18. Perla

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POV:[T/N]

Sentivo le sue morbide labbra sul mio collo e le sue mani accarezzarmi il ventre, nell'acqua calda e fra le sue braccia, non mi ero mai sentita così bene.
Certo, un po' dolorante fra le gambe, ma tutto il resto era piacevole, anzi, più che piacevole.
Gli afferrai le mani e lentamente sgusciai via dalla sua presa, mi lasciò fare, guardandomi comunque interrogativo quando mi voltai.
Gli sorrisi e, afferrando la spugna, la Impregnai di bagnoschiuma.
<Lasciami fare almeno questo.>
Sorrise sotto i baffi.
<Sai essere tanto dolce quanto intrigante... fai queste cose come se fossero naturali e invece ai miei occhi, sembri ancora più sensuale.>
Sentii il cuore saltare un battito, mi riteneva intrigante e sensuale?
Gli avevo solo chiesto di lavarlo...
Lasciai scivolare lo sguardo sul suo corpo, fin quando l'acqua lasciò spazio all'immaginazione fra le sue gambe aperte.
Deglutii rumorosamente, distogliendo lo sguardo, portandomi qualche ciocca di capelli dietro le orecchie.
Non potevo più  tirarmi indietro.
<Posso?>
Chiesi ugualmente.
<Non sarò di certo io a fermarti.>
Si passò le mani fra i capelli e attese. Mi avvicinai con calma e bagnando la spugna, la poggiai sul suo collo, lo lavai per bene, scendendo poi sul suo petto, insaponandolo.
<Mi dispiace per quella corsa...>
<Non dispiacerti, è valsa ogni singola goccia di sudore.>
Mi morsi il labbro, guardando la sua pelle ambrata. Potevo sentire il suo fiato caldo addosso al mio viso e anche se non lo stavo guardando, avevo come l'impressione che i suoi occhi si fossero appiccicati a me.
Scesi con la spugna sul suo ventre, sott'acqua.
Camilo fremette e io mi fermai.
<Continua.>
Alzai lo sguardo e per tutta risposta risalii, andando sulle sue spalle, mi spalmai su di lui, passandogliela sulla schiena.
<Avresti potuto chiedermi di girarmi...>
Sussultai, sentendo le sue mani sui miei fianchi.
<N-non ci avevo pensato.>
<Ne sei sicura?>
<...Non molto.>
Ridacchiò contro il mio orecchio, la voce roca e bassa, se mi parlava così io...
Sentii le orecchie diventarmi bollenti.
<Vuoi imparare a darmi piacere?>
Le sue dita affondarono sulla mia pelle ed io mi ritrovai a far scivolare via dalla mia presa la spugna.
<Sì.>
Lo avevo detto con un tono di voce così basso che non ero sicura Camilo mi avesse sentito, almeno fin quando non mi scostò dal suo corpo.
Mi fece adagiare fra le sue gambe aperte, come se fossimo un fiore ed infine lo guardai.
I suoi occhi languidi e color della foresta, mi stavano inghiottendo.
Mi prese una mano e con una calma estenuante, la portò sotto l'acqua, fin quando non sentii chiaramente il suo membro duro.
Mi sentii avvampare e sgranai gli occhi, fissandolo imbarazzata.
Lui mi sorrise malizioso.
<Hai pensato qualcosa che ti ha fatto arrossire, sai?>
Portai la mano libera su una guancia.
<Non è possibile.>
<Sarà a causa della torta di mia Tia... ma non parliamo di questo, hai una mano sulla mia erezione e questa cosa... mi ha fatto eccitare ancora di più.>
Sentii il suo membro diventare ancora più duro di quanto già non fosse.
Trattenni il respiro e quando la sua mano si mosse sulla mia, iniziammo a muoverci su e giù, lentamente.
<Così...>
Mi aiutò con un movimento circolare sulla punta, per poi ricominciare, su è giù più velocemente... forse avevo capito.
<Continua.>
Mi lasciò la mano e continuai come mi aveva chiesto, accarezzandogli di tanto in tanto la punta col pollice o col palmo della mano, andando sempre più veloce.
Si avvicinò a me, baciandomi il collo, il mento e poi si fermò sulle mie labbra.
Aveva il respiro pesante.
<Sei bravissima.>
Fremetti, incominciando ad andare più veloce, stringendolo un po' di più. Sussultò, fremendo subito dopo, sciogliendosi in un sorriso malizioso.
<E impari in fretta.>
Mi baciò, lasciandomi senza fiato, la mia mano sembrava un pezzo staccato dal mio corpo, mentre continuava a muoversi sempre più velocemente.
Mi morse le labbra, tirando e leccando ed infine, quando le dischiusi, entrò dentro di me.
In mezzo a tutto quel profumo e calore, mi sentii stordita.
Almeno fin quando non si staccò da quel bacio, gemendo fra le mie labbra.
Fermai la mia mano, mentre il suo respiro mi lambiva.
Era venuto, lo avevo fatto venire.
Poggiò la fronte su di una mia spalla e d'istinto gli cinsi la vita con le braccia, avvicinandomi a lui ancora di più.
<Come fai ad essere così?>
Sospirò, baciandomi la pelle.
<Così come?>
Chiesi curiosa.
<Così... duale. Sei così pura, eppure... mi fai impazzire.>
Chiusi gli occhi.
<Ti faccio impazzire?>
Alzò il viso di scatto, fissandomi negli occhi.
<Hai ancora dubbi?>
Mi sorrise malizioso.
<P-potrei dire lo stesso di te...>
<È diverso, io sono così dopo aver vissuto tante esperienze, tu... no.>
Era vero.
Mi accarezzò il viso.
<Sei una perla rara e io voglio che tu sia solo mia.>
<E... di chi altro potrei mai essere?> Era vero, non conoscevo nessuno a parte lui.
<Ma potresti incontrare qualcuno migliore di me, non lo so... Encanto è grande...>
<Non credo che in tutta Encanto ci sia qualcuno più dolce di te?>
Sorrise.
<Solo dolce?>
Non ero abituata a fare complimenti, ma capii al volo che Camilo era abituato a riceverne e molti.
<Ti sembra poco? Mi dispiace non essere una di quelle che ti ricordi costantemente quanto tu sia bello e sensuale.>
Il mio tono di voce, senza rendermene conto, si era fatto più pungente.
<Potrei diventare geloso.>
<Non hai nessuno di cui esserlo, dovrei forse diventarlo io... ho capito che hai una lista molto lunga e->
Mi interruppe tornando a baciarmi. Tentai di scostarmi, ma i suoi denti mi tennero ferma. Sentendo la spugna sulla mia schiena, lavarmi.
Mi calmai, lasciandomi lavare e baciare.
Era davvero assurdo.
Si staccò da me, continuando a lavarmi.
<Non sei come le altre ragazze che ho avuto, non potrei nemmeno metterti sul loro stesso piano, quindi non mettertici tu.>
La spugna passò sulle mie spalle e poi fra i miei seni, trattenni il respiro.
<Va bene.>
Riuscii solo a dire, mentre scendeva sul mio ventre e poi fra le mie gambe, soffermandosi lì più a lungo. Distolsi lo sguardo, fremendo e mordendomi il labbro inferiore, per poi passare sulle cosce e nuovamente fra le mie gambe.
<T-ti diverti?>
<Un po'... sei carina quando sei in questo tipo di difficoltà.>
<Dovrei insultarti.>
Premette di più e sospirai, mentre risaliva finalmente verso il mio petto.
<Non sarebbe carino da parte tua, ma non so se mi piacerebbe o meno.>
Portai una mano sulle mie labbra, scuotendo il capo.
<Potrei essere davvero arrabbiata.>
<Ma non lo sei.>
Lo guardai un attimo, gli occhi languidi e maliziosi.
<No.>
Mi sorrise, scostando la mia mano, tornando a baciarmi.

-

POV:[CAMILO]

Eravamo sul suo letto e le stavo frizionando i capelli umidi con uno degli asciugamani che avevo recuperato dal bagno, eravamo entrambi nudi,  faceva davvero troppo caldo in quella casa e la stagione estiva non aiutava per nulla.
<Questa casa è fatta proprio male... non hai caldo?>
Scosse il capo.
<Per me è meglio, ho problemi di microcircolazione, sono costantemente fredda.>
<Non mi è parso.>
Ridacchiai e per tutta risposta mi arrivò un asciugamano umido in faccia.
Me lo meritavo.
Lo tolsi e mi buttai sul suo letto da una piazza e mezza.
<Non dovresti tornare a casa? La tua Familia potrebbe preoccuparsi. E fra poco diventerà buio.>
Si preoccupava, le sorrisi gentile.
<Andrò via solo quando ti sarai addormentata.>
La vidi sbattere le palpebre confusa.
<Vuoi rimanere qui fino a quel momento?>
Le presi una mano, invitandola gentilmente a stirarsi accanto a me.
<Mi stai mandando via?>
Mi raggiunse, accoccolandomi sul mio petto.
<No... solo che non sono abituata a questo tipo di attenzioni e mi sembra strano.>
La strinsi a me.
<Cucinerò per te e poi me ne andrò, che ne pensi?>
<Penso che non ho nulla a casa, a parte del riso e delle verdure.>
Ridacchiai, baciandole il capo.
<Bastano, farò riso e verdure.>
Lasciai scivolare il mio sguardo sul suo corpo ancora una volta... no, non potevo, avevo perso il conto di quante erezioni avessi avuto da quella mattina.
<Vado a preparare la cena, tu rilassati...>
La vidi aprire bocca, ma le rubai un bacio.
<Ri-las-sa-ti.>
Mi alzai e riafferrando i miei pantaloni, li rimisi senza intimo.
<Ti chiamo quando è pronto.>
Le lanciai un ultimo sguardo adorante e poi mi avviai.
Una volta in cucina mi misi ai fornelli.
Iniziai a tagliare e pulire i peperoni, le zucchine e i pomodori e a cuocere il riso.
Trovai pure delle uova e le feci all'occhio di bue.
Quando fu tutto pronto mi voltai per andarla a chiamare e... me la trovai in piedi, oltre il tavolo. Rimasi senza fiato.
Addosso aveva una camicia da notte azzurra, così leggera che potevo vedere tutto.
Deglutii a fatica coi piatti in mano, era troppo.
<Tu così mi ammazzi.>
Era scalza...
<Non era mia intenzione...>
<Ah no?>
Un sorrisino apparve sul suo viso, stava iniziando a capire.
Prese posto ed io apparecchiai.
<Sembra tutto molto buono, grazie.>
Diede una prima forchettata e le si illuminarono gli occhi.
<Io non riesco a cucinare così bene degli ingredienti tanto semplici!>
Mangiò di gusto ed io mi scoprii di essere felice per una cosa tanto semplice.
Mangiamo tutto, ripulendo i piatti.
<Grazie.>
Era sazia, si vedeva dalle guance e dagli occhi.
<Non ringraziarmi per queste sciocchezze.>
Allungai il pollice verso le sue labbra e le ripulii da un chicco di riso.
<Ora spiegami come dovrei rimanerne con le mani in mano e andare via, dopo che ti ho visto così... dimmi se non lo dovrei interpretare come un invito a restare.>
La vidi abbassare lo sguardo colpevole.
<Infatti lo è.>
Pigolò piano ed io sentii il mio cuore fare le capriole.
<Resta.>

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Salve a tutt*!
Sono sempre io, spero stiate bene e che la storia vi piaccia💖
Sono felicissima di ricevere i vostri like e i commenti, mi date la spinta per proseguire e sono sempre contenta di leggervi e sentirvi entusiast*!
Vi abbraccio forte e vi auguro un buon 25 Aprile❣
Beniora.

Doppelgänger [CAMILO  X READER]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora