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"Quindi mi lasci qui, da sola?"
Sbottò Camilla.
"È il mio futuro, non ci sei solo tu in questo mondo!"
"Sei solo un'ipocrita del cazzo"
Miranda era furiosa, come poteva Camilla rivolgersi così?
Madeline ci aveva visto lungo, l'aveva avvisata e sotto sotto se lo aspettava.
Camilla era invidiosa.
Ma anche Miranda ricambiava il sentimento, quello che sentiva dentro era un'invidia repressa.
Un'invidia per quella storia.
Anche lei avrebbe voluto ritrovarsi un pilota tra le visualizzazioni e Camilla non se n'era ritrovato uno qualsiasi: si era ritrovata il punto debole di Miranda, la crepa di quel muro che si era creata.

***

Mancavano tre mesi all'inizio dello stage e Miranda aveva una marea di cose da fare.
Doveva trovare una soluzione per l'affitto, sistemare le cose con Camilla, o almeno provarci, trovare un appartamento a Maranello, preparare il trasloco.
Miranda si sentiva impazzire, non aveva una tabella di marcia per quella situazione e l'unica cosa che le serviva in quel momento era un supporto morale che però le mancava.
O almeno si trovava a 171 chilometri da lei.
Nonostante questo, la situazione dell'affitto riguardo l'appartamento a Torino si risolse velocemente ma Miranda ne doveva trovare un altro a 305 chilometri di distanza.
Camilla seppur fosse ancora incazzata, si rivelò d'aiuto.
Le carte per la rescissione del contratto erano pronte, mancava solo la sua firma. E fortunatamente non fece storie. Così Miranda potè liberarsi di un peso.

Arrivò gennaio così con il suo freddo glaciale e Miranda non poteva riscaldarsi sotto le coperte mentre beveva la sua tisana preferita, aveva da impacchettare ancora una casa intera.
In suo aiuto accorse Madeline.
Camilla le osservava dal divano, ormai non si schiodava da lì.

"Questo può servirti?"
Disse Madeline rompendo il silenzio che si era creato.
"No, lascialo qui. Magari Camilla lo userà"
Era un frullatore a forma di rana, Madeline e Miranda lo usavano sempre per preparare la colazione.

"Non voglio la tua roba"
"Meglio"
La tensione fra le due era arrivata alle stelle e Madeline seppur stesse dalla parte dell'amica, si trovava sempre a fare da mediatrice.

"smettetela, perché non ci aiuti?"
"col cazzo! Ha rubato il mio lavoro"
"Scusami?"
"Smettila di fare la santarellina, non ne sai un cazzo di Formula 1 eppure guarda caso tra un mese andrai a lavorare proprio per loro.
E poi, non dirmi che non lo stai facendo per quel pilota!
Lo capisci che sei solo una povera illusa, nemmeno ti guarda le storie"

Camilla fece scattare quel campanellino d'allarme che in Miranda significava solo una cosa: distruzione.

"Forse è meglio se ti chiudi la bocca con lo scotch, anzi Mad perché non glielo dai?"
Madeline divenne rossa, rossa come il viso di Miranda.
"Non ne sai proprio un cazzo di me, Camilla. E poi il pilota? Figurati se mi frega qualcosa.
Non lo seguo neanche su Instagram a differenza tua che invece, lo tagghi in tutte le tue storie!"

Miranda prese fiato, ma l'unica cosa che sapeva fare meglio era far male con le parole.
Lo sapeva fin troppo bene.

"Sai perché ti ha visto la storia?
Perché non ce la faceva più, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, c'era una storia dove veniva taggato: da TE"
"Stai zitta"
"Io zitta? Come lo biasimi a quel poveretto? Eh?"
"Vaffanculo"
"Tranquilla tra poco me ne vado"

Colpita e affondata.
Tra le cose che Miranda amava aggiungete il suo carattere.
Miranda non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno, se non da se stessa.
Miranda qualsiasi cosa toccava, bruciava, diventava cenere, polvere.
Diventava il nulla.
E lei lo sapeva di poter far soffrire le persone ma non le interessava, non le interessava niente.

"Io devo andare adesso..."

Miranda tornò con i piedi per terra grazie alla voce pacata della sua migliore amica.
Madeline odiava le litigate, si sentiva a disagio, odiava certe situazioni.

seventeen // charles leclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora