Dopo l'ultima volta che erano usciti, Charles e Miranda non si erano sentiti più.
Erano passati solo due giorni eppure entrambi avevano ripreso in mano le proprie vite, o almeno ci avevano provato, invano però che si sarebbero riscontrate nuovamente qualche giorno dopo in Ungheria.Dopo quel pomeriggio, Miranda aveva sempre di più la testa tra le nuvole; le capitava spesso di ripensare a cosa fosse effettivamente successo.
Allo sguardo del ragazzo davanti a lei, perso in un mondo parallelo.
Uno sguardo colmo di dolore, che chiedeva forse aiuto.Pensò più volte di scrivergli, di chiedergli cosa fosse successo, se avesse sbagliato qualcosa; ma il suo orgoglio premeva sempre di più sul fare il contrario e Miranda gli diede ascolto.
Non lo avrebbe cercato, non si sarebbe fatta spezzare il cuore, un'altra volta, da un uomo.
Per qualche giorno decise di staccare la spina ed isolarsi in se stessa; si richiuse nel lavoro tanto da non dormire la notte.
Carlos cercò di contattarla più volte, voleva sapere cosa fosse successo quel giorno, ma Miranda non gli aveva mai risposto.Stette 48 ore chiusa in casa.
Non si recò mai in fabbrica, aveva paura di incontrarlo seppur non sapesse se effettivamente fosse lì.
Era chiusa nel suo mondo, ma qualcuno non era d'accordo e decisi di irrompere e di intromettersi.Il suono del campanello le risuonò in testa, Miranda accorse ad aprire e davanti a lei si ritrovò Jace col suo metro e ottantasette e il viso preoccupato.
"Sono due giorni che non ti vedo e non ti sento, pensavo stessi male!"
Urlò lui, facendosi spazio per entrare nel suo appartamento senza il consenso di nessuno.
"Volevo stare da sola..."
Si giustificò lei, tornando a sedersi sul divano.
"Mi sono preoccupato! Mi dici cos'è successo?"
"Niente, non è successo niente"
Puntualizzò alzando il tono della voce.
"Non ti credo, quindi o parli o non me ne vado da qui"
Jace si sedette vicino a lei, con le mani in grembo e il volto non più preoccupato ma bensì imbronciato.
"Accomodati allora..."
Rispose Miranda stuzzicandolo.
"Adesso tu parli"
"Ma cosa ti cambia sapere cos'è successo?"
Chiese allora.
"Sono il tuo migliore amico, è un mio diritto"
Disse ironizzando.Così Miranda si arrese e gli raccontò tutto per filo e per segno; senza tralasciare niente.
Neanche il punto della storia che narrava il modo in cui si erano lasciati: lei con la mente offuscata dalle domande e lui con lo sguardo spento."Quindi non ho capito, ti ha chiesto il numero civico?"
Chiese trattenendosi quasi dal ridere.
"Si?"
Rispose allora lei imbarazzata dalla situazione.
Charles era intelligente, sicuramente c'era qualcosa dietro quella storia.
"Hai provato a cercare qualcosa su internet? Insomma è conosciuto, si saprà qualcosa"
Propose Jace, più sicuro che mai.
"Non è come se lo stessimo spiando?"
"Oh andiamo Miranda, è famoso sa a cosa andava incontro quando ha scelto questa strada"
"Va bene..."
Si arrese.
"cosa cerchiamo?"
Chiese poi.Jace si passò la mano tra i capelli, poi prese il computer di Miranda e iniziò a digitare qualcosa.
Ci volle però davvero poco per far sì che Miranda ci iniziasse a capire qualcosa in più di quella situazione."Sai chi è Jules Bianchi?"
Miranda sentì i brividi percorrerle la schiena, ripensò alla "storia"
che uno dei suoi colleghi le aveva raccontato durante il gran premio di Silverstone.
Ricordò bene cosa le aveva detto, il dolore che Charles aveva sopportato."Non voglio più saperne niente, lascia stare"
Disse frettolosamente prima che scoppiasse a piangere.
Jace apparve scosso dalla sua reazione, poi l'assecondò.Rimase nuovamente sola, chiusa nel suo mondo.
Questa volta però con addosso la curiosità di saperne sempre di più riguardo quel ragazzo.
Guardò il bracciale che aveva al polso, prese il computer lasciato precedentemente sul tavolino da Jace ed entrò su google.Si sentiva in colpa, non voleva conoscerlo attraverso la rete; eppure Jace aveva ragione.
Era famoso, era normale che si sapesse quasi tutto di lui.
Sospirò e iniziò a cercare qualcosa.Video: perché i piloti di formula 1 hanno quel numero?
Miranda pensò che forse, vedendo quel video, ci avrebbe capito qualcosa di più senza però spingersi oltre.
Non voleva strafare, voleva solamente che la curiosità che sentiva addosso si affievolisse.
Nel video c'erano quasi tutti i piloti che spiegavano il vero motivo del perché della scelta del loro numero.
Qualche minuto dopo, capitò il suo turno."Ho scelto il numero 16 per tanti motivi, volevo il 7 ma era già stato preso, volevo il 10 ma anche lui era stato preso.
Il 7 è il mio numero preferito così ho preso il 16.
Il 16 è anche il giorno della mia nascita, 1+6 fa 7 e poi è il numero più vicino al 17: il numero di Jules"Fu proprio quello il tassello del puzzle che a Miranda mancava.
Non cercò nient'altro, le bastava così; il resto lo avrebbe scoperto con il tempo.
O almeno così sperava.Posò nuovamente il computer sul tavolino d'innanzi a lei e pensò alla ferita che la morte di Jules aveva recato in Charles.
Una ferita non chiusa ancora del tutto.
Una ferita che faceva ancora male.Il 17 era il suo numero civico.
Il 17 era il numero del suo padrino.
Un numero che subito dopo la sua morte, venne ritirato dalla federazione.Si alzò, decise di prendere la sua vita in mano e andò in bagno a farsi una doccia.
Sapeva che Carlos era in città così gli chiese di uscire; giusto per parlare un po'.CARLOS
Sarò da te tra una decina di minuti, andiamo a ModenaVa bene?
-
Uscì dalla doccia e rispose frettolosamente al messaggio mandato dallo Spagnolo.
Qualche minuto dopo, era pronta.
Carlos era sotto ad aspettarla."Finalmente, ti stavo aspettando da anni"
Sbuffò lo spagnolo quasi scocciato.
"Carlos non ti ci mettere anche tu eh"
"Dai stavo scherzando"
Le accarezzò la guancia e le fece uno dei suoi soliti occhiolini. Poi ingranò la marcia e partì.Arrivati a Modena, si fermarono in un bar vicino al centro storico.
"Salve, cosa posso portarvi?"
Chiese gentilmente il cameriere.
"A me un caffè grazie"
Disse Carlos.
"Tu Miranda?"
"Va bene anche un succo all'arancia, grazie"
Concesse un sorriso sincero al cameriere che nel frattempo si era appuntato il tutto.
Poi si allontanò, lasciando i due da soli.
"Allora? Come mai tutta questa urgenza di vedermi?"
Chiese Carlos atteggiandosi un po' da spavaldo, Miranda amava il suo carattere, soprattutto il suo senso dell'umorismo.
"Qualche giorno fa sono uscita con Charles"
Iniziò lei.
"Sono stata benissimo, però poi quando mi ha riaccompagnata a casa; non lo so, ha detto qualcosa sul mio numero civico.
Avevo lo sguardo spento, come se volesse piangere"
Le lacrime minacciarono di uscire, ma le respinse dentro.
Carlos la guardò accigliato, poi sospirò."Non è mio compito parlarne, ma lui è molto emotivo.
Il suo padrino, correva in Formula 1 e aveva il numero 17.
Quel numero per lui è importante, è come se fosse ancora una ferita aperta, inoltre qualche giorno fa è stato proprio l'anniversario della sua morte, è ancora scosso nonostante gli anni."Miranda non fu sorpresa da quella insinuazione, lo sapeva già.
Lo aveva ormai capito.*
quattro giorni dopo..."Cazzo quante turbolenze"
Sbottò Carlos.
Dalla loro ultima chiacchierata erano passati quattro giorni.
Adesso, come sempre, avevano preso l'aereo per raggiungere l'Ungheria.
"Stai tranquillo, manca poco e arriveremo"
"E per tua fortuna rivedrai Charles"
Sogghignò lui, con un sorrisetto sulle labbra.
"Smettila! Dopo la nostra ultima chiacchierata, o chiamala come vuoi tu, non abbiamo più parlato"
Mise in chiaro lei.
"Ne abbiamo già parlato. Sappiamo com'è di carattere"Carlos era sempre pronto a difenderlo.
Miranda però non lo biasimava, l'anima di Charles era ancora fragile con ferite ancora troppo fresche.
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seventeen // charles leclerc
RomanceMiranda odia la Formula 1. Quest'ultima infatti è l'unica cosa a toglierle del tempo dal padre che invece preferisce passare le domeniche pomeriggio sul divano a guardarla e a tifare per la rossa. Eppure spesso le cose non vanno come si spera e un...