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Seppur con un colpo di scena indesiderato, il primo giorno di stage era finito. Miranda non si sentiva stanca, anzi non vedeva l'ora di tornare il giorno dopo e continuare quello che aveva appena iniziato.

"Mad? Mi senti?"
"Miranda eccomi! Allora???"
"Sono entusiasta, è tutto così perfetto, sono tutti simpatici e propensi ad aiutarmi"
"Ma è meraviglioso! Di cosa ti occupi?"
"Beh ecco lo scoprirò tra qualche giorno"
"Come mai?"
"Devo lavorare con i piloti Mad...con uno dei due.
Per il momento so solo questo"
"E non sei felice?? Pensa se ti combinano proprio con quel pilota di cui mi hai parlato!"
"Spero con tutto il cuore di no.
Non saprei gestire il tutto!"
"Credo in te, ti voglio bene.
Adesso devo andare"
"Va bene, ci sentiamo".

Miranda tornò nel suo appartamento, era euforica.
Ma quell'euforia si spense velocemente.
E no, se ve lo state chiedendo, non perché le avevano comunicato il pilota che avrebbe "gestito".
Miranda stava infatti andando incontro ad una delle sue più grande fobie.
Sin da quando era piccola, forse sin da quando era nata o almeno in grado di poter ricordare qualcosa, Miranda era aracnofobica.
Non le interessava se si trattasse di un ragno piccolo, medio o enorme; alla sola vista o al sol pensiero tremava.
Miranda era spacciata.
L'unico modo per togliere quel coso dalla sua cucina era chiedere aiuto e chiamare i vigili del fuoco non le sembrava il massimo.
Pensò quindi che fosse arrivata l'ora di conoscere i suoi vicini.

"Arrivo!"

Miranda bussò alla prima porta che si trovò davanti, ad aprirla c'era un ragazzo poco più grande di lei.

"Ci conosciamo?"
"No, mi scusi. Abito qui di fronte e so che posso sembrare sfacciata ma ho bisogno di aiuto"
"E il problema sarebbe?"
"Ecco....c'è un ragno, nella mia cucina e sono terrorizzata"

Il ragazzo iniziò a ridere.
Miranda pensò che stesse ridendo di lei, anzi ne era certa.
"Se lo trova così divertente chiedo a qualcun'altro"
"Mi scusi, arrivo"
Tre minuti dopo, quella bestiaccia era morta o almeno Miranda così sperava.
"Grazie...senza di lei sarei morta.
Le devo un favore"
"Si figuri, comunque molto piacere sono Jace, il vicino"
"Miranda! Mi sono trasferita qui pochi giorni fa"
"Mi fa piacere. Adesso devo tornare a casa, ma per qualsiasi cosa non farti problemi a bussare"
"Grazie, Jace"
Miranda pensò che il vicino fosse davvero carino: era alto, aveva gli occhi chiari e i capelli erano leggermente castani.
Un castano curioso.

***

I due si scontrarono più volte.
Finché non decisero di scambiarsi il numero di cellulare e di uscire insieme qualche volta; in fondo Miranda gli doveva un favore.

JACE:
Miranda, sono io! Ti andrebbe di uscire a pranzo insieme?

MIRANDA:
A pranzo proprio non posso, ho una riunione subito dopo.
Ti va di venire da me a cena? Prendo delle pizze d'asporto.

JACE:
Lo trovo perfetto!
Ci sentiamo dopo.

***

Era arrivato il fatidico giorno.
L'email che le comunicava il da farsi era arrivata da ore ma Miranda aveva paura ad aprirla, sperava in Sainz ma allo stesso tempo voleva Leclerc.
Qualcuno bussò alla porta.
Era James.

"Allora? Hai visto di chi ti occuperai?"
"No ancora no, perché non vedi tu?"
Miranda legò molto con James, seppur si conoscessero da poco, era diventato il suo braccio destro.
Per questo motivo voleva che fosse lui a vedere il "verdetto".

"Sei pronta?"
"No...."
"Cara Miranda, quest'anno ti occuperai di...."
"Ti prego James..."
"Va bene, comunque Carlos"

seventeen // charles leclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora