D e f i n e your meaning of WAR.
To me, it's what we do when we're
[ ʙ O ʀ E D ]Clary entrò nella stanza di suo fratello, trattenendo senza neanche accorgersene il fiato. Si guardò intorno.
La camera era perfettamente normale: grande quanto la sua, con una finestra, un armadio, un letto, un comodino. L'unica cosa differente era il caos che dominava quella stanza. Sul letto erano ammucchiati diversi vestiti, perlopiù quelli comodi che Jonathan indossava a casa, quando non portava la tenuta da combattimento. Le tende erano scure e coprivano la finestra fino al pavimento. La scrivania era piena zeppa di fogli, ma quando si avvicinò si accorse che erano bianchi, probabilmente lui aveva fatto in modo di poter essere l'unico a leggerli. Documenti, forse. Qualcosa che aveva a che fare con il Conclave. Niente di cui preoccuparsi, in ogni caso.Visto, Clary? Tuo fratello non sta nascondendo niente di che.
Eppure...
Andò verso il comodino, su cui erano posate solo una sveglia e una lampada da letto.
Aprì il primo cassetto, altri fogli bianchi. Aprì il secondo. C'era qualcosa di squadrato avvolto da un piccolo telo. Lo tirò fuori e lo mise sul letto accanto a lei, incuriosita. Tolse con molta attenzione il telo e scoprì uno scrigno, su cui erano incise le lettere J. C.Jonathan Christopher. Non avevo mai visto questo scrigno, cosa conterrà?
Allungò la mano per aprirlo. Non fece in tempo a toccarlo che una scarica la attraversò fino alla testa, che iniziò improvvisamente a farle un male terribile. Si accasciò a terra e strinse gli occhi. Era come se qualcosa le martellasse l'interno del cervello. Una serie di immagini le comparve sotto le palpebre chiuse, la testa che continuava a pulsare dolorosamente.
Jonathan, di nuovo con gli occhi neri e un ghigno crudele sul volto.
Un'altra fitta.
Il ragazzo che era venuto a cercarla, Jace. Chi era? Cosa voleva davvero da lei? Anche nel sogno che aveva avuto la cercava, la chiamava...
Ansimò. Alla sofferenza fisica se ne stava aggiungendo una emotiva che non riusciva pienamente a comprendere, un'inspiegabile disperazione di fondo che sembrava accompagnare i fotogrammi che si alternavano nella sua mente.
Una creatura ripiegata su se stessa, un angelo forse? Le rovine di una tenuta. Fuoco, cenere. Sangue. Che cos'era tutto questo?
Il bruciore alla testa era ormai insopportabile. Un'immagine si stagliò chiara sopra tutte le altre: era una runa che non aveva mai visto prima. Chiara e lucente, e allo stesso tempo oscura, Clary avrebbe potuto definirne ogni angolo, ogni linea, ma non riusciva a afferrarne il significato, nonostante sentisse che fosse enorme e profondo.
Come era arrivato, il dolore sparì. Clary aprì gli occhi e si rese conto di essere per terra, senza sapere come ci era finita. Era entrata nella stanza di suo fratello e aveva trovato uno scrigno, ma cos'era successo dopo? Non riusciva proprio a ricordarlo.
Si rimise in piedi e vide che lo scrigno, sul letto, era aperto. Aperto e vuoto. Lo riavvolse nel telo e rimise il tutto nel comodino di Jonathan, facendo in modo che lui non si accorgesse di niente. Uscì in fretta dalla stanza e si richiuse la porta alle spalle, per poi rabbrividire. Il sole era tramontato, era ormai calata la notte e faceva piuttosto freddo.
Si rese conto di avere un mal di testa terribile, sebbene fosse presto voleva solo andare a dormire. Passando davanti alla finestra gettò velocemente uno sguardo fuori, nel cielo pieno di nuvole scure che coprivano la luna, e si mise sotto le coperte.
Nel giro di pochi secondi cadde in un sonno profondo.Gli Ottenebrati si erano rivelati più forti di quanto il Conclave avesse previsto, ma per fortuna i Nephilim mandati da Idris uniti a quelli dell'Istituto di Londra erano numericamente superiori, perciò la battaglia era finita in parità. I nemici si erano ritirati improvvisamente, come richiamati da qualcuno, e ne erano rimasti solo alcuni, una ventina, che ancora combattevano contro gli Shadowhunters, ma era chiaro che presto sarebbero stati sconfitti. Gli altri erano semplicemente scomparsi sotto terra, il suolo si era aperto in due creando una voragine ed essi vi si erano buttati senza esitazione, lasciando attoniti i Nephilim.
Sebastian non si era visto per tutta la durata della battaglia.Jace schivò un pugnale che era stato lanciato nella sua direzione e piantò la spada angelica nel corpo dell'uomo di fronte a sé, che si accasciò a terra con una ferita profonda al petto, il sangue che si mischiava al rosso della sua tenuta da combattimento.
Con il cuore in gola, gli tolse il cappuccio rivelandone il volto.
Fortunatamente non era qualcuno che conosceva, probabilmente veniva da uno degli altri Istituti precedentemente attaccati. Ma nel corso della battaglia gli era capitato di incontrare e dover combattere anche persone di Idris, che magari conosceva da anni. Prima fra tutti Amatis, la sorella di Luke. L'aveva vista in cima alle scale dell'entrata dell'Istituto, l'aveva inseguita senza neanche sapere cosa avrebbe fatto una volta che la avesse raggiunta - poteva davvero uccidere qualcuno che un tempo era stato così vicino alla propria famiglia e a quella di Clary? - ma mentre iniziava a salire le scale lei lo aveva guardato qualche secondo con uno sguardo freddo, distaccato, crudele, dopodiché era sparita nel nulla, come se non fosse mai stata lì.
Sapeva che non avrebbe dovuto sentirsi in colpa, che se Clary fosse stata lì con lui gli avrebbe detto che non era stato lui a farla trasformare, che non doveva prendersela con se stesso... ma Clary non era lì, era chissà dove con suo fratello, e solo a pensarci Jace si sentiva ancora più responsabile di tutto quello che era successo. Valentine gli aveva insegnato ad essere il più forte fin da piccolo, ma nonostante tutto non era riuscito a proteggere nessuno. E quello che aveva fatto a Clary... Se Sebastian aveva detto la verità Clary l'aveva scoperto e se ne era andata di sua spontanea volontà. Magari finendo per accettare volontariamente di rimanere con suo fratello.Eppure, il giorno in cui l'ho incontrata lei non ricordava nulla. Che fosse solo una messinscena?
No, la Clary che conosco non farebbe mai una cosa del genere.Distratto dai suoi pensieri, non si accorse dell'Ottenebrato che lo stava attaccando alle spalle e quando si girò la lama del nemico lo aveva già colpito, causando una ferita non molto profonda sulla spalla.
«Jace!»
Sentì la voce di Isabelle chiamarlo, si voltò per un attimo e la vide impegnata contro altri due. Si affrettò a rassicurarla, schivando nel contempo un colpo al fianco.
«Sto bene!» Continuò a combattere senza badare troppo al bruciore del braccio, era abituato a ben altro, e riuscì ad abbattere l'uomo che l'aveva attaccato.
Nel frattempo, sentì da qualche parte dietro di sé che anche Isabelle ce l'aveva fatta.Erano rimasti solo quattro nemici, ormai sembravano avere la vittoria in pugno, quando improvvisamente un urlo di dolore squarciò l'aria.
Si girarono in tempo per vedere Alec cadere a terra, una mano sull'impugnatura del pugnale che gli era stato conficcato nel petto dall'Ottenebrato in piedi di fronte a lui, nel vano tentativo di toglierselo.«Alec!»
Corsero verso di lui il più velocemente possibile, dalla stanza accanto arrivò Magnus che, come un fulmine, li superò ed arrivò in tempo per tenere sollevata la testa del moro prima che la sbattesse.
«Alexander...»
Lo stregone iniziò subito ad utilizzare la sua magia più potente per estrarre il pugnale e guarire la ferita, mentre Jace e Isabelle, animati da una rabbia cieca, uccisero l'Ottenebrato in pochi secondi.
Dopodiché fu creato un portale che li riportò ad Alicante, dove Alec fu portato d'urgenza dai Fratelli Silenti.NdA:
Ebbene sì, Clary ha trovato lo scrigno di Jonathan, ma subito dopo si è scordata tutto quello che ha visto. Cosa succederà ora? (Io lo so bene, muahahahah)C'è per caso qualcuno che conosce Sherlock, Black Butler o Psycho Pass? Sono i fandom con cui sono fissata al momento e ho bisogno di qualcuno con cui sclerare >.<
Baci,Elisaherm
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Shadowhunters - Don't you remember?
RomantikClary non sapeva cosa fare. Era il ragazzo che disegnava da giorni, certo, ma non poteva dire di conoscerlo di persona. Non lo conosceva, e Jonathan le aveva insegnato a non fidarsi di nessuno. «Mi spiace, ma io non ti conosco» «Che cosa? No, Clary...