9. Quédate

324 30 13
                                    

POV:[T/N]

Fra i morbidi cuscini blu e lilla della pagoda, Camilo continuava a baciarmi dolcemente.
Mentre una sua mano si insinuava fra i miei capelli, l'altra mi accarezzava un braccio, scendendo sulle mie duta; gliele presi, intrecciandole alle mie.
Era così strano, il mio cuore sembrava essere impazzito, eppure non mi sentivo male!
Volevo solo... di più.
Lentamente dischiusi le labbra, mentre con la mano libera mi diressi sul suo capo, affondandola fra i suoi morbidissimi capelli, sospirò nella mia bocca, facendomi tremare.
La sua lingua si insinuò con una lentezza estenuante dentro di me, mentre la manio fra i miei capelli scese sul mio collo, facendomi venire la pelle d'oca.
Sentivo lo stomaco contorcersi e le gambe tremare, mentre il suo corpo sembrava sovrastarmi.
Mi scoprii desiderosa di averlo su di me, di sentirlo, ma... se si fosse accorto...
Lentamente si staccò dalle mie labbra, aprii gli occhi confusa, sbattendo le palpebre un paio di volte, ritrovandomi immersa in un fitto e oscuro bosco.
<Camilo?>
Lo chiamai a fior di labbra.
<Sei tutto rosso...>
Mi disse con voce roca.
Lentamente, portò la mano intrecciata alla mia sul mio viso e sussultai quando lo sentii bollente.
<D-deve essere il cibo di tua Tia.>
<Non hai bisogno delle medicine? Stai bene?>
Annuii, sorridendogli dolcemente.
<Hai paura che le tue attenzioni possano... farmi male?>
Camilo chiuse gli occhi, sospirando subito dopo.
<Se mi avessi detto che stavi male, mi sarei fermato, ma adesso... dimmi come faccio a resisterti?>
Sussultai.
Avrei dovuto dirgli tutta la verità, non poteva scoprirlo così.
<Camilo io...>
Mi guardò speranzoso, lo sguardo parve illuminarsi improvvisamente.
Pendeva dalle mie labbra.
<Io voglio... voglio...>
Non ci riuscivo, non in quel momento.
Distolsi lo sguardo, imbarazzata e non appena lo feci, sentii le dita di Camilo afferrarmi il mento, voltandomi verso di lui.
<Quando sarai pronto,  sarò qui.>
Trattenni il respiro, sopresa e mi ritrovai ad annuire lentamente.
<Io però... ho bisogno di distrarmi, se rimaniamo così, penserò solo a volerti saltare addosso.>
Lentamente si rimise seduto e seguendolo a ruota, mi rialzai.
Fu un attimo, che tutto prese a girare e mi poggiai ad una spalla di Camilo.
<Scusami... forse è finito l'effetto dei dolci di tua Tia.>
Sussurrai, guardando Camilo scuotere il capo subito dopo.
<No, non è per quello.>
Asserì convinto.
<Lo so, perché provo la stessa identica cosa.
È come se avessi bevuto un litro di Sangria da solo e... sono solo le tue labbra...>
La sua voce calda e bassa, era un invito a rituffarsi sulla sua bocca, quel complimento mi aveva stordito totalmente.
<Stai esagerando...>
Avrei potuto dire lo stesso dei suoi baci.
Mi afferrò la mano, iniziandone a baciare il dorso, la pelle d'oca che si impossessava della mia epidermide.
<Mi confondi. Cioè, non riesco a capire come sei. Dolce, malizioso, carino, sensuale.
Sembri disponibile, aiuti tutti e...>
Presi un bel respiro.
<Questa cosa mi spaventa.>
Avevo esternato quello che pensavo.
<Mi piaci, ma ho paura che tu possa... rivelare un lato di te che potrebbe ferirmi.>
Non riuscivo a fermarmi, tutto quello che pensavo di lui venne fuori, vomitando parole su parole.
Lo guardai contrita, sperando di non averlo ferito.
Lentamente smise di baciarmi il dorso della mano, facendosi più serio.
<Nemmeno io credo di sapere come sono in realtà.>
Disse, stringendomi la mano, portandola poi sulla sua guancia.
<A volte...>
Sembrò esitare, aggrottando la fronte.
<A volte capita di guardarmi allo specchio, la mattina e ho paura di vedere un viso che non sia il mio, un "Camilo sbagliato".>
Abbassò lo sguardo, mortificato.
<Ti confondo ancora di più forse, se ti dico queste cose, ma... con te non voglio avere segreti.>
Colpita e affondata, mi sarei voluta sotterrare, eppure... continuai ad ascoltare quella sua coraggiosa confessione.
<È vero, sono in mille modi diversi, cambio facilmente atteggiamento. A volte sono dolce, altre mi sento... come se potessi avere tutto, ma con te...>
Alzò nuovamente lo sguardo, venendo inghiottita nuovamente da quella foresta.
<Non voglio nasconderti nulla e soprattutto non sono una persona che scappa. Questo te lo posso assicurare.>
I suoi occhi si infuocarono ed io mi sentii desiderosa di saltare dentro quel fuoco come un leone nel cerchio.
Era come se stesse cercando di farmi capire di più di quanto volesse dirmi, portai la mano libera sul petto, sopra la fasciatura.
La sentii stretta per la prima volta.
<Voglio che, quando mi guardi, tu veda chi sono davvero. Come io vedo te.>
Lasciai lentamente la sua mano, fui io a sentirmi mortificata.
Non ebbi nemmeno il tempo di allontanarla che lui la riafferrò, alzai lo sguardo interdetta.
<Non scappare, perché io non lo farò.
Te lo giuro.>
Baciò il dorso della mia mano ed infine mi sciolsi totalmente, sentendo le lacrime iniziare a rigarmi calde il viso.
Senza dire nulla, Camilo si avvicinò con le labbra, iniziando a baciarle, intercettando quelle gocce salate, asciugandole con le sue morbide labbra.
Perché si comportava in quel modo?
Perché era tanto paziente?
<Resta qui stanotte.>
Spalancai gli occhi interdetta.
<N-non posso.>
Si scostò da me gentilmente, asciugandomi le lacrime con le dita subito dopo.
<Non ti sfiorerò nemmeno con un dito, se non lo vorrai.>
Mi accarezzò una guancia.
<Ma non voglio lasciarti solo a casa tua, non dopo stasera.>
Perché?
Perché mi metteva sempre all'angolo?
Se non avessi avuto nulla da nascondere, avrei accettato senza esitazione?
Era il fatto che nascondessi il mio vero sesso ad inibirmi?
<Gabriel?>
Non risposi a quel nome.
Non era il mio.
<Camilo io...>
Quanto volte ero stata sul punto di dirgli la verità quella sera?
Quante volte mi ero tirata indietro?
<Va bene.>
Mi stavo palesemente autosabotando.
Non avevo il coraggio di dirgli la verità, forse sarebbe stato meglio se l'avesse scoperta da solo.
Che me lo dicesse lui.
E se lo avesse scoperto e non gli fossi piaciuta, lo avrei saputo nel momento in cui non avrei più visto quella luce scintillante nei suoi occhi, che sorridevano insieme alle sue labbra.

-

POV:[CAMILO]

<Va bene.>
Non potevo credere alle mie orecchie, aveva accettato?
<Ma solo perché domani è domenica e il dolce forno è chiuso.>
La guardai contentissimo, ridacchiando subito dopo.
<Allora mi sento onorato. Ti presterò qualcosa di mio per la notte, sta tranquillo.>
La vidi annuire, sembrava imbarazzata e afferrando una frittella dolce, la mandò giù quasi intera.
Sembrava più in salute da quando aveva iniziato a mangiare il cibo preparato da Tia Julieta.
<Però, sappi che domani mi sdebiterò a dovere, preparando qualche dolce.>
Scossi il capo, alzandomi con calma dalla tavola, portandola con me, stringendole la mano.
<Non sei obbligato.>
<Mi fa piacere.>
Insistette.
Sospirai, arrendendomi, era davvero cocciuta, mi ricordava un po' Isabela.
Quando si alzò, la vidi guardare la tavola.
<Dovremmo sparecchiare.>
Si preoccupava davvero di quello? Era troppo carina, a quanto pareva tutto il contrario di quella merda del fratello.
<Non preoccuparti. Ci penserà Casita.>
Senza farselo ripetere due volte, Casita sbattacchiò le mattonelle sul prato che conducevano alla pagoda, sembrava stesse protestando.
La vidi rimanere incantata.
<Wow, ne avevo sentito parlare, ma vedere è tutta un'altra storia!>
Sorrisi, vedere le sue labbra socchiudersi era così bello e poi erano così... morbide.
Sorrisi, attirandola poi verso di me, passandole un braccio intorno alla vita, conducendola verso io cortile interno della casa, mentre il suo sguardo vagava ovunque incuriosita.
Si fermò di colpo, ad un certo punto, e la fissai interrogativo.
<Non vorrei che a qualcuno possa dar fastidio la mia presenza stanotte.>
La strinsi un po' di più a me, gentilmente, guardandola negli occhi, agganciandoli, senza lasciarli ancora vagare per la Casita.
Volevo guardasse me.
<Dolores ha sentito e ha già avvisato gli altri. Non ci sono problemi.>
Sbattè le palpebre.
<Dolores è tua sorella? Quella che riesce a sentire tutto?>
Prese a parlare a bassa voce.
Scoppiai a ridere.
<Ti sente pure se parli così e sì, sente tutto... ma proprio tutto.>
La guardai con fare ammiccante, mentre vedevo le sue orecchie colorarsi; dovevo trattenermi, non volevo cambiasse idea.
Salimmo le scale lentamente, tenendo d'occhio il suo respiro e una volta al piano superiore la portai davanti la porta della mia stanza.
Il disegno su di essa scintillava di magia, come sempre, la vidi fissarla e poi, allungando una mano, la sfiorò delicatamente, quasi come se potesse avere il potere di romperla.
Non appena le sue dita si posarono su di essa, la porta si aprì lentamente, in un chiaro invito ad entrare.
<Anche Casita ti vuole qui, visto? Sei il benvenuto.>
Il suo sguardo scivolò dall'interno della camera al mio.
<Posso?>
Le sorrisi, affondando un poco le dita nella sua vita.
<Devi.>
Sussurrai al suo orecchio, per poi accompagnarla dentro.

--------------------------

Buondì a tutt*!
Spero che la storia vi stia piacendo, tranquill* che il capitolo della verità si avvicina! 😂
Scusatemi se ieri ho saltato la pubblicazione, ma è successa una cosa bellissima.
Se tutto va bene oggi firmo il contratto con una casa editrice per pubblicare un mio manoscritto originale inedito.
Incrociate le dita per me🤞🏻
Se tutto ciò diventerà possibile, sarà anche merito vostro!

Doppelgänger [CAMILO  X READER]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora