𝑪𝒉𝒂𝒑𝒕𝒆𝒓 𝒏𝒊𝒏𝒆𝒕𝒆𝒆𝒏 • 𝓛𝓪 𝓼𝓽𝓸𝓻𝓲𝓪 𝓭𝓲 𝓖𝓲𝓪𝓹𝓹𝓸𝓷𝓮

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Presi il telefono e guardai se avessi delle notifiche da parte di mia madre, ma niente. Forse neanche oggi tornerà a casa.. dopotutto deve sistemare alcune faccende a Nagasaki e Hiroshima. Anche se potrebbe inviarmi un messaggio ogni tanto..
Ora che ci penso, dopo la morte dei suoi amici, Italia Fascista e Third Reich, non ho più rivisto Italia. Chissà come sta..
«Giappone, studiamo insieme oggi?» chiese Cina avvicinandosi al mio banco, svegliandomi dai miei pensieri. Annuii e finii di sistemare le mie cose all'interno della mia borsa.
Finito di sistemare, presi la borsa e - assieme a Cina - ci incamminammo verso l'uscita dell'edificio, dovendo passare dal cortile principale della scuola, dove riuniva molti studenti in gruppetti. C'era un gruppetto molto famoso nella nostra scuola: quello di Nord Corea. Non è un tipo molto gentile, prende in giro tutti, compreso me. Non so perché, ma quello che mi dice mi colpisce nel profondo, cominciando a tormentarmi. Cina dice che sono semplicemente troppo insicuro e che dovrei mandarlo a fanculo, ma non riesco. Sarei troppo maleducato..
Camminiamo mentre Cina mi parlava delle sue idee conclusi gli studi, e in quel preciso istante incrociai lo sguardo di Nord Corea. Distolsi immediatamente lo sguardo, spostandolo in basso e cercando di prepararmi a un'imminente presa in giro. Si sapeva, Nord Corea aspettava che le sue vittime lo guardassero per un secondo, solo per attaccare briga con esse. Solitamente ero bravo a evitare di guardarlo senza farmi beccare, ma questa volta devo aver fallito, e ora ne pagherò le conseguenze.
«G-giappone!» sentii una voce alle mie spalle chiamarmi. Voltai leggermente la testa e vidi Sud Corea - fratello gemello di Nord Corea - corrermi incontro. Cina si fermò e guardò, prima me e poi Sud Corea, confuso.
«Uhm dimmi..» dissi a Sud Corea, appena era abbastanza vicino da poter parlare.
«E-ecco.. non sono r-riuscito a prendere appunti durante la lezione di chimica.. potresti p-passarmi gli appunti? Se l'unico che prende appunti, oltre me.. e-ecco..» balbettò a disagio. Sud Corea era il polo opposto di Nord Corea. Era gentile, timido e disponibile se qualcuno avesse avuto bisogno di aiuto. Non siamo amici - o almeno, non lo ritengo amico -, poiché parliamo poco, e se lo facciamo è per passarci appunti o fare coppia assieme per ricerche di scuola. Niente di più, niente di meno.
Sorrisi e aprii la borsa, in cerca del quaderno di chimica. Lo trovai e glielo diedi.
«Nessun problema. Ah ci sono alcuni disegni qua e la, ma non farci caso..» dissi ricordandomi delle piccole bozze di un manga yaoi che avevo provato a copiare. Spero non si sconcerti..
«Grazie-e mille!» esclamò sorridente Sud Corea, mettendo nello zaino il mio quaderno di chimica, incamminandosi verso il gruppo di suo fratello, Nord Corea. Vidi con la coda dell'occhio lo sguardo di Nord Corea puntato su di me. Non sembrava che volesse venire da me a prendermi in giro o altro, sembrava un po' perplesso. A che starà pensando?
«Ma non ti sta antipatico?» mi chiese Cina sospirando. Alzai lo sguardo - poiché Cina è un gigante, in confronto a me - e lo guardai confuso.
«Intendi Sud Corea?» chiesi e lui annuì.
«No, è simpatico. O almeno così mi sembra.» dissi e lui fece spallucce.
«Credo sia orribilmente dolce.» disse e inarcai un sopracciglio, scombussolato.
«Perchè pensi questo?» chiesi mentre riprendemmo a camminare verso l'uscita della scuola.
«Perchè fa il dolce e gentile solo con te e i professori. Non l'ho mai visto essere così smielato con qualcun altro all'infuori di te e dei professori.» disse Cina e realizzai che effettivamente era così. Sud Corea ignorava le altre persone, solo se non aveva i professori che lo guardavano. Ma perché con me è così?
«Ma perché si comporta anche con me così?» chiesi e lui mi guardò come se la risposta fosse ovvia.
«Gli piaci, no?» disse e arrossii vistosamente.
«M-ma che dici! Sarà per un altro motivo.. è impossibile..» sussurrai in imbarazzo. Non so perché, ma sapere che io possa piacere a qualcuno in quel senso, mi mette in imbarazzo. Non ha molto senso, ne sono consapevole, ma non posso farci niente, è così.
«E a te piace?» mi chiese Cina, guardandomi di sottecchi. Scossi la testa, sospirando.
«Sai, non credo che mi fidanzeró mai.» dissi e Cina si fermò, guardandomi con una faccia frastornata.
«Perchè?»
«Non credo di poter reggere una relazione..» dissi guardandomi le scarpe.
«Ma non eri tu quello che sclerava appena vedeva una coppia gay?» disse Cina con un sopracciglio inarcato.
«Credo che sia più fatto per sclerare sull'amore altrui.» dissi e Cina annuì, senza aggiungere altro al discorso. Anche se non sembra, la mia situazione sentimentale mi confonde, e parecchio. Non ho mai avuto quelle cotte, non mi è mai piaciuto qualcuno a tal punto di desiderare di baciarlo o abbracciarlo, mi sembra di essere destinato a non avere una relazione amorosa. Ma non importa, alla fine la vita non si basa su ciò, ma su altro.

Quello Che Nascondi Dietro Al SorrisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora