𝑪𝒉𝒂𝒑𝒕𝒆𝒓 𝒕𝒘𝒆𝒏𝒕𝒚-𝒕𝒘𝒐 • 𝓛𝓪 𝓼𝓽𝓸𝓻𝓲𝓪 𝓭𝓲 𝓝𝓸𝓻𝓭-𝓒𝓸𝓻𝓮𝓪

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«Non puoi capire che rabbia mi fa venire quel fr*cio di merda!»
Dov'è Giappone? Solitamente a quest'ora esce da scuola assieme a quello strambo di Cina.
«Evita di dire parole così pesanti.» lo sgridò mio fratello. È inutile, ha la testa vuota.
Oh eccolo! È.. carino anche oggi.
«Non mi piace che stia sempre con Cina.» sussurrò mio fratello, prima di avviarsi verso Giappone, per parlargli. Di cosa staranno parlando? Perché lui riesce a parlargli con così tanta tranquillità?
Giappone non sembra interessato in quel modo a Sud..

[•••]

Uscii fuori dal cancello e Sud ci raggiunse.
«Ma perché parli a quello sfigato di Giappone? Lo sai che disegna i fr*ci mentre scopano? Che schifo!» esclamò il coglione del gruppo.
«Saranno cazzi suoi no?» lo difesi instintamente.
«Perchè lo difendi?»
«Non lo stavo difendendo, ma odio sentir sempre parlare di lui.» dissi inventandomi la prima scusa che mi veniva in mente.
«Beh ultimamente Giappone è poco tormento e tu sembri sempre di più un rammollito.» disse e lo guardai malissimo. Io? Un rammollito? Solo per via di Giappone? Mai.
«Vedrai chi è il rammollito.» dissi in tono di sfida, lui ghignò e ognuno di noi si incamminò verso casa.

[•••]

Se non sbaglio quel imbecille deve aver ordinato a tutta la classe di non presentarsi in aula 37 oggi.
Entrai e la trovai vuota. Mi sedetti in seconda fila e appoggiai la testa, facendo finta di dormire.
Pochi minuti dopo arrivò Giappone e lo vidi che cominciò a disegnare. Quando disegna è davvero bel- mh no. Ora devo fare come da programma, come nelle battute che mi sono scritto. Non devo dimenticarle mentre lo guardo negli occhi. Non devo innamorarmi ancora di più, mi fa solo che male. Mi rende debole e fragile, e io non sono così.

[•••]

Salii sul primo autobus che portava verso casa, senza guardare l'orario. Mi sedetti e guardai fuori dal finestrino, ho davvero avuto il coraggio di dirgli tutte quelle orribili parole? Ora non posso più tornare indietro. Ora mi odierà per sempre e io non sono riuscito nel mio intento. Più lo guardo negli occhi più mi rendo conto di essere spacciato. In questo momento il mio cuore sembra spiaccicato da un peso enorme, non riesco neanche a piangere per quanto faccia male. Perché gli ho detto quelle parole orribili? Perché mi sono comportato in questo modo? L'ho fatto soffrire e la cosa è ricaduta anche su di me. Ora non avrò neanche più il diritto di guardarlo. Faccio schifo.
Cominciai a piangere, le lacrime scorrevano come una cascata, era impossibile fermarle.
Mi dispiace Giappone.

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