XII

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e io che non ricordo più la leggerezza di un discorso scemo

di ridere per niente, di fregarmene un po' meno

Le cose tra di loro, dopo quella sera, stavano andando bene – meglio, addirittura, di quanto Manuel si fosse concesso di sperare: Simone sembrava non ricordarsi ciò che era successo o quantomeno lo ignorava totalmente e, così, entrambi potevano fingere non fosse successo niente.

Alla fin dei conti, sembrava realmente stesse andando tutto bene. Quello in corso si stava rivelando un periodo tranquillo per il loro rapporto: erano molto più vicini di quanto non lo fossero all'inizio, ma finalmente avevano provato a confinare quello che c'era tra loro ad un rapporto d'amicizia, che non sfociava in nient'altro – né in sesso occasionale, né in una relazione.

Manuel pensava di starsela vivendo bene, nonostante le occhiate eloquenti e le parole preoccupate di Lapo ogni tanto gli facessero dubitare di questa verità. La realtà era, comunque, che di certo se la stava vivendo meglio di quanto avrebbe mai potuto immaginare – e continuava a ripetersi che andasse bene così. D'altronde, quante più volte una bugia viene ripetuta, tanto più vera sembra. L'unica menzogna che non aveva mai cercato di propinare a se stesso riguardava l'amore incondizionato e incessante che continuava a provare per Simone.

Crescendo, Manuel aveva speso poco del proprio tempo in elucubrazioni mentali riguardo al concetto dell'amore – per quanto, anche per lui, l'amore fosse una delle forze principali che faceva girare il mondo. Si era sempre limitato, piuttosto, a viverlo e a sentire forte nel petto il rombo di quell'emozione che tanto riusciva a condizionare gli uomini nelle loro scelte, quotidiane e non.

Adesso che l'amore non poteva più viverlo, che era consapevole degli sbagli che lo aveva portato a fare, del dolore che questi sbagli avrebbero potuto commettere, sentire la forza di quel benedetto sentimento nel petto gli risultava inutile. Anche sentire le mani formicolare ogni volta che si ritrovava a dover privare di una carezza il volto di Simone; il sorriso che gli nasceva sul volto quando lo vedeva imbarazzarsi per qualcosa di stupido; la voglia costante di racchiuderlo tra le braccia e lasciargli leggeri baci sui capelli; tutto quello gli sembrava inutile.

Adesso che l'amore non poteva più viverlo, che non aveva più la possibilità di renderlo utile a qualcosa – a far star bene Simone – si limitava a pensare, ogni tanto, al suo significato. Provava a cercare una soluzione a quel vuoto incolmabile che gli bucava il petto all'idea che non ci fosse altro, non ci fosse un e vissero felici e contenti ad aspettarli da un momento all'altro. Provava a cercare un fine, una motivazione a quei sentimenti a tratti opprimenti che ora un fine ultimo non ce l'avevano più – che ora erano lì, ad occupargli gran parte del cuore senza lasciare lo spazio necessario a nient'altro. Erano lì, e Manuel era consapevole non se ne sarebbero andati mai – proprio lui, che nei per sempre e nei mai era sempre stato troppo razionale e disilluso per crederci.

Fosse stata quella la pena da pagare per aver passato la vita a prendersi gioco della gente che credeva veramente nell'amore eterno, quello intoccabile e incondizionato da film, quasi Manuel avrebbe capito il perché di tutta la situazione che stavano vivendo. A volte si trovava a sperare di essere in una serie TV, di essere il protagonista sfigato e destinato a una vita di disperazioni, che doveva essere d'esempio per gli spettatori, come un'ammonizione grande e grossa di quello a cui si va incontro quando ci si comporta da stronzi. A Manuel avrebbe fatto piacere, se fosse stato così: perlomeno il suo dolore non sarebbe stato provato a vuoto, perlomeno il suo dolore aveva un significato ultimo: insegnare qualcosa a qualcuno.

Eppure una roba del genere non era vera, o quantomeno non poteva saperla: anche fosse stato il protagonista di un benedetto film, l'autore non glielo avrebbe fatto mica presente per una questione di trama, per non andare a sovrapporre due mondi diversi, due multiuniversi.

Mantieni il bacio · SimuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora