.
Era alta ma non troppo, aveva i capelli castani e gli occhi verdi, di un verde smeraldo.
Quando qualcuno la incontrava le ripeteva spesso che avesse gli occhi più belli del mondo, e lei lo sapeva. Ne era fiera.
Il suo carattere però non era come i suoi occhi.
Era testarda, egocentrica e chi più ne ha più ne metta.
Eppure andavano tremendamente d'accordo.
Erano il giorno e la notte.
La luce e il buio.
Il sole e la luna.
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seventeen // charles leclerc
RomanceMiranda odia la Formula 1. Quest'ultima infatti è l'unica cosa a toglierle del tempo dal padre che invece preferisce passare le domeniche pomeriggio sul divano a guardarla e a tifare per la rossa. Eppure spesso le cose non vanno come si spera e un...