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Quello che vidi davanti ai miei occhi mi fece sobbalzare.

Alessandra era a cavalcioni sopra Christian e i loro visi erano cosí vicini che le labbra si sfioravano.

Non mi sorprendeva che stessero insieme, essendo molto amici a quel che vedevo, ma avevo sempre sospettato che da parte della ragazza ci fosse un'interesse che andava ulteriormente oltre l'amicizia.

<<merda>> sussurrò il moro, accorgendosi della presenza di qualcuno nella stanza, ma non aveva ancora capito chi fosse, troppo preso ad ammirare la scollatura provocante della cantante.

Quando i nostri sguardi s'incrociarono, qualcosa nel suoi occhi si ruppe, vedendo la mia espressione sbaldordita, non credevo a ciò che vedevo.

<<non volevamo disturbare>> disse rudemente il biondo affianco a me, del quale mi ero quasi dimenticata.

L'altra ragazza della stanza era molto imbarazzata, si nascondeva il viso con le mani e si sistemava come poteva il top indossato.

<<sei...>> mormorai flebilmente, non continuando la frase.

Qualsiasi insulto sarebbe stato troppo riduttivo, per dar voce a quel disgusto e ribrezzo che provavo per lui.

Indietreggiai quasi inciampando, aprii la porta più veloce possibile e mi precipitai fuori.

Le loro immagini si riproducevano come un film nella mia testa e non riuscivo a non pensare, a spegnere la mia mente.

Sentivo che mi stesse richiamando, ma non mi voltai neanche una volta, troppo stanca, troppo scazzata dai suoi atteggiamenti che mi scucivano il cuore sempre di più.

Non guardavo neanche dove stessi andando,le lacrime offuscavano qualcunque direzione io stessi prendendo, ed essendo goffa di natura presi una storta, scivolando sulla strada bagnata dalla pioggia mentre mi conducevo agli studi per sfogarmi, ballare.

In quel momento la mia caviglia mi abbandonò completamente emettendo un sonoro "crac" e un grido spontaneo per il dolore uscí dalla mia bocca.

<<Giulia!!>>

Mi voltai e vidi Luigi, accompagnato dal nuovo ragazzo, Calma, correre verso di me.

Ormai piangevo ininterrotta bagnando tutti i miei vestiti, avevo bisogno di una fottuta tregua da tutto quello stress, causato principalmente da Christian.

I due ragazzi si avvicinarono.

<<la caviglia si sta gonfiando>>

Emisi un gemito di disapprovazione quando il castano mi tamponò il punto dolorante.

<<cazzo cazzo cazzo cazzo>> imprecai fino all'ultimo, mentre mi affidavo alle sue braccia che mi prendevano sicure, forti.

<<entra in casetta e spalanca la porta, per piacere>>

Marco subito di precipitò rivolgendomi prima un sorriso confortante, mentre il cantante di Rudy camminava più lentamente, avendo il mio peso da sopportare.

<<non puoi mettere a repentaglio la tua salute cosí>> mi rimproverò.

<<sono patetica, lo so>>

Sarei stata ancora più patetica quando mi avrebbero visto lui , la sua serpe e Mattia, con il quale avevo ancora una conversazione in sospeso.

Entrammo in casetta sotto lo sguardo di tutti i quali erano preoccupati, avendomi visto uscire di corsa dal dormitorio.

<<è caduta e credo si sia spezzata una caviglia>>

Carola e Serena subito da precipitarono da me, mentre venivo messa sul divano distesa supina.

Cosmary e Alex prepararono subito un po' di ghiaccio, mentre Mattia mi andò a prendere dei vestiti asciutti.

<<che è successo?>>

Christian, anche lui bagnato, rientrò dalla porta posteriore.
Della sua "scopata" non c'era traccia.

<<Giù è caduta, rischia di essersi fratturata qualcosa>>

Non so con quale sfacciataggine e arroganza di avvicinò a me, dopotutto quel che era successo prima.
Non se ne era reso conto, forse, di quel legame che si stava iniziando a creare, di quel legame che avevo sentito anche mentre lo abbracciavo, mentre stavamo assieme e provavamo assieme.
Porca troia.

<<patetica>> disse solo, squadrandomi con aria di superiorità repentina e con occhi gelidi, gelidi di indifferenza.

Scoppiai a ridere.
Risi davvero di gusto.
Cosí tanto che mi caddero altre lacrime dagl'occhi, ma peccato che non erano per gioia.

<<intanto sei uscito anche tu a cercarmi, e stai bagnando il parchè, inutile idiota>> replicai sprezzante, mentre il suo migliore amico arrivava e mi dava anche vari asciugamani.

<<Chri non sei d'aiuto>>
Alex lo guardava incazzato, come Albe, come Luca, il quale non aveva ancora pronunciato una parola.
Incredibile e stupefacente.

<<torna in camera e quando scopi chiudi la porta, non vorrei che qualcun'altro vedesse un tale schifo>>







I giorni successivi furono...vuoti.
Sentivo solo il dolore attanagliante alla caviglia, mentre la mia mente era del tutto offuscata dalla sua assenza.
Accompagnata da Albe e Serena, andai a fare una visita medica che confermò i sospetti di tutti: avevo la caviglia slogata e compromettevo il mio interno percorso ad Amici.

Avrei dovuto stare ferma per due settimane e poi vedere se potessi reggere di nuovo gli stimoli dell'allenamento.
La vedevo nera.

La maestra Celentano mi fece una sgridata della bellezza di un'ora e mezza, aveva ragione a definirmi irrispettosa, dopo tutto quel su cui avevo lavorato ero stata cosí sciocca da farmi rovinare da un ragazzo.

E il ragazzo in questione? Non ci eravamo più rivolti la parola, e lui sembrava stare in luna di miele con quella che effettivamente per tutti era la sua fidanzata. Alessandra.

Ed ero anche cosí fottutamente idiota che la invidiavo.
La invidiavo perchè era sua, sua quanto lo volevo essere io, e mi veniva da sboccare ogni qual volta che le loro labbra si toccavano.

Nonostante provassi un ribrezzo indescrivibile nei suoi confronti, non avevo smesso di desiderarlo, nè avevo smesso di preoccuparmi per lui.
Sapevo che i commenti della Celentano gli scavavano sempre di più un solco dell'anima che non riusciva a riempire con nulla, rigirava il cibo nel piatto e non faceva colazione.
Sapevo che stesse male.

E anche lui sapeva che io stessi male.
Anche se dicevo a tutti di star bene, che era stato soltanto un inutile battibecco come gl'altri, e che ci saremmo tornati a parlarci nel giro di pochi giorni.

Volevo solo ricominciare da capo, dimenticare tutto e non conoscerlo proprio.
Ed ero ancora più stupida, innamorata di una ragazzo del genere, che pensava solo a sè stesso e che ti usava per i suoi fini e scopi.
Quant'era caduto in basso.

Ci conoscevamo da due mesi eppure non avevamo mai avuto un rapporto stabile, oscillava continuamente tra lo stuzzicarci e la finzione di non provar nulla.
Gli piaceva mettermi in imbarazzo, era stato lui a cominciare tutta quella storia. Ero stufa, stufa di stare cosí male per qualcuno che non se lo meritava.

cwtch|| Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora