10. Doppelgänger

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POV:[T/N]

Rimasi basita quando, entrando, mi accorsi che la stanza di Camilo era tappezzata di specchi: alle pareti, sul soffitto, ce n'erano alcuni perfino per terra e un enorme specchio in mezzo alla stanza... pure sopra il letto!
Titubante, continuai a camminare, Camilo accanto a me che mi cingeva la vita con un braccio, era così caldo... ma non mi dava fastidio.
<Ti piace la mia stanza?>
Mi chiese, sussurrandomi ad un orecchio.
<Mi sento... osservato in realtà.>
Lasciai scivolare lo sguardo sui nostri riflessi, con Camilo accanto quasi sparivo; lui era il sole e io... un piccolo frammento di asteroide che gli gravitava attorno.
<Come fai a sentirti a tuo agio?>
Non mi resi conto che eravamo arrivati davanti al letto, le lenzuola in cotone arancioni.
Con delicatezza, quasi come se potessi rompermi, Camilo mi lasciò, accomodandosi sul materasso, davanti a me.
<A volte è strano, non riesco a distinguere se il me stesso reale sia io o quello allo specchio.
È come se tanti doppelgänger di me stesso mi fissassero, vieni qui.>
Mi prese il polso e gentilmente mi portò davanti a lui, aprendo le gambe.
Mi guardò con quegli occhi di foresta. Mi inghiottivano, turbandomi, fissandomi dal basso verso l'alto.
Cercai di sostenere lo sguardo, invano.
Alla fine lo abbassai sul suo petto.
Capii che era stata una pessima idea assecondarlo, sarei dovuta tornare a casa.
<Non nasconderti.>
Sentii le sue dita intrecciarsi alle mie, lo guardai titubante.
<Essere il doppelgänger di se stessi non è piacevole, finirai per non ricordarti come sei veramente.>
Dischiusi le labbra interdetta.
<Forse, nascondersi dietro una maschera, a volte è inevitabile.>
Dissi lentamente, portandomi una mano sul petto; i battiti più veloci.
Stavolta avrei dovuto prendere le gocce.
A Camilo non sfuggì e mi fece segno di sedermi. Quando feci per posarmi sul letto, lui mi attirò a sè, facendomi sedere sulle sue gambe, il suo naso premeva sul mio collo, respirandomi addosso e profondamente.
<Camilo?>
<Dimmi il tuo nome.>
Divenni un ghiacciolo, non potevo crederci.
<G-Gabriel.>
Strinsi la mano libera sul petto, mentre il suo naso risaliva più sù.
<Questo profumo non è di Gabriel... non lo è mai stato.>
Lentamente mi lasciò il polso.
Mi aveva scoperta, non capivo come fosse possibile, ma era successo.
Mi voltai verso di lui, ancora sulle sue gambe, i nostri nasi si sfiorarono.
Il suo profumo mi stordì, investendomi.
Con le mani, andò verso il bordo della mia camicia e iniziò a sbottonare le asole dal basso.
<Camilo... a-avevi detto che non mi avresti toccato, a meno che non avessi voluto.>
Si fermò,  lasciando scivolare lo sguardo  da me ai bottoni.
<Vogli solo mostrarti quanto la vera te stessa  possa essere migliore di un doppelgänger.>
Sussultai, aveva usato il femminile.
<Dimmi il tuo nome.>
Me lo aveva richiesto con quegli occhi meravigliosi e scintillanti, no... non era una richiesta.
Come se avessi paura che Dolores potesse sentirci, mi avvicinai al suo viso e deviando verso il suo orecchio glielo sussurrai.
Era inutile continuare con quella farsa.
Mi scostai, in attesa della sua reazione, che non avvenne.
<Ho bisogno delle gocce.>
Feci per alzarmi, ma Camilo mi afferrò dolcemente il volto fra le sue mani bollenti.
<È un nome meraviglioso. >
Mi disse serissimo, ma la voce, la voce sembrava tradire dell'altro.
In una giornata mi aveva baciato e aveva scoperto che ero una ragazza?
Come aveva fatto?
<Ho un pezzo di frittella di mia zia, prendi quella, anzi delle medicine.>
La tirò fuori dal taschino dei pantaloni e avvicinandomela alle labbra attese.
Le dischiusi e le sue dita subito furono nella mia bocca, non riuscivo a distogliere lo sguardo; il cuore ormai fuori controllo, le gambe molli sulle sue.
Lentamente tirò via le dita, accarezzandomi le labbra, mentre mandavo tutto giù.
<Come ti senti?>
Il suo pollice passò sul mio labbro inferiore.
<Non lo so.>
E le sue labbra presero il posto delle dita, mentre si stirava sul letto, portandomi sopra di se,  a cavalcioni sul suo bacino.
Il cuore ormai andava a mille, vedevo il suo petto alzarsi e abbassarsi pesantemente.
Come eravamo arrivati a quel punto?
Sentivo il suo sguardo scivolare su tutto il mio corpo, mentre il mio vagava sul suo viso.
Mi imbarazzai quando sentii qualcosa premere sotto di me e le punte delle orecchie mi andarono a fuoco.
<Camilo, io non posso.>
Dissi staccandomi.
Sentii la sua mano prendere la mia, portandola sul suo petto, sul suo cuore
<Non ti toccherò se non vuoi o non puoi... è solo il mio corpo che non riesco a controllare.
Voglio solo che tu stia bene.>
Mi morsi il labbro inferiore, spostando poi il mio sguardo sul suo, lo agganciai, prendendomi di coraggio.
<Non ti da fastidio che sia una ragazza?
N-non sei arrabbiato?>
Per tutta risposta, Camilo si mise a sedere, tenendomi sul suo bacino; le mie gambe scivolarono dietro la sua schiena.
Era così vicino da poterne sentire l'odore stordente di arancia e cannella.
<Ti ho detto fin dall'inizio che non mi importava chi o cosa fossi. Voglio solo conoscerti di più e bene. Voglio sapere chi sei, come sei cresciuta...>
Mi guardò negli occhi così intensamente, che quasi mi parve di cadere.
<So cosa vuol dire non sapere chi si è, non voglio che succeda anche a te. Lascia che io ti aiuti.>
Mi sorrise a fior di labbra, sinceramente.
Le sue mani, presero a vagare sulla mia schiena, accarezzandomi lentamente, facendomi venire la pelle d'oca.
<E se non ti piacesse quello che ho da raccontarti?>
Sentii le mie labbra piegarsi verso il basso, ripensando a come mio fratello mi avesse lasciata sola a morire.
<Lo ascolterò lo stesso.>
Si avvicinò al mio orecchio e posandovi le labbra iniziò a sussurrare il mio nome, il mio vero nome.
Fremetti e lui se ne accorse immediatamente, dato che affondò le mani sotto il bordo della camicia, accarezzandomi la pelle nuda.
Sentivo la fasciatura sul seno iniziare a starmi stretta.
<Ti piaccio anche così quindi?>
Rimanevo comunque insicura, non mi sentivo una bellezza, il mio aspetto smunto e malaticcio non rientrava di certo nei canoni di Encanto!
Una sua mano abbandonò la mia schiena e allontanandosi dal mio viso, mi prese il mento, guardandomi serio.
<Se non ti convince quello che preme fra le tue gambe, vorrei mostrarti come ti vedo io... ma, dovrei metterti le mani addosso e toglierti quella camicia troppo larga e... la fasciatura sul seno.
Secondo me è fastidiosa.>
Asserì, con una punta di malizia alla fine ed io sentì il cuore fare le capriole, il cibo di Tia Julieta, quanto durava il suo effetto?
Lentamente portai le mie mani sui bottoni  della mia camicia e iniziai a sbottonarla partendo dall'alto, sotto gli occhi di Camilo, che per un attimo vacillarono di incredulità.
Quando ebbi finito di sbottonare, continuai a guardarlo in viso e lasciai che l'indumento mi  scivolasse via dalle spalle, lasciando a vista il petto fasciato.
<... Voglio dormire comoda stanotte. Potresti togliermela?>
Sentii la mia voce tremare, mentre gli occhi verde foresta di Camilo mi guardarono, come se davanti avesse una torta di mele.
Si morse il labbro inferiore, aprendo la bocca subito dopo.
<Tu mi sopravvaluti. Io... non penso di avere tutto questo autocontrollo.>
Titubante allora, gli presi la mano, portandola sul fiocco della fasciatura.
<Dovrai averlo, altrimenti il mio cuore potrebbe scoppiare.>
Non era una semplice frase fatta, era davvero così.
<È la prima volta... in tutto con te.>
Sussultò, sentendolo poi afferrare il fiocco.
<È la prima volta che un ragazzo ti vede nuda?>
I suoi occhi languidi scivolavano fra il fiocco e i miei. Annuii imbarazzata.
<Ti ho già rubato il primo bacio, ti va bene che mi prenda anche altro.>
La sua voce era così bassa, strisciava nelle mie orecchie e faceva radici ovunque.
<Per stasera, accontentati solo di questo... non so se riuscirò a darti altro.>
Ero seria, eppure la voce sembrava stare per abbandonarmi talmente era flebile.
Non avrei mai pensato di avere un coraggio simile, di riuscire a parlare di certe cose... ero sempre stata trattata come una bambolina rotta, sempre chiusa nella sua stanza, con le sue medicine... la malattia.
Camilo mi faceva sentire viva, con tutte le sue emozioni e quelle che suscitava in me, come un uragano.
Lo sentii iniziare a liberarmi, con calma e mani ferme, dalla fasciatura.
Il seno che lentamente si rilassava, non più compresso e quando finalmente fui libera e nuda, abbassai lo sguardo imbarazzata.
<Guardami.>
La voce di Camilo era così dolce, non avrei potuto disubbidire a quella richiesta.
Alzai nuovamente lo sguardo, gli occhi verdi si erano sciolti del tutto, appiccicandosi ai miei.
Quando ebbe la mia attenzione, allungò le mani sul mio viso.
<Posso toccarti?>
Capii che non avrei potuto dirgli di no.
Annuii e poggiò le sue labbra sul mio collo, mentre le sue mani scesero ad accarezzarmi le spalle.
Erano così morbide e calde le sue labbra... che allungai il collo per dargli più spazio  mentre scendeva verso le clavicole e le sue mani andavano a reggermi, una il collo e l'altra la schiena, come se avesse paura che potessi cadere.
Le sue labbra, furono sostituite da lingua e denti, mentre scendeva ancora più giù, tracciando scie di fuoco.
Stavo impazzendo, non era la malattia: era Camilo.
Quando infine le sue labbra furono sul mio seno, sospirai pesantemente, era così piacevole... non avevo mai provato una sensazione così prima.
Non lo fermai, non volevo, e quando lo sentii mordermi un capezzolo, un gemito sorpreso scappò dalla mia bocca, che andai subito a tappare con una mano.
A quella reazione, Camilo si staccò, sorridendomi divertito ed eccitato e poi lo sentii ancora, premere insistentemente fra le mie gambe, guardai verso il basso.
<Non preoccuparti di quello. Per ora voglio solo farti capire quanto mi piaci e quanto sei bella e anche quanto... piacere possa darti anche così.>
I suoi occhi, presero a fuoco e, con una lentezza estenuante, calò nuovamente su di me, passando all'altro seno, dedicandovisi come se non vi fosse altro all'infuori di quello.
Sospirai pesantemente più e più volte, gemetti ogni qual volta mi faceva sentire I denti a tradimento e quando infine si staccò, tornò a baciarmi le labbra con trasporto e... lascivia.
Tra un sospiro e l'altro lo ricambia, mordendogli gentilmente il labbro inferiore, mentre una mano si spostava sul mio seno, poggiandovisi a coppa, palpandomi.
Era tutto così piacevole... cosa mi aveva portato via la malattia e mio fratello?
Allontanai quei pensieri e tornai a concentrarmi su Camilo, sulle sue labbra e sulla sua lingua.
Dischiusi la bocca, lasciandolo entrare, mentre sentivo il petto tornare a bruciarmi, no... volevo continuare.
Un bacio gentile che si trasformò in passione quando le nostre lingue si incontrarono e le sue dita mi pizzicarono un capezzolo, facendomi fremere e togliendomi il respiro.
Lo assecondai fin quando non fui costretta a staccarmi a forza da lui, ansante e pallida.
L'effetto della frittella era finito e io caddi sul petto di Camilo, che ancora aveva la camicia.
<Pillole.>
Riuscii a dire semplicemente, non avevo più forza, solo dolore al petto.
Senza farselo ripetere due volte, Camilo infilò la mano nella tasca dei miei pantaloni e prendendone una dal blister me l'avvicinò alle labbra gonfie per il bacio che ci eravamo appena scambiati.
Le sue mani tremavano appena.
Aprii la bocca e inghiottii la pillola.
Poi le braccia di Camilo mi tirarono gentilmente a sè, portandomi sul letto.
<Per stasera basta così... altrimenti potrei sentirmi male pure io.>
Con la schiena sul materasso e fra le sue braccia, alzai lo sguardo sul suo viso.
I capelli scarmigliati e il viso rosso, gli occhi lucidi e le labbra gonfie quanto le mie.
Sembrava un dipinto.
Abbassò lo sguardo su di me e le sue labbra si aprirono in un sorriso dolcissimo.
<Sei peggio di qualunque Sangria io abbia mai bevuto... se non sto attento, finirò per berti fino a non capire più nulla e io... voglio essere lucido.>
Trattenni il respiro e quando mi strinse a sè più forte, affondai il viso sul suo petto sospirando.
Se avessi potuto decidere come morire, quello sarebbe stato assolutamente un ottimo posto.

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Buondì, domani parto, vado a Roma per il Romics e starò via fino a giorno 11.
Cercherò di aggiornare se riesco, ma la vedo un pochino dura.
Non prendo un aereo da due anni, spero di divertirmi e di non prendere il covid in fiera!
Abbiate cura di voi se non dovessi aggiornare fino a quel giorno.
Vi voglio bene❣

Doppelgänger [CAMILO  X READER]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora