𝑪𝒉𝒂𝒑𝒕𝒆𝒓 𝒕𝒘𝒆𝒏𝒕𝒚

1.4K 81 119
                                    

«Beh la cosa positiva è che Italia ha un compagno di stanza della sua età.» disse Ucraina, cercando di guardare il lato positivo.
«Oh ma dov'è mio fratello?» chiese Canada, accorgendosi dell'assenza del fratello.
«Sarà in camera con mio fratello.» suppose Ucraina, andando a sedersi sul divano, seguito da Canada.
Giappone si avvicinò ai due e disse: «Domani starò via per tutto il giorno, devo risolvere un problema. Se uno di voi andrà da Italia ditemi come sta, va bene?»
Ucraina e Canada annuirono, mentre Spagna abbassò il capo e si diresse in camera di suo fratello Italia, dove in questo momento si trovava Portogallo. Bussò alla porta un paio di volte, ma non ebbe risposta. Appoggiò la schiena sulla porta e si fece cadere piano piano a terra, sentendo la stanchezza avvolgerlo, portandolo fra le braccia di Morfeo, che lo avrebbe cullato e consolato per tutta la notte.

Poche ore dopo andarono a letto anche Ucraina e Canada, mentre Giappone si rinchiuse in camera, lavorando sul suo nuovo libro.

Ma Germania? Cosa stava facendo? Cosa stava pensando? Cosa stava provando? Beh niente, solo vuoto. Si sentiva vuoto senza Italia. Come se qualcuno gli avesse strappato via la cosa più preziosa della sua vita. Molte domande affollavano la sua testa: come stava? Il suo compagno di stanza lo trattava male? Svizzera lo avrebbe realmente aiutato? Cosa avrebbe dovuto fare ora? Ogni minima cosa che pensava che potesse aiutare e rassicurare Italia si autoconvinceva che non servisse a niente. Non sapeva cosa fare per aiutarlo. Portargli dei libri? No, non sarebbero serviti a molto. Portargli dei peluche? Italia non è un tipo che ama questo genere di cose.
L'unica cosa che era sicuro aiutasse Italia era la sua presenza. Sarebbe andato ogni giorno a fargli visita, anche senza parlare. Stare solo vicini, senza dire niente, guardandosi negli occhi. Anche se sarebbe stato doloroso per Germania. Guardare quegli occhi tristi e privi di vita, occhi che chiedevano pietà, urlavano di voler essere liberi da quel dolore che avvolge Italia. Era dura, ma non avrebbe distolto lo sguardo neanche per un secondo. Sarebbe disposto a tutto pur di aiutarlo, pur di rimanere vicino a lui. Tutto questo perché lo ama.

[•••]

«Australia devi prendere le tue medicine.» disse l'infermiera, continuando a insistere da venti minuti. Australia non era quel tipo di paziente che faceva storie per prendere le medicine, ma a quanto pare oggi non voleva prenderle.
«Australia così sono costretta a chiamare il dottor Svizzera!» esclamò l'infermiera, appoggiando le braccia sui fianchi, guardandolo con gli occhi serrati, cercando di essere autoritaria. Si è molto affezionata ad Australia e sa quanto abbia sofferto, però certe volte la manda in bestia. Vorrebbe aiutarlo, ma è sempre distaccato e freddo.
«Chiamalo, sai che me ne frega.» disse Australia, nascondendo il viso sul peluche a forma di canguro. L'infermiera sospirò e uscì, lasciando il carrello delle medicine davanti il letto di Australia.
Australia alzò leggermente la testa dal peluche, guardando nella direzione del letto d'Italia. Era curioso, non aveva mai visto un paziente così tranquillo e pacato come lui.
Italia alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo e notò lo sguardo di Australia rivolto a lui. Gli accennò un sorriso e Australia distolse lo sguardo, facendo finta di niente. "Sembra un bambino.." pensò Italia divertito.
«T-tu non prendi queste schifezze?» chiese Australia, nascondendo il viso sul peluche a forma di canguro.
«Da quando ti interessi delle medicine altrui?» chiese una voce all'entrata della stanza. Australia e Italia guardarono nella direzione della voce e video Svizzera divertito. "Allora ho fatto bene a metterli in stanza insieme." pensò Svizzera.
«Mi chiedevo perché io devo prendere queste schifezze mentre lui no..» sussurrò Australia in imbarazzo.
«Perchè tu hai una diagnosi, lui no. Ora mi spieghi come mai non vuoi prendere le tue medicine?» chiese dolcemente Svizzera. Australia fece spallucce e l'infermiera sospirò.
«Non mi va di soministrargliele con la forza..» disse e Australia la guardò male. Australia odia gli aghi.
«Non importa, per questa volta puoi anche saltare.» disse Svizzera sospirando. Australia si alzò dal letto, abbracciando il suo peluche a forma di koala e portó il carrello fuori dalla stanza. Odiava l'odore che emanava. Troppi medicinali.
«Ah domani viene tuo padre a trovarti.» disse Svizzera, aspettando di vedere la reazione di Australia. Dal suo canto, Australia, lo guardò annoiato e alzò le spalle, segno che non gli interessava niente.
«Allora dormirò.» disse e Svizzera sospirò.
«Non ti manca?» chiese e Australia inarcò un sopracciglio.
«Perchè mai dovrebbe mancarmi la persona che mi ha rinchiuso qua?» chiese Australia. Svizzera scosse la testa e diede la buona notte, uscendo dalla stanza, lasciando la porta aperta. Australia si sdraiò a letto e si nascose sotto tutti i pupazzi che aveva nel letto. Italia appoggiò il libro sul comodino e piano piano si addormentò.

Quello Che Nascondi Dietro Al SorrisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora