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Venne ucciso con un colpo alla testa da un giocatore tedesco, cosa che gli fece lanciare il controller contro il muro e mandare a quel paese il suddetto tedesco.

In quell'esatto momento però, senti qualcuno bussare alla porta.

Chi poteva essere?

Non aspettava visite. Ed era molto improbabile che fossero i suoi genitori, visto che abitavano molto lontano e non lo andavano a trovare mai in orario di lezione.

Forse era David che aveva dimenticato le chiavi di nuovo. Non poteva esserne certo, ma poteva scoprire chi fosse.

Per qualche motivo il suo cuore era accelerato e provava un forte senso d'ansia.

Caro mio, come sei emotivo e spaventato dal nulla.

Si fece dunque prendere da una botta di coraggio e, senza nemmeno guardare dallo spioncino prima, aprì la porta con un solo movimento deciso.

L'ansia andò subito via alla vista di Lily, che stava in piedi davanti alla porta, ma il cuore non accennò a rallentare.

«Ciao. Era per me?» disse lei rompendo il ghiaccio, mentre lui continuava a guardarla come un idiota.

«C-cosa?» balbettò.

«Il vaffanculo intendo. Era per me?»

«Ah.. no, certo che non era per te. Era per un fottuto tedesco che mi ha ucciso su Call Of Duty che mi ha...»

«Sì, posso entrare?» disse senza neanche fargli finire la frase.

Lui rispose affermativamente e la fece accomodare sul divano, nonostante l'appartamento non fosse proprio ordinato.

Era confuso e totalmente nel panico, non aveva completamente la minima idea di cosa fare. Ma non doveva darlo a vedere.

La prima cosa che gli venne in mente fu di darle un bicchiere d'acqua. Decise di ascoltare il suo istinto, una volta ogni tanto.

Riuscì a versare il liquido nel bicchiere senza farlo andare su tutto il tavolino per miracolo. O forse per fortuna e basta.

Lily lo guardava sorridendo.

«Certo che sei proprio gentile» disse mentre lui si sedeva sulla poltrona di fronte a lei.

Era vestita in maniera stranamente elegante, e le gambe lasciate scoperte dalla gonna del vestito erano come una calamita per gli occhi di lui.

Quando alzò quelle gambe per accavallarle, lui intravide il sottile tessuto dell'indumento intimo. Era di colore rosso, proprio come le guance del ragazzo quando le vide.

«Sono venuta qui perché ero giusto un po' preoccupata sinceramente, di solito non ti perdi neanche una lezione, quindi ho pensato che non ti sentissi bene e magari potevo essere d'aiuto» appena concluse la frase prese qualche sorso d'acqua, come se avesse fatto uno sforzo estremo per finire di parlare.

«No, ecco...» doveva ancora riprendersi dalla visione che aveva avuto poco tempo prima «non ho dormito tanto ieri, quindi non sono risucito a svegliarmi in orario. Tutto qui, nient'altro. Sto bene»

Lily lo ascoltava attentamente, e per un secondo si mise a sorridere in una strana maniera.

Lui non capiva cosa ci fosse di così divertente.

La ragazza si alzò improvvisamente, sedendosi sulle gambe di lui, lasciandolo a bocca aperta e confuso.

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