I giorni correvano, così come le settimane.
Il gran premio del Portogallo si avvicinava e le notizie non tardavano ad arrivare.
Nei social, in fabbrica, in lei stessa, era esplosa una bomba.
Una bomba che portava un nome e un cognome: Charles Leclerc.Ormai lo aveva reso ufficiale, si era lasciato.
La relazione che portava avanti da ben tre anni si era conclusa e lui sotto sotto ci soffriva.
Miranda non stette ad interrogarsi troppo sull'accaduto; lei, per lui non era niente.
E non voleva immischiarsi in affari che non la riguardassero, in particolare se il protagonista della vicenda era proprio il punto debole del suo cuore, quella parte scoperta.
Miranda era una semplice stagista, con un futuro incerto, che lavorava per il suo compagno di squadra;
Charles non la calcolava minimamente ma lei lo sapeva, conviveva con quel pensiero, faceva parte di lei.Furono queste notizie che portarono il circus in Portogallo, per la terza tappa del mondiale e che vedeva in testa Lewis Hamilton.
I gran premi del Portogallo e della Spagna non si rivelarono eccellenti, non del tutto.
Ma non c'era tempo per pensare al passato, il gran premio di Monaco si avvicinava e Miranda era emozionata.
Era il primo gran premio di casa per Charles, che vedeva in vita sua.
Monaco era conosciuta per il lusso, per il casinò, per il mare, per i soldi.
Miranda non era mai stata a Monaco, non l'aveva mai affascinata come città; ma si sbagliava.
Il principato era magico, era un sogno, un paradiso terrestre.La Ferrari era sempre stata competitiva nei circuiti cittadini e questa volta, quest'anno sembrava la volta buona di poter portare qualcosa di concreto a casa.
Dai risultati delle prove libere le due rosse erano lì con la Redbull, pronte a far diventare tutti quei sacrifici dell'anno precedente in qualcosa di concreto, di reale; qualcosa su cui andarci fiero.
E in parte ci riuscirono.Casino, Mirabeau, Piscine.
Fu all'uscita dall'ultima curva che però un sogno si avverava e due se ne infrangevano.
Charles seppur coinvolto in un incidente, era il pole man della giornata lasciando l'amaro in bocca a piloti come Max Verstappen o lo stesso Carlos Sainz.Quella notte però, nessuno dormì.
C'era apprensione, preoccupazione;
Leclerc sarebbe partito dalla pole position il giorno seguente?
La sua macchina non era uscita completamente illesa dall'incidente riscontrato nel sabato pomeriggio e non si sapevano le condizioni del cambio.
Nel caso di sostituzione, avrebbe avuto una penalità di cinque posizioni.*
Molti parlano del fato, del destino.
Quel giorno il destino si era rivelato crudele, rude nei confronti del pilota Monegasco.
Quel giorno, Charles non partì dalla casella della pole;
restò nel box a vedere quel gran premio che da tanti anni provava a portare a casa, provava a dedicarlo alla sua famiglia, ai suoi amici, alla sua gente, a suo padre.Quella giornata era interminabile, non aveva fine.
Miranda si sentiva un vuoto nello stomaco, avrebbe voluto correre da Charles e rassicurarlo, abbracciarlo, dirgli che prima o poi ce l'avrebbe fatta.
Ma non fece niente.Quel pomeriggio lo passò a pochi metri dal ragazzo che tanto ammirava, dal ragazzo che aveva una forza immane.
Nonostante quello che era successo, lui era lì; sotto il podio a festeggiare il suo compagno di squadra che aveva conquistato il suo primo podio con la scuderia.
Miranda apprezzava Charles, lo considerava un uomo seppur avesse solo ventitré anni, un uomo umile, con i piedi per terra ma non con la testa abbassata.Charles non avrebbe mai abbassato la testa, sapeva quanto valeva.
Lo aveva dimostrato e non vedeva l'ora di rifarlo nuovamente.*
Dopo Monaco, c'era tanto su cui discutere e Miranda ancora non aveva trovato l'occasione di andare a parlare con Charles.
Non sapeva con esattezza cosa volesse dirgli, sapeva però che aveva bisogno di sentire la sua voce.Passò una settimana ma il pilota da Miranda tanto atteso ancora non si faceva vedere in giro;
era scomparso, ma non poteva biasimarlo.
Le emozioni che aveva provato a Monaco erano state troppo forti persino per lei.Carlos la teneva sempre aggiornata su cosa stesse accadendo al suo compagno di squadra, seppur indirettamente era infatti diventato la sua spia.
*
Il gran premio di Baku era vicino e Miranda aveva avuto finalmente la possibilità di parlare con Charles.
Ma se ne pentì subito dopo.
