Capitolo 14

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Mentre la sera inizia a calare anche la folla si dirada e solo piccoli crocchi qua e là rimangono in strada. Renzo inizia allora a cercare una locanda in cui sfamarsi ma viene distratto dai discorsi di un gruppo di persone che lo spingono a tenere un piccolo comizio in cui, fomentato dall'eccitazione degli avvenimenti e dalla sua storia personale, inizia a parlare di prepotenze e ingiustizie proponendosi come ambasciatore per andare a parlare con Ferrer il giorno dopo. I presenti applaudono e gli danno appuntamento per l'indomani in piazza del Duomo. A questo punto uno sbirro travestito si offre a lui come guida e, tra una domanda e un'altra, lo accompagna fino ad un'osteria la cui insegna ha l'immagine di una luna piena. Una volta giunto il giovane si rifiuta di dare le proprie generalità all'oste ma poi, spinto dal vino che lo rende sempre più loquace, finisce col cadere nel tranello del poliziotto rivelandogli il proprio nome. Rimasto quindi solo ed essendo sempre più ubriaco, Renzo, via via stuzzicato dagli altri clienti, inizia a straparlare facendo a voce alta i nomi di Don Rodrigo e di Don Abbondio mentre nella sua mente e nel suo cuore si fa di nuovo strada il pensiero di Lucia.

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