Capitolo 37

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Renzo si dirige verso il suo paese tra pensieri di felicità indisturbati dalla pioggia torrenziale che subisce per tutta la notte, inconsapevole che avrebbe lavato via la peste dalla città. Mentre pensa alle nozze vicine, a tutte le vicende che ha dovuto sopportare e a quanto sembrano piccole in confronto alla sua letizia arriva in mattinata al paese. Arrivato a casa del suo amico d'infanzia con cui si era già confidato prima della partenza per Milano, dopo un pranzo ristoratore racconta tutte le avventure accadute e il luoghi visti, trascorrendo così un giorno intero tra racconti e lavoro alla vigna. Il giorno dopo parte per Pasturo e, trovata Agnese, le riferisce le ultime notizie su Lucia e le vicissitudini passate, ad una sicurezza di distanza, poiché la donna non era stata contagiata. Recatosi da Bortolo, scopre con gioia che la peste inizia a dar segni di cedimento. Lì compra i mobili per la futura casa, visto che i prezzi erano buoni (c'era più merce che compratori). Ritorna a Pasturo e accompagna Agnese a casa, dove si dà da fare per accogliere la mercantessa che si era presa cura di sua figlia. Mentre aiuta l'amico nei campi evita don Abbondio, per evitare uno scontro inutile che avrebbe complicato solo le cose. Mentre Lucia passa la quarantena nella casa della mercantessa, scopre alcuni particolari sulla vita di Gertrude, che dopo esser stata riconosciuta di alcuni atti peccaminosi, vive in penitenza reclusa in un monastero per volere del cardinale e sua. Apprende anche la dolce morte di Cristoforo e così quella di donna Prassede e don Ferrante, uno dei letterati che aveva sostenuto fino alla fine l'inesistenza della peste con ragionamenti scientifici e naturalistici.

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