Le parole che Charles, quella sera le riservò, furono coltelli con la lama affilata pronti a colpirle e distruggerle il cuore."non voglio la tua compassione, sei solo una stagista che tra qualche mese se ne tornerà da dove è venuta"
Queste parole le bombardavano in testa, era quello che veramente pensava di lei?
Che fosse una nullità?Miranda, durante il sabato delle qualifiche, si chiese se fosse veramente così.
Se fosse una nullità, se in fondo l'unica cosa in cui era brava era ferire e tradire le persone.
Persone come Jace o Camilla, se non Madeline.
Forse quello non era il suo posto, forse Camilla aveva ragione.
Stava facendo tutto solo per conoscere "il prodigio Ferrari".
Mentre Miranda però si tormentava con queste domande stupide, lui, proprio lui, era diventato pole man di giornata per la seconda volta di fila.Questa volta però a differenza di Monaco, dove Miranda quasi moriva per l'effetto che quel ragazzo le stava facendo, fu diverso.
A fine gran premio, non diede ascolto a nessuno, prese il primo aereo per l'Italia e diede le dimissioni.
Non voleva avere più niente a che fare con quel mondo.
Era morto nuovamente dentro di lei.
Era stato cestinato come tanti anni prima.Si sentiva una codarda, ma non le interessava.
Scrisse a Jace.
Scrisse a Carlos.
Scrisse a James.
Scrisse a suo padre.
Scrisse a Madeline.
Dal primo non si aspettava nulla, però voleva ringraziarlo.
Ringraziarlo perché era stato il primo ragazzo che aveva conosciuto a Maranello dopo James, ringraziarlo perché le aveva ammazzato quella bestiaccia dalla sua cucina, ma soprattutto perché dopo anni di tradimenti, Miranda, si era sentita amata, voluta da qualcuno.
Scrisse a Carlos, voleva scusarsi.
Scusarsi perché a metà stagione lo aveva abbandonato, non era stata in grado di sopportare tutto sulle sue spalle e alla fine aveva ceduto, era caduta.
Scrisse a James, colui che l'aveva accolta in quella meravigliosa fabbrica, in quella meravigliosa famiglia.
Scrisse a suo padre, voleva avvisarlo che il ragazzo che tanto ammirava era la causa del suo fallimento.
Il motivo per cui si era arresa, era quel ragazzo tanto gentile quanto cattivo.
Ma Miranda sapeva che Charles non lo era, lo aveva visto con i suoi occhi.
E lei non sbagliava mai.
Il problema forse era proprio lei stessa.
Charles non la voleva in giro e per quanto Carlos le avesse detto il contrario, Miranda sapeva la verità.Infine scrisse a Madeline, la sua migliore amica.
Le spiegò che aveva rinunciato a tutto.
Le chiese se potesse andare a Genova, da lei, per qualche giorno per poi tornare a Maranello.
Aveva la casa pagata per un intero anno, non poteva andarsene.
Doveva restare in quell'inferno dove tutto, TUTTO, le ricordava quel pilota.
Le strade, i colori, persino le macchine urlavano quel maledetto nome.*
Era passato un giorno.
Miranda stava preparando le valigie per Genova e nel frattempo pensava a come fosse possibile che quando i due si erano conosciuti, lui era stato gentile e cordiale con lei, le aveva persino detto che aveva un nome carino.
Adesso invece era diverso, quasi gli desse fastidio la sua presenza.
Miranda pensò che fosse tutto falso, in realtà Charles non l'aveva mai sopportata, voleva però essere educato, per poi scoppiare mesi dopo e dirle in faccia la verità.Il campanello suonò e Carlos sorgeva d'innanzi a lei.
"Cosa...cosa ci fai qui"
Miranda era confusa.
Cosa voleva Carlos da lei?
"Posso entrare?"
"Si, vieni"
Ci fu un momento di silenzio poi Carlos parlò.
"Mi spieghi questo?"
Le mostrò il telefono con il messaggio che gli aveva scritto il giorno precedente.
"Ho dato le dimissioni, non voglio continuare questo stage"
"Ho fatto qualcosa?"
"Cosa? No Carlos, non sei tu"
"Cos'è successo allora?"
"A quanto pare, non sono la benvenuta quindi me ne vado"
"Ma è una stronzata!"
"No Carlos, non lo è.
Devo andarmene"Il pilota spagnolo era visibilmente confuso.
Forse anche incazzato con lei, in fondo Miranda lo stava lasciando lì da solo."Perdonami Carlos".
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seventeen // charles leclerc
RomanceMiranda odia la Formula 1. Quest'ultima infatti è l'unica cosa a toglierle del tempo dal padre che invece preferisce passare le domeniche pomeriggio sul divano a guardarla e a tifare per la rossa. Eppure spesso le cose non vanno come si spera e un...