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Quando arrivò, venne rimproverato per la prima volta dal professore in 3 anni.

«Che non diventi un abitudine, qui tu devi dare l'esempio» lo ammonì l'uomo alla cattedra.

Diceva questo semplicemente perché chi era stato rimproverato era il migliore del suo corso.

Il ragazzo fece finta di nulla, si limitò a sedersi e annuire. 

Era troppo timido per dire qualsiasi cosa.

Qualche minuto dopo che la spiegazione era iniziata, fece il suo ingresso l'angelo inverso, Lily.

Lei sì che aveva l'abitudine del ritardo, aveva sempre la testa fra le nuvole e i professori non ci provavano neanche più a tentare di recuperarla. Troppo ribelle per essere corretta, e poi non voleva essere corretta. 

Non puoi aiutare chi non vuole farsi aiutare.

Si sedette nel posto davanti al ragazzo innamorato di lei, con i piedi sul banco e gli auricolari nelle orecchie. Come una vera ragazza cattiva. E di fatto lo era.

Lui restò a guardarla per tutta l'ora, fantasticando su di lei. Si chiedeva se le dovesse parlare dopo. 

"Lily, non possiamo più andare avanti così facendo finta di niente. Ti amo, e tu ami me. Dobbiamo metterci insieme".

Non avrebbe mai funzionato. Sarebbe stato troppo strano e improvviso.

Ogni tanto la ragazza gli rivolgeva uno sguardo timido, incerto, come se non si fossero mai scambiati uno sguardo in tutto questo tempo.

Come se ne fosse incuriosita ed affascinata allo stesso tempo.

E cazzo se lo era.

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