𝑪𝒉𝒂𝒑𝒕𝒆𝒓 𝒕𝒘𝒆𝒏𝒕𝒚-𝒕𝒉𝒓𝒆𝒆

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Germania si diresse all'entrata dell'ospedale psichiatrico, cercando di ricordarsi la strada della stanza di Italia. Dopo svariati minuti la trovò e vide dalla soglia della porta Italia sul suo letto, mentre leggeva un libro. Sembrava abbastanza sereno, era una cosa positiva. Germania sorrise ed entrò nella stanza, avvicinandosi di soppiatto al letto di Italia. Gli coprì gli occhi e chiese: «Sai chi sono?»
Italia rise e annuì, chiuse il libro e fece spazio nel letto a Germania. Quest'ultimo si sdraiò accanto a lui e lo abbracciò forte a sé.
«Mi sei mancato.» sussurrò Italia, mentre si godeva quel semplice abbraccio che tanto amava.
«Anche tu, non puoi immaginare quanto.» sussurrò Germania, cercando di trattenere le lacrime. Italia lo guardò e gli diede un piccolo bacio sotto l'occhio.
«Se hai bisogno di sfogarti, fallo, nessuno vedrà le tue lacrime oltre a me.» disse Italia sorridendo. Germania annuì e lasciò le lacrime libere di andare, di mostrare i suoi sentimenti a Italia.
Italia prese la coperta e la mise sopra alle loro teste, per poi dare innumerevoli baci sulle gote di Germania. Quest'ultimo sorrise e in pochi minuti smise di piangere.
«Ti amo.» disse Germania. Il cuore di Italia ebbe un piccolo sussulto e un grande sorriso crebbe sulle sue labbra in un baleno.
«Ti amo anche io, Germania.» sussurrò Italia, nascondendo la testa sul petto di Germania, accoccolandosi su di lui.

[•••]

Giappone, dopo molte ore di viaggio, finalmente fermò l'auto e scese, cominciando a sgranchirsi le gambe e la schiena.
«Ho male dapertutto.» sussurrò prendendo il telefono dalla tasca, per controllate l'orario. "Sono le 16.34, che sia a casa? Non so che lavoro faccia, spero solo che ci sia" pensò Giappone.
Giappone si avvicinò al citofono, cercò il nome della persona che stava cercando e quando la trovò suonò il suo campanello.
Non dovette aspettare molto tempo che una voce gli rispose: «Chi cazzo sei?»
"Vedo che non è cambiato.." pensò Giappone.
«Sono Giappone, un tuo ex compagno di scuola..» fece una breve pausa.
«.. necessito di parlarti urgentemente, se per te non è un problema.» concluse.
«Di cosa vuoi parlare?»
«È un argomento di cui è meglio parlare faccia a faccia.» rispose Giappone.
«Va bene.» disse e aprì il cancello.
«Terzo piano, appartamento numero 24.»
"Finalmente potrò risolvere questo mio problema lasciato in sospeso" pensò Giappone.

[•••]

«Ora che ricordo, Giappone mi ha chiesto di darti questa lettera.» disse Germania, porgendo la lettera a Italia. Italia la prese e la mise in mezzo alle pagine del libro che stava attualmente leggendo.
«Ti piace tanto leggere?» chiese Germania e Italia annuì.
«Mi piace soprattutto quando riesco ad immedesimarmi nel personaggio principale, poter provare i suoi stessi sentimenti. È una cosa che ho sempre amato, fin da bambino.» disse Italia sorridendo. Germania lo strinse ancora più forte.
«Vorrà dire che ogni tanto ti porterò alcuni libri.» disse Germania e Italia sorrise felice.
«Grazie mille.»
«Se dovete fare i piccioncini andate altrove, grazie.» disse una voce alle loro spalle. Italia alzò lo sguardó e vide Australia con un peluche a forma di canguro in braccio.
«Ciao Australia, com'è andata la visita da Svizzera?» chiese Italia. Australia alzò le spalle e si sedette sul suo letto, prendendo il telefono e cominciando a giocare ad among us, uno dei suoi giochi preferiti di quest'ultimo periodo.
Germania guardò l'ora e si ricordò che in frigo non c'era un bel niente.
"Se non vado a fare la spesa, moriremo di fame stasera." pensò Germania, un po' triste all'idea di lasciare così presto Italia.
«Italia io devo andare a fare una commissione, ci vediamo domani mattina?» chiese Germania, alzandosi in piedi. Italia per un momento sembrava tristissimo ma poi si ricordò che non poteva mica obbligare Germania a stare per sempre con lui, e inoltre lui aveva un lavoro e una casa da portare avanti. Lui gli stava solo aumentando la lista delle cose da fare e perciò si sentì terribilmente in colpa.
«Certo, a quest'ora?» chiese Italia sorridendogli.
«Va bene.» disse Germania, dando un bacio a stampo ad Italia. Uscì dalla stanza e Italia si sdraiò, immaginando di essere fra le braccia di Germania. Poco dopo si addormentò, con le grida di rabbia di Australia - essendo stato ucciso dall'impostore -.

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