Plans

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You can't start a fire, worrying about your little world falling apart

Quando Isabelle arrivò all'appartamento di Magnus era notte fonda e pioveva a dirotto. Oltrepassò la porta di casa che era stata lasciata aperta ed attraversò velocemente il corridoio, fermandosi solo per appendere la giacca completamente bagnata a uno degli appendiabiti dorati. Dopodiché entrò nella sala, che quel giorno era ammobiliata in stile barocco.

«Nessuna novità, e voi?»

Da quando, cinque mesi prima, Clary era sparita, Isabelle, Alec, Jace e Simon non si erano dati pace per ritrovarla, neanche quando il Conclave aveva deciso di abbandonare momentaneamente le ricerche perché, per loro, al momento la questione di primaria importanza era trovare Jonathan.
Quando fratello Zaccaria glielo aveva comunicato, persino Alec aveva espresso il suo disappunto nei confronti del Conclave in maniera piuttosto colorita.
Nonostante lui e Alec avessero rotto, Magnus si era offerto di aiutarli, dopotutto aveva visto Clary crescere e sapeva che senza l'aiuto di uno stregone probabilmente non l'avrebbero trovata mai.
Dato che nell'Istituto potevano entrare solo gli Shadowhunters, era nel suo appartamento che si riunivano ogni sera per le ricerche, dividendosi in gruppi e seguendo varie tracce, una più improbabile dell'altra. E tornando sempre a mani vuote.
Isabelle si guardò intorno. Dalle facce dei suoi amici era chiaro che stessero aspettando solo lei. Jace era seduto su una poltrona in un angolo della stanza, vicino al fuoco, il volto più cupo e disperato del solito. Isabelle gli si avvicinò e gli mise una mano sulle spalle, cercando di confortarlo. «Jace, vedrai che la prossima volta-»

«L'ho trovata».

Isabelle dovette aggrapparsi allo schienale della poltrona.

«Hai...hai appena detto che l'hai trovata?»

«Già».

La ragazza si guardò intorno: gli altri erano sconvolti quanto lei. Evidentemente Jace aveva aspettato che arrivasse anche lei prima di raccontare l'accaduto.

«E allora perché non è qui? Oh no...non mi dire che...che è-»

«È viva, Isabelle».

«Sebastian le ha fatto qualcosa? È intrappolata? Legata?»

«No, sta...sta bene. Sta benissimo», sospirò Jace. Sembrava esausto.

«E allora perché non sei riuscito a salvarla? Perché non è qui ora?»

«Lei non ha voluto essere salvata».


Jocelyn era appena tornata da Idris con Luke quando ricevette una chiamata di Jace. Per quella che le sembrava la centesima volta da quando quell'incubo era cominciato, era andata a discutere con il Consiglio, o più precisamente con il Console, Jia Penhallow, per far ripartire le ricerche. Ma anche questa volta non c'era stato niente da fare: la priorità era e restava Sebastian.
La notte in cui le avevano detto che Clary era sparita era stata la più lunga e angosciante della sua vita. Era riuscita a superarla e ad arrivare al giorno dopo solo grazie a Luke, che non l'aveva lasciata sola neanche per un attimo.
Jocelyn lo sapeva. Sapeva che un giorno avrebbe dovuto saldare i debiti con il suo passato. Che avrebbe dovuto affrontare tutti i suoi errori. Il matrimonio con Valentine a soli 19 anni, il Circolo, Jonathan, tutto...tutto le sarebbe crollato addosso. E quel giorno adesso era arrivato. Era un fallimento come madre. Aveva perso un figlio quando era appena nato. Allora non era stata colpa sua, ma solo e unicamente di Valentine. Ma stavolta... Per tutti quegli anni aveva cercato di proteggerla ed era stato tutto inutile. Una volta Madame Dorothea le aveva detto che non si può sfuggire al proprio destino di Shadowhunter. Quella notte, la notte in cui Jocelyn perse anche sua figlia, comprese che aveva ragione.

Shadowhunters - Don't you remember?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora