17. Tratamiento

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POV:[CAMILO]

Ero ancora dentro di lei, così calda, umida e avvolgente. Non volevo uscire.
Con l'orecchio sul suo petto nudo e sudato, sentivo i battiti del suo cuore. Sembrava così sano... così normale in quel momento.
Posai il naso sul suo corpo e respirai.
<Torta di mele.>
<Cosa?>
Alzai il capo, mentre sentivo la sua mano accarezzarmi i capelli, era bellissima.
Gli occhi erano ancora umidi di piacere e mi fissavano stravolti, sospirai, tornando a guardare il suo seno, accoccolandomi su di esso.
No... non sarei mai uscito dal suo corpo.
Non so per quanto tempo rimanemmo così, petto contro petto, mentre le mie mani le accarezzavano il corpo.
<Camilo...>
Alzai lo sguardo nuovamente e sospirando uscii lentamente da lei.
Avevamo macchiato le lenzuola col sangue, l'avrei aiutata a pulire dopo.
Mi tolsi la protezione insanguinata e piena, gettandola per terra e infine mi stesi accanto a lei, sentivo i suoi occhi addosso.
<Scusami, stare dentro di te era così bello, che non riuscivo a venire fuori.>
Lo ammisi, sentendo le guance diventare calde. Studiavo il suo volto, era imperlato di sudore e le sue magnifiche labbra erano piegate in un mezzo sorriso felice... Dio se era bella.
Si avvicinò a me ancora un po', fin quando non sentii il suo naso sfiorare il mio.
<Mi è piaciuto... inaspettatamente.>
Abbassò lo sguardo imbarazzata ed io le alzai subito il viso, mettendo una mano sotto il suo mento, rialzò gli occhi e mi sentii cadere, una sensazione al cuore mai privata.
<Inaspettatamente?>
Si morse il labbro inferiore e mi scoprii desideroso di essere io stesso a morderglielo.
<Pensavo di non provare piacere, la prima volta.
Anzi... pensavo non ci sarebbe mai stata una prima volta, per me!>
Era troppo carina!
Le presi il viso fra le mani e le baciai le labbra che si stava torturando.
<Sono felice che ti sia fidata... sono felice di essere stato la tua prima volta.>
Sospirò.
<Sei la mia prima volta di tante cose.>
Fremetti, sentendo lo stomaco fare a pugni. Dio, volevo essere di nuovo dentro di lei.
<Avrei voluto incontrarti prima... se solo mi fossi accorto... se fossi stato più attento...>
<Ssshhh.>
La guardai negli occhi, perdendomici.
<Non è colpa tua. Come potevi sapere?>
Sentii le sue mani sul mio cuore, solo in quel momento mi accorsi che stava battendo all'impazzata.
<Ha un suono meraviglioso.>
L'abbracciai, sentendo gli occhi diventare lucidi.
Come faceva a farmi sentire così... così nudo?
Avevo avuto un sacco di storie e di ragazze e ragazzi fra le mie braccia, ma lei... era così sensibile e dolce.
Non era una preda che giocava col predatore, era solo tenera ed indifesa e tutto ciò bastava a farmi crollare, a far uscire ciò che le altre persone non erano riuscite a fare uscire.
<Camilo?>
Non volevo staccarmi, si sarebbe accorta delle mie lacrime.
<Stai piangendo?>
Rimasi di sasso. Come se ne era accorta?
Lentamente si staccò da me, passandosi in dito sul bordo dell'orecchio umido ed infine se lo leccò, guardandomi negli occhi umidi.
<È salato.>
Rimasi a fissarla, la bocca arida, non riuscivo a parlare.
Allungò il viso verso il mio, iniziando a baciarmi le lacrime che erano scese sulle mie guance. La lasciai fare.
Ogni bacio era così tenero e dolce, nessuno mi aveva mai baciato così.
<Perché piangi?>
Sussurò sulla mia pelle, il mio cuore saltò un battito.
Cercai di prendere tutto il coraggio di cui ero capace, quella conversazione mi sembrava più intima di qualunque cosa avessimo appena fatto fra quelle lenzuola.
<Non mi è mai successo, non è solo attrazione...>
Strusciai dolcemente il mio naso contro il suo, beandomi del suo respiro.
<Ho paura, perché è tutto così intenso eppure, quando ti ho vista andare via... ho avuto ancora più paura.>
Mi fermai, i suoi occhi sembravano brillare, mi spostai qualche ciocca di capelli.
<So quale è la tua situazione. L'ho scoperto qualche giorno fa, quando sono andato al mercato per te. È stato lì che ho fatto due più due...>
Si morse il labbro, era evidentemente in imbarazzo.
<Non voglio abbandonarti in mezzo ai debiti come ha fatto tuo fratello. Voglio che vieni con me, voglio...>
Mi fermò mettendomi le dita sulle labbra.
Scosse il capo ed io mi intristii.
<No Camilo. Non voglio essere un peso, non voglio essere guardata con pietà.>
<Non potrei mai guardarti con pietà.>
Mi sorrise dolcemente.
Sembrava non provare vergogna, come se avesse dimenticato che eravamo ancora entrambi nudi fra le coperte.
<Continua ad aiutarmi così, come hai fatto fino ad ora... mi basta.>
Le baciai il dorso della mano, prendendogliela.
<Intendi coi dolci, le commissi e ciò che cucina mia zia.>
Il sorriso divenne ancora più largo.
<Sì. Mi basta.>
Tornai ad abbracciarla, baciandole il bordo dell'orecchio.
<Non so come fai, ma accanto a te mi sento... mi sento me stesso. Mi sento ok, come se non dovessi dimostrare niente, come se potessi comunque essere tutto. La migliore versione di me... non so se mi sono spiegato.>
Glielo sussurrai, insufflando dolcemente ogni singola parola nelle sue orecchie.
<...Sì.>
Percepii le sue mani accarezzarmi la schiena.
<Sii sempre te stesso con me.>
Le baciai il collo e poi il mento ed infine risalii sulle sue labbra.
<Sempre.>
Ci baciammo ancora una volta, la sentii sospirare, mentre le sue dita affondavano fra i miei capelli.
Fui io a sospirare subito dopo a quel contatto ed infine, leccandole le labbra, mi staccai da lei.
<Scusami se puzzo... non mi sono nemmeno dato una rinfrescata prima di...>
Lasciai scivolare lo sguardo sul suo corpo ed infine tornai sui suoi occhi, solo in quel momento parve rendersi conto del fatto che eravamo ancora nudi  post sesso.
Cercò la coperta a tentoni con una mano, ma alla fine desistette sotto la mia espressione divertita.
<Se ti va... potremmo fare un bagno insieme.>
Per l'ennesima volta mi aveva lasciato senza parole su quel letto.
<O-oppure no. Cioè...>
<Sì!>
Esclamai immediatamente,  prima che potesse cambiare idea.
<Non c'è nulla di male nella tua proposta, anzi... grazie.>
Vidi il suo sguardo imbarazzato rilassarsi e lentamente sciolsi quell'abbraccio, non prima di averle dato un bacio veloce sulle labbra.
Mi misi a sedere e poi guardai il sangue sulle lenzuola.
<Ti aiuterò a pulire tutto dopo, non preoccuparti.>
Si mise a sedere, guardandosi poi fra le gambe, distolsi lo sguardo, per darle un minimo di privacy e inizia a guardare la stanza, la sua stanza.
Era palesemente una stanza femminile. I toni erano sul rosa, c'era una toeletta e un grande armadio specchiato. Era spoglia, ma comunque carina. Le tende alla porta finestra erano in pizzo, sorrisi.
Se non l'avessi già scoperto, prima o poi la verità sarebbe salita a galla insieme a tutto quel merletto!
<Ehm... mi sento un pochino... mi fanno male le gambe e il bassoventr->
<Non dire nulla!>
Le sorrisi e uscì dalla stanza, dirigendomi subito in bagno, riempii la vasca, aggiungendovi qualche sale da bagno, facevano odore di mele... ecco perché profumava in quel modo la sua pelle.
Sorrisi e quando fui soddisfatto tornai in camera da letto.
La trovai ancora lì.
<Ho riempito la vasca, vieni qui!>
La presi tra le braccia e mi diressi con lei in bagno, baciandole il capo di tanto in tanto.
<Sei troppo gentile.>
Sussurrò sul mio petto.
<No... è il minimo. Lascia che almeno così mi prenda cura di te.>
Alzò lo sguardo.
<Se mi guardi così, non posso dirti di no.>
<E se mi dici queste cose... potrei riapprofittarne.>
Le dissi con fare malizioso.
Entrai in vasca insieme a lei, sistemandola fra le mie gambe.
Poggiai poi il mio mento su di una sua spalla e le cinsi la vita con le braccia.
<Ecco, adesso sono certo che non puoi scappare.>

Doppelgänger [CAMILO  X READER]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora