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Miranda quel pomeriggio perse il treno.
Alla fine ad accompagnarla a Genova fu Carlos.

Il viaggio era interminabile.
Miranda aveva voglia di schiarirsi le idee, di pensare ad altro, di trovare una soluzione a quel problema.
Ma con Carlos al suo fianco era impossibile.
Carlos le ricordava lui.
Passavano così tanto tempo insieme che poteva sentire il suo profumo addosso.
E poi, da buon spagnolo che era, non demordeva mai.
Le chiese più volte chi fosse stato l'artefice di tutto, ma Miranda sapeva essere testarda e non voleva confidarsi con nessuno su quanto accaduto.

Dopo quattro ore di viaggio, vide finalmente il cartello con l'insegna GENOVA.
Il suo entusiasmo schizzò al massimo, dopo tanto tempo avrebbe rivisto Madeline.
Tutto questo però si spezzo molto velocemente.
Pochi metri più dopo c'era infatti una piccola insegna: PRINCIPATO DI MONACO (181km).

In Miranda i ricordi riaffiorarono in mente.
Pensò a come si era sentita l'ultima volta a Monaco, con quali occhi lo aveva osservato da lontano.
La maturità che Charles aveva dimostrato quel giorno nei confronti del compagno.

Ma Miranda e il tempo erano due cose opposte.
Seppur infatti, precedentemente alla laurea, aveva tutto sotto controllo; adesso non era più così.
Miranda si ritrovava a naufragare nei suoi pensieri.
A perdersi, a non riuscire a trovare la strada del ritorno.
Molte volte veniva infatti interrotta bruscamente dall'esterno.

"Miranda!?"
Le urlò Carlos, nell'intento di riportarla con i piedi per terra.
"Cosa?"
"Il telefono, puoi rispondere per me?"
Le chiese,  indicando il suo iPhone che squillava in continuazione.
"Ma...ma non credo sia il caso"
"Dai! Che sto guidando e non posso. Metti che è urgente"

Miranda prese il telefono e senza nemmeno vedere chi ci fosse dall'altra parte del telefono, rispose.

"Carlos ma dove cazzo sei? Sono ore che ti sto scrivendo"
Gridò burbera e forse preoccupata, l'altra persona.

Miranda rabbrividì.
Quella voce.
Quella voce tanto calda da essere fredda.
Quella voce che le faceva raggelare il sangue nelle vene.
Quella voce, quella voce che l'aveva ferita; che le aveva causato una scottatura.

"Sono Miranda"
Disse priva di emozioni.
"In questo momento Carlos sta guidando e non può parlare"
Continuò poi.

"Dove state andando?"
"Appena arriviamo ti faccio richiamare"

Chiuse la chiamata.
Charles se l'era presa con la ragazza sbagliata e seppur Miranda sapesse la reazione che le faceva all'interno, sapeva anche dove e quando colpire.
Non ci mise tanto a farlo.

"Chi era?"
"Charles"
"Chissà cosa voleva"
"Non lo so, ma siamo quasi arrivati. Presto lo richiamerai"

Miranda stette da Madeline per quattro giorni;
era già stata a Genova, le piaceva molto come cittadina.

A distanza di mesi, Madeline aveva terminato il suo stage e aveva iniziato a lavorare in una piccola agenzia.
Era molto felice, amava quello che faceva, così come lo amava Miranda.
Le due passarono ogni momento insieme, recuperando il tempo perso nei mesi precedenti.
Uscivano la mattina e si ritiravano la sera; facevano i chilometri a piedi senza lamentarsi mai.
Erano felici e spensierate.
E Miranda, dopo tanto, potè non pensare a quello che si era  lasciata alle spalle a pochi chilometri di distanza.

Ma come tutte le cose, anche i momenti più belli terminano e Miranda il giorno seguente sarebbe ripartita per tornare a Maranello e cercare di capire cosa farne della sua vita.
Una vita che aveva mandato a puttane.
Il suo futuro? A riguardo non c'era più niente di positivo.

seventeen // charles leclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora