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La sua voce rimbombava nei team radio, c'era rabbia, frustrazione e dolore.
Sapere di avere la capacità di poter lottare per il podio ed essere fatto fuori al primo giro faceva male.
Charles non era un ragazzo che sopprimeva l'emozioni, Miranda lo sapeva; così non appena misero bandiera rossa andò a cercarlo.
L'ultima volta che avevano parlato non era finita molto bene, però Miranda lo aveva compreso e non era affatto arrabbiata, anzi era orgogliosa sempre di più del ragazzo che aveva conosciuto.
Mano a mano che si avvicinava, le mani le tremavano, il cuore le batteva forte, tanto forte da rimbombare nella cassa toracica.
Bussò.
Nessuna risposta.
Lo sentiva ansimare, voleva aiutarlo, voleva che non rimuginasse troppo sull'accaduto, ormai era successo e la colpa non era sua.
Si era trovato lì, nel posto sbagliato, al momento sbagliato.
Bussò di nuovo.
Questa volta la porta si aprì e se all'inizio il suo volto le sembrò cupo e rosso per la rabbia, adesso che i loro occhi si erano incrociati, era più sereno e tranquillo.
Le prese la mano e senza dire niente la fece entrare in quello che rimaneva del suo motor home.
Miranda sospirò come se volesse dire qualcosa, ma lui la precedette.
Si avvicinò ancora di più, le loro fronti erano l'una appoggiata all'altra, i loro respiri erano simultanei; poi, poi le loro labbra si incontrarono e si baciarono.
Fu un bacio casto, ma allo stesso tempo rude, simbolo di desiderio reciproco, qualcosa che volevano ormai entrambi da tempo.
Le mani di Charles, le premevano forti sul viso ormai incendiato dalle emozioni; le sue invece, erano ancorate tra i suoi capelli.
Miranda gemette, non sentiva determinate sensazioni da troppi anni ormai, le erano mancate ma per lui, per il ragazzo Monegasco dal cuore d'oro, ne avrebbe aspettati anche altri e cento.

Dopo un po' si separarono.
Miranda aveva il fiato corto e le guance come un fuoco.
Si guardarono negli occhi un'altra volta, poi Miranda sorrise.
"Mi dispiace per la gara..."
Sospirò triste per lui, nonostante il bacio, sapeva che la situazione in quel momento non era delle migliori.
Bastava guardarsi intorno, c'erano bottiglie scaraventate per terra così come il suo casco e dei cuscini.
Dopo poco, Charles rispose sorridendo come se la rabbia fosse scomparsa, come una sbronza che dopo poche ore passa e ti lascia solo un gran mal di testa.
"Se per baciarti più spesso, dovrò ritirarmi allora lo farò"
Le sorrise, Miranda arrossì nuovamente.
Non era solita a dimostrazioni d'affetto, non le amava tanto anche se con lui era diverso.
Con lui, si sentiva pronta a concedergli quel poco di amore che rimaneva nel suo cuore, ma allo stesso tempo non avrebbe abbassato quel muro che si era creata.
Certo è vero, adesso era quasi distrutto per colpa delle numerose crepe che Charles stesso aveva creato, eppure resisteva ancora.
La proteggeva dalla persone.
Non si sarebbe fidata subito, questo lo sapeva e voleva che anche Charles lo capisse.
Lei era follemente innamorata, ma non era sicura delle intenzioni del Monegasco.

"Adesso devo andare, la gara ricomincia tra pochi minuti e Carlos può portare ottimi punti alla squadra"
Il suo volto si incupì nuovamente.
Miranda sapeva che Charles era una persona competitiva, odiava quando qualcuno si intralciava nel suo lavoro; come era appena successo in pista.
Per fortuna però, rialzò la testa e questa volta un bellissimo sorriso gli comparve sopra, accompagnato dalla sua solita fossetta.

Il weekend si concluse.
Sainz riuscì a portare a casa un altro podio.
Erano tutti entusiasti; il duro lavoro un giorno li avrebbe ripagati ne erano certi.

Miranda quella sera stessa tornò in Italia.

Carlos aveva concluso la gara quarto, ma con la squalificazione del secondo arrivato: Sebastian Vettel; era riuscito a mettere le mani sopra a quel piccolo trofeo, portando ancora più punti al team.
Molti festeggiarono, altri tornarono a casa: oltre Miranda, anche Charles tornò a Monaco.
Dopo l'Ungheria sarebbero ufficialmente iniziate le vacanze estive e Miranda, quando era più piccola, a differenza di adesso, amava quel periodo dell'anno.
Un mese tutto per lei, senza quelle stupide macchine che le togliessero tempo con il padre.
Solo lei.
Nessun mal di testa per il volume troppo alto della televisione.
Niente di niente.
Solo lei e il padre.

