Erase this

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the d a r k n e s s to your l i g h t
the h a t r e d to your l o v e

La prima sensazione che Clary aveva provato era stata la confusione. Aveva un dolore pulsante alla testa, era come se qualcuno gliela avesse sbattuta violentemente contro il muro. Immagini e suoni le turbinavano nella mente, come se dopo tanto tempo ogni ricordo stesse cercando di ritrovare il proprio posto.
Eppure non c'era davvero tutto, si era poi resa conto. C'era ancora qualcosa che mancava, qualcosa di sfocato che non combaciava con il resto. La sua memoria era come un puzzle incompleto di cui alcuni tasselli fossero andati perduti.
Era rimasta in ginocchio su quel pavimento per dieci minuti, gli occhi spalancati fissi su una mattonella mentre nella sua testa cercava di ricollegare ciò che era successo negli ultimi cinque mesi al suo passato. Inutilmente. Una nube avvolgeva quanto successo tra l'ultima volta in cui ricordava di essere rientrata all'Istituto insieme a Jace, Isabelle e Simon dopo aver cenato da Taki e il momento in cui si era svegliata tra le braccia di suo fratello che le diceva che aveva preso una brutta botta in testa durante un allenamento.
La seconda cosa che aveva sentito era stata l'incredulità, subito seguita dalla rabbia. Gli ultimi cinque mesi della sua vita erano stati una bugia, una bugia di cui tutto ciò che la circondava era il simbolo: i souvenir sulla scrivania, i vestiti che lui le aveva regalato accumulati sulla sedia, tutto. Furiosa, si era alzata in piedi di scatto afferrando il primo soprammobile a portata di mano e scagliandolo a terra. A quello erano seguiti tanti altri oggetti, libri, fotografie incorniciate che erano andate in pezzi.
Per cinque mesi, le aveva fatto credere di aver avuto un'amnesia causata dalla contusione e di essersi dimenticata ogni cosa. Le aveva detto che era orfana, le aveva insegnato a non fidarsi del Conclave né di nessun altro Shadowhunter al di fuori di lui, l'aveva praticamente rinchiusa in casa, facendola uscire unicamente quando era con lui e lasciandola spesso per più giorni da sola, con i libri come unico passatempo. Ma le aveva anche insegnato un sacco di cose stupefacenti sul loro mondo, l'aveva fatta allenare nel combattimento finché non era diventata davvero forte, quando era con lei la portava sempre a visitare i posti che sapeva le sarebbero piaciuti di più, la accontentava in ogni piccola cosa e in generale si era sempre comportato come il fratello migliore che si potesse desiderare. E ora aveva scoperto che quelle erano tutte bugie.
Clary si era asciugata stizzita una lacrima traditrice che minacciava di rigarle la guancia.
Perché aveva fatto tutto questo? Era alla sua mercé, avrebbe potuto farle credere qualsiasi cosa, farle qualsiasi cosa, e invece l'aveva trattata come il migliore dei fratelli. Perché?
A quel pensiero, passata l'iniziale tristezza, si era fatta rapidamente strada tra le sue emozioni la paura. Una sensazione penetrante di gelo l'aveva invasa improvvisamente.
Lui sarebbe tornato a casa da un momento all'altro, cosa doveva fare?
Aveva pensato di scappare, ma non sapeva come raggiungere Alicante e per quel che ne sapeva, tra i tanti incantesimi di protezione che Sebastian aveva posto intorno alla tenuta ce ne poteva essere anche uno per non farla fuggire, che magari lo avrebbe anche avvertito del tentativo. Clary aveva tremato. E se si fosse già accorto che aveva riacquistato i ricordi?
No, l'unica cosa che poteva fare era farsi trovare pronta. Si era fiondata di sotto e controllando continuamente il giardino dalla finestra aveva iniziato a cercare come una pazza nei cassetti della cucina.

«E così Ithuriel ha fatto il suo lavoro, eh?»
Lui ha capito, è chiaro. Dopotutto, i miseri sei coltelli che è riuscita a trovare - cinque, ora, la sua mira non è mai stata ottima, ma sperava che almeno un bersaglio così vicino sarebbe riuscita a colpirlo, con l'effetto sorpresa e tutto - sono un segnale difficile da fraintendere.
Eppure, sebbene abbia palesemente compreso, sul suo volto non c'è traccia di rimorso, paura, rabbia. Non c'è assolutamente nulla.
La scruta in silenzio per un po', mentre lei si mette in posizione di difesa aspettandosi un contrattacco da un momento all'altro, infine sospira. «Bene, se è proprio inevitabile... Immagino di essermelo meritato, dopotutto,.»
Per un momento Clary non capisce cosa voglia dire, ma le sue parole seguenti la spiazzano.
«Avanti, sorellina», la invita Sebastian spalancando le braccia, «hai un minuto per prendermi lo stilo.»
Uno schiaffo farebbe meno male. È come il loro allenamento giornaliero, quando Jonathan le dà un tot di tempo per colpirlo, per trovare qualcosa, per raggiungere un obiettivo. Ma questa non è un'esercitazione, non è un allenamento. Per un attimo è confusa, e lui se ne accorge. Che lo stia facendo apposta? Che stia volutamente giocando con la sua insicurezza, con la sua vecchia fiducia in lui?
Di che ti stupisci, Clary? È questo il vero Jonathan: un demone manipolatore e crudele.
Non deve lasciarsi imbrogliare, ora finalmente sa come stanno realmente le cose. Deve combattere, e sperare di riuscire a prendergli lo stilo e ad avere abbastanza tempo da usarlo.
Si è allenata per mesi, è quasi al suo livello, può farcela.
Stringe più forte il coltello tra le dita, regola il respiro, posiziona le gambe. Rimane immobile per un secondo. E attacca.

Sono tornata! Scusate se il capitolo è breve, ma non volevo farvi aspettare ancora!
Avete visto il cast della serie TV di Shadowhunters? Che ne pensate?
Io per ora preferisco quello del film, ma chissà, magari vedendo recitare quello nuovo mi piaceranno anche loro :/
A presto :*

Shadowhunters - Don't you remember?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora