VII

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Quando si risvegliò, si era trovato sdraiato su di una superficie piatta e dura.

Per un attimo pensò che si fosse trattato di un sogno fatto da ubriaco. A volte gli capitava di fare sogni strani.

Ma questo non era un sogno.

L'odore acre della polvere da sparo, mischiato a quello dolciastro e metallico del sangue, prese a invadergli le narici.

Alzò la testa e si pentì di averlo fatto.

Anche se aveva guardato per un solo secondo, era riuscito a cogliere ogni dettaglio dell'ambiente circostante.

Davanti a lui c'era una distesa di cadaveri, immersi tutti in una pozza di sangue.

Alcuni corpi erano stati attraversati da così tanti proiettili che gli organi erano fuoriusciti.

Chiuse gli occhi istintivamente, prima di dover reprimere diversi conati di vomito.

Era totalmente nel panico, da solo, circondato da cadaveri, dal loro sangue.

«Chiudi gli occhi per scappare dalla realtà?» la voce era quella di Henry, la sentiva molto vicina a lui «Sei consapevole del fatto che prima o poi dovrai aprirli, vero?»

Adesso gli sembrava tutto molto più chiaro.

Henry aveva fatto una strage, Lily era sua complice.

E allora perché l'avevano lasciato vivo?

Forse perché avevano visto qualcosa di diverso in lui.

Volevano che si unisse a loro, magari.

E l'avrebbe fatto per avere salva la vita.

Voleva parlare, voleva dirgli che sarebbe stato dei loro, ma non riusciva.

Il forte shock glielo impediva.

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