Adesso però molte cose erano cambiate; Miranda mentre sorvolava quei piccoli chiazzi verdi e celesti che si vedevano da lassù, capì che quello a venire sarebbe stato il mese più duro della sua vita.
Un mese senza "occhi verdi" in giro.
Un mese senza poter chiarirsi su cosa era avvenuto poche ore prima nel suo motor home.
Un mese senza sentire la costante sensazione di averlo a pochi metri di distanza.
E se lui si fosse pentito?
E se lo avesse fatto solo perché in quel momento non ci vedeva dalla rabbia?
Si poteva fidare?
Come sempre, le bastò guardare il bracciale che aveva al polso per capire che si sarebbe dovuta lasciar andare.
Basta paranoie.
Miranda voleva porre fiducia in quel ragazzo.
In quelle iridi magnetiche.

*

Quando arrivò nel suo appartamento, era notte fonda.
Si distese sul divano e iniziò a pensare come la sua vita si fosse stravolta negli ultimi mesi.
Partendo dalle avventure di una notte con Jace, alla scappata a Genova per stare con la sua migliore amica, passando per il suo compleanno per infine arrivare al pomeriggio dello stesso giorno, quando lei e Charles avevano fatto quel passo in più in quella storia, nella loro storia.

Prese il telefono che aveva appoggiato precedentemente sul tavolino del salotto e iniziò a leggere le numerose notifiche.
La speranza che tra quelle ce ne fosse una di Charles era tanta, ma non voleva illudersi.
La situazione non era ancora chiara, almeno per lei.
Tra le mille email di lavoro, spuntarono anche diversi messaggi; ce n'erano solamente diciannove da parte di Madeline.

"O mio Dio..."
Sospirò tra se e se.
Madeline non era solita assillarla con numerosi messaggi; dunque era per forza successo qualcosa.
Li lesse frettolosamente con il cuore in gola.
Alla fine però quello che sentì dentro di se, fu solo una grande tristezza mischiata ai sensi di colpa.
Madeline per lei c'era sempre stata, SEMPRE.
E adesso che toccava a lei, aveva fallito.

Era troppo tardi per rispondere, prenotò quindi un treno per Genova per il giorno seguente.
Voleva aiutarla in quella situazione, dove lei, in passato, ci era già passata.
Miranda odiava i tradimenti e non si sarebbe mai immaginata che Thomas, quel ragazzo tanto gentile che premuroso potesse fare un torto del genere a Madeline.
Per un momento, i suoi pensieri si soffermarono su Charles.
Anche lui, con lei era tanto dolce e gentile; l'avrebbe mai tradita?
Non stavano insieme, si erano baciati una volta, ma sarebbe stato capace di farla soffrire nuovamente?
Non aveva una risposte per quella domanda, viveva nell'ignoto e Charles per il momento non si era ancora fatto vivo.

Le ore passarono, molto probabilmente erano le due del mattino eppure Miranda era nella stessa posizione che aveva assunto ore prima.
Vide l'orario: erano le quattro del mattino.
Ormai l'unica cosa che poteva fare era prepararsi per andare in stazione e prendere il treno.
Si alzò molto svogliatamente e proprio in quel momento qualcuno bussò al campanello.

Sobbalzò.
Erano le quattro del mattino; se fosse stato un pazzo?
Poi pensò a Jace e si rassicurò, corse ad aprirgli ma sull'uscio della sua porta, non trovò i soliti folti capelli biondi e lo sguardo da furbetto ma bensì ci trovò Charles.
Così come mesi prima.
I due erano l'uno di fronte l'altro, senza la capacità di saper parlare.
Una luce negli occhi di lui si accese nel momento in cui Miranda lo invitò ad entrare.
"C-cosa ci fai qui?"
Chiese con la voce tremante, mentre riprendeva posto sul suo comodo divano, seguita da lui.
"Volevo vederti...e poi sto partendo per Monaco"
Si interruppe, Miranda non capiva anche se era felice che lui fosse lì per vederla.
"Volevo chiederti di venire con me, l'ultima volta che siamo stati a Monaco non è finita affatto bene"
Sorrise.
Miranda balzò dal divano, pronta a dirgli di si.
Poi...poi si ricordò di Madeline, del tradimento, di quello stronzo di Thomas.
"Tra poco ho il treno per Genova...raggiungo la mia migliore amica"
Ammise con un filo di tristezza nella sua voce.
"Bene, allora a Genova ti accompagnerò io..."
Si interruppe titubante.
"e poi se vi andrà andremo a Monaco"
Aggiunse poi.

Miranda ci pensò su.
Magari, a Madeline un po' di svago le avrebbe fatto bene.
E lei non voleva essere egoista, ma non avrebbe rinunciato ad una possibilità del genere nel loro rapporto.
Dopo secondi interminabili gli rispose.
"Accetto"
Entrambi sorrisero e i suoi occhi, nonostante fosse ancora buio, si illuminarono nuovamente di una luce della quale Miranda dovrà ancora abituarsi.

seventeen // charles leclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora