𝑪𝒉𝒂𝒑𝒕𝒆𝒓 𝒕𝒉𝒊𝒓𝒕𝒚

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Ormai sono le nove di sera e Italia era in procinto di addormentarsi, quando sentì dei lamenti provenire dal letto di Australia. Saltò giù dal letto come una scheggia e appena la sua vista mise a fuoco, vide Australia che si lamentava di come fossero posizionati i propri peluche. Gli occhi di Italia si riempiono di lacrime e si precipitò ad abbracciare Australia.
<Australia, stai bene?> gli chiese Italia, osservandogli il viso.
<Sono vivo, quindi no.> rispose in tono freddo Australia. Il sorriso di Italia si spense e cominciò ad accarezzargli la testa.
<Colpa mia, ho pregato che sopravvivessi. Puoi picchiarmi se vuoi.> disse Italia e Australia rimase incantato a guardarlo. Dopo qualche minuto che Italia lo stava accarezzando, Australia si nascose sotto la coperta.
<Ora lasciami in pace.> sussurrò Australia. Italia annuí e andò sul suo letto. Osservò per una buona mezz'ora la schiena di Australia, pensando a che inferno starà passando in quel momento. "Ci sarà qualcosa che posso fare..." pensò Italia, poco prima di addormentarsi.

La mattina seguente Italia andò dal dottor Svizzera per parlare. Gli raccontò tutto quello che gli successe, tutti i pensieri, le proprie azioni, ogni minima cosa. Svizzera lo ascoltò, non disse mai niente e non scrisse nulla. Ascoltava e basta, come se il suo cervello stesse prendendo appunti al posto della sua mano.
La visita durò solamente due ore, ma Svizzera aveva già ben in chiaro il quadro generale della situazione, quindi disse ad Italia che entro la fine della settimana gli avrebbe comunicato che tipo di farmaci gli avrebbe prescritto (o se sarebbero serviti), e soprattutto per quanto tempo si sarebbe dovuto fermare. Inoltre aggiunse che secondo lui Italia era una persona con una mente affascinante, intelligente come pochi.

La settimana proseguì come al solito, tra le sedute con il dottor Svizzera, le visite degli amici di Italia, i pigiama party di Australia e Italia.
Australia si riprese e la presenza di Italia lo incoraggiò ad aprirsi con il dottor Svizzera (quest'ultimo rimase molto sorpreso di vederlo reagire a quel modo, quindi cominciò a pensare che Italia era un ottima influenza per lui, anche se aveva paura, perché nonostante ciò Italia non era guarito, soffriva ancora, aveva solo trovato un po' di forza mentale per farsi vedere forte davanti a tutti, ma tra non molto sarebbe finita quella forza; o almeno così pensava), e la cosa che sorprese ancora di più il dottore fu che Australia volle parlare di suo padre, di come lo faceva sentire oppresso, inutile e senza un significato. 
Italia invece sembrava più determinato a far vedere di essere collaborativo e in via di guarigione in maniera quasi ossessiva, il dottore Svizzera cominciò a pensare che fosse per via di Germania, che si sforzasse per poterlo rivedere fuori da quella struttura, e questo doveva essere un bene, ma non ne era convinto. Quando Italia parlava con lui sembrava come se allontanasse la sua mente, lasciava che le parole raccontassero i suoi ricordi peggiori, ma la sua coscienza sembrava altrove, come se potesse ordinare al proprio corpo di fare una cosa e poi allontanarsi da quest'ultimo. 

<Australia!> esclamò Italia.
<Che c'è?> chiese Australia con sguardo innocente, nascondendo il telecomando dietro la propria schiena. 
<Avevi promesso che avremmo guardato questo film, non puoi cambiare idea!> lo sgridò Italia.
<Ma tu vuoi guardare un film noiosissimo!> ribatté il ragazzo, stringendo tra le braccia uno dei peluche che amava di più: panda rosso. 
<Lo avevamo scelto insieme e avevi detto che ti andava bene.> disse deluso Italia, seduto sul proprio letto a guardare il giovane dall'altra parte della stanza, che cercava di nascondersi dietro tuti quei peluche. 
<Beh adesso non mi va più.> disse Australia distogliendo lo sguardo dal compagno di stanza. 
<E allora cosa vuoi guardare?> chiese Italia, sbuffando per il capriccio del ragazzo. 
<Un film romantico...> sussurrò con una fievole voce. 
<Non ti ho sentito.> 
<Un film... romantico, va bene?!> esclamò in imbarazzo Australia. 
<Okay, non me ne intendo, quindi lascio il comando a te.> disse Italia, sdraiandosi sul proprio letto per osservare il soffitto. Non faceva Australia un tipo da film romantici, ma la cosa non l'ha stupito poi così tanto. 

[•••]

<Germania!> urlò Giappone dal salotto.
<Dimmi!> rispose Germania dalla propria stanza. 
<Il dottore ha chiamato e ha detto che oggi pomeriggio vorrebbe parlarti di Italia!> urlò e Germania si precipitò dall'amico. 
<Perché? Gli è successo qualcosa? O ha fatto lui qualcosa?> chiese in preda alla preoccupazione. 
<No, no, tranquillo. Ha detto che deve parlarti di quando avrebbe intenzione di rilasciare Italia. 
<Così presto? Ricordo che avesse detto che ci voleva più tempo per stabilirlo. Perché ha cambiato idea?> chiese Germania e Giappone fece spallucce.
<Non ne ho idea, chiediglielo tu oggi pomeriggio.> disse Giappone per poi sospirare. 
<Vuoi che ti accompagni? Così faccio anche visita ad Italia.> gli propose e Germania accettò, sicuro che la sua presenza avrebbe reso felice Italia. 

<Italia!> esclamò Giappone entrando nella stanza. Italia alzò la testa e non appena lo vide gli si formò un ampio sorriso sulle labbra. Si alzò e andò ad abbracciare il suo amico. Nel frattempo Australia si fece minuscolo tra tutti i suoi peluche, cercando di concentrarsi unicamente sul film che voleva guardare assieme ad Italia. 
<Come stai?> gli chiese Italia e Giappone cominciò a raccontargli a raffica di tutto ciò che gli accadde, compreso il litigio con Sud Corea e gli incontri con Nord Corea. 
<Perché hai litigato con il tuo amico? Cercava solo di proteggerti.> intervenne Australia, che oramai era stato costretto a mettere in pausa il film e ascoltare quel ragazzo preso nel suo racconto.
<Beh perché non mi piace che mi si nascondano delle cose! Se poi quella persona usa la scusa che voleva solo proteggermi, mi fa solo che infuriare ancora di più.> spiegò Giappone, con un tono di voce un po' offeso. 
<Secondo me stai esagerando. Alla fin fine il tuo amico ha cercato di proteggerti da qualcuno che non sapeva neanche esprimere se stesso, penso che anche tu avresti fatto lo stesso.> rifletté Australia. 
<Penso che sia sbagliato comunque.> rispose Giappone, infastidito. 
<Beh Australia non ha tutti i torti, per te era una cosa brutta da fare, ma alla fine eravate molto giovani all'epoca e soprattutto nessuno di voi aveva abbastanza esperienza per affrontare una cosa del genere nel modo più corretto possibile nei confronti di tutte le persone coinvolte. Prova a capire entrambi.> intervenne Italia, cercando di calmare Giappone. 
<Non hai tutti i torti, però odio quando mi nascondono le cose. Non lo sopporto.> sussurrò l'ultima frase, per poi sospirare e abbracciare Italia.
<Manca la tua presenza a casa.> disse Giappone e Italia gli sorrise, cominciando ad accarezzargli la testa. 
<Comunque c'è anche Germania.> disse Giappone, come se si fosse ricordato del motivo per cui era qui. 
<E dov'è?> chiese Italia, guardando fuori dalla porta. 
<Sta parlando con il dottore.> rispose Giappone. Italia annuì, intuendo il motivo per cui Germania fosse stato convocato dal dottore Svizzera. 

[•••]

<Salve.> 
<Salve, come va?> chiese il dottore e Germania sospirò.
<Potrebbe andare meglio se Italia tornasse a casa.> rispose Germania e il dottore annuì.
<Allora penso sia meglio che io vada al dunque: non prescriverò nessun farmaco ad Italia e potrà andarsene tra un anno. Ovviamente questo potrebbe cambiare, ma dipende tutto dal paziente. Però credo che non ci sia bisogno di mettere in dubbio la sua forza di volontà.> spiegò brevemente il dottore. Germania cercò di scacciare alcune lacrime e sorrise pieno di gioia.
<Inoltre sta influenzando in modo positivo il suo compagno di stanza. Oramai tutto il reparto era convinto che non ci fosse più niente da fare per lui, ma qualcosa è cambiato dall'ultima volta che ha provato a uccidersi. Presumo fosse proprio la presenza di Italia.> disse e Germania non seppe come rispondere. Italia non gli aveva raccontato di questa cosa.
<Penso sia meglio lasciarti andare dal tuo amato.> disse Svizzera, interrompendo il silenzio di Germania. 
<Grazie.> rispose Germania, prima di salutarlo e uscire dall'ufficio del dottore. 
Si diresse verso la stanza di Italia e quando varcò la porta si ritrovò Giappone e Australia litigare in modo animato, e Italia di lato che cercava di calmarli (senza riuscirci). 
<Che succede?> chiese Germania, avvicinandosi ai tre ragazzi. I due litiganti lo guardarono male e ripresero a litigare animatamente, mentre Italia si avvicinò e lo abbracciò. 
<Stanno litigando sulla vita amorosa di Giappone.> spiegò in breve Italia, prima di lasciare un piccolo bacio sulla guancia di Germania. 
<E perché?> chiese incuriosito Germania.
Italia sospirò e scacciò qualcosa con la mano: <Lasciali perdere, non so quali dei due sia più un bambino.> Detto questo Italia si sdraiò suo letto, assieme a Germania, e si addormentò abbracciato a lui. 

#spazioautrice
Ciao! Come state?
Il capitolo è un po' cortino, ma spero vi sia piaciuto comunque!
Comunque non manca molto alla fine di questa storia (anche se non ho ben chiaro il finale).


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