13. Media Luz

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POV:[T/N]

Una volta fuori dalla stanza, Camilo non accennò a mollare la mia mano.
Fui io che, una volta scese le scale, gliela lasciai.
Lui si voltò interdetto.
<Non so se la tua Familia...>
Dissi piano, interrompendomi quando me la riprese.
<La mia Familia non si fa questo genere di problemi e poi... ti sto solo tenendo la mano!>
Mi rassicurò, gli occhi verdi scintillavano come due smeraldi, sotto quei ricci morbidi color nocciola. Era davvero bello e deciso.
Quando fummo davanti alla cucina sala da pranzo, si schiarì la gola e tenendomi ancora per mano, mi portò con sé.
<Hola Familia!>
Tutti i Madrigal si voltarono verso di noi e io sentii di voler sprofondare. Erano troppi, gli occhi puntati tutti su noi due.
Sentii l'ansia sopraffarmi, il cuore e lo stomaco rivoltarsi: non ero mai stata in presenza di così tante persone.
Sentii le mani sudate e d'improvviso, la stretta di Camilo si fece più salda.
Non sentivo di aver bisogno delle medicine, non per il momento almeno.
L' Abuela si alzò da tavola e mi venne incontro abbracciandomi, rimasi ritta come un tronco. Non me lo ero aspettato.
Mio fratello mi raccontava di come la loro Familia fosse allo sfacelo, quando in realtà a me non sembrava per niente, quando in realtà la Familia rovinata era la nostra.
<Bienvenido Gabriel, è un piacere averti qui con noi.>
Quando mi lasciò, Camilo mi indicò il posto accanto al suo, di fronte a Isabela che non smetteva di fissarmi e sorridermi, come tutti gli altri del resto.
Annuii e presi posto e quando finalmente tutti fummo a tavola iniziammo a mangiare.
<Allora Gabriel, oggi ci insegnerai qualche trucco?>
Chiese Mirabel, sporgendosi sul tavolo.
<Abbiamo assaggiato tutti le tue torte qui, Camilo non faceva altro che portarne a quintalate!>
Aggiunse il padre di Camilo.
<Non riuscivamo più a fermare Antonio!>
Pepa si era infilata nella conversazione, guardandomi in maniera interessata, mentre un arcobaleno spuntava sulla sua spalla, sembrava felice, non vedevo né grandine, né pioggia, né i tifoni di cui Gabriel mi aveva sempre parlato.
Bugie... sempre e solo bugie.
<Sarò felice di preparare qualunque dolce vogliate.>
Pigolai, abbassando lo sguardo imbarazzata.
Mentre mandavo giù la zuppa, sentii la mano di camilo sul mio ginocchio, lo strinse gentilmente.
Sussultai, guardandolo di sottecchi e i nostri sguardi si incrociarono.
Sotto i ricci, i suoi occhi sorridevano contenti e in quel momento mi accorsi di stare meglio.
Guardai la zuppa e poi Julieta.
L'aveva cucinata lei.
Tornai su Camilo che annuì ed io sorrisi di rimando, lasciando poi scivolare lo sguardo sugli altri membri della Familia Madrigal e fu lì che lo vidi: due occhi nocciola enormi e cerchiati di nero che mi fissavano.
Bruno Madrigal.
Per poco non mi strozzai.
Era seduto vicino ad Abuela e non accennava ad  abbassare lo sguardo.
Deglutii rumorosamente, in attesa di qualcosa e poi... poi mi salutò dolcemente con la mano.
Sul suo viso si fece largo un dolce sorriso e poi inizio a bussare sul tavolo di legno.
Sbattei le palpebre, interdetta.
<Sai, fra le mie amiche sei molto popolare!>
<C-come?>
Guardai Isabela davanti a me e, agitando la mano, fece apparire una margheritina sul mio orecchio.
<Alcune ti hanno intravisto alla bottega, erano tutte eccitate di poterti conoscere. Le ho invitate per il tè... se non è un problema.>
Sentii Camilo sbuffare, tolse la mano dal mio ginocchio.
<Dovevi per forza?>
Isabela si accigliò.
<Che male c'è? E poi è un'ottima pubblicità! Dico bene?>
Si voltò verso di me, presa in contropiede.
Isabela non aveva tutti i torti, ma ciò comportava uno stress maggiore e questo Camilo lo sapeva ormai bene.
Mi voltai verso di lui, mi guardava preoccupato.
<Ha ragione e poi... si tratta solo di fare un paio di torte, non mi stancherò.>
Tentai di rassicurarlo.
<Perché chiedi a lui? Puoi fare tutto quello che vuoi!>
Stavo per prendere un altra cucchiaiata di zuppa e crostini, ma la mia mano si fermò a mezz'aria.
<Isabela!> La riprese Julieta.
Gli occhi furono nuovamente puntati su di noi e mi accorsi di come Bruno, in lontananza, si fece piccolo piccolo sulla sua sedia.
<Isa, mamma ha ragione.>
Intervenì Luisa, gli occhi dolci erano fissi sulla sorella.
Isabela sbuffò, lasciando cadere la discussione, tornando a pranzare.
Era tornato tutto alla normalità.
Tutto: tranne Camilo.
Lo sentivo teso accanto a me, come se ci fosse qualcosa che mi nascondesse.
A fine pasto mi alzai con la scusa di andare in bagno, volevo prendere un attimo una boccata d'aria.
Andai verso il cortile posteriore, dove io e Camilo avevamo cenato la sera prima e la porta si aprì sola, la magia della Casita ancora mi era estranea.
Respirai a fondo e mi stracchiai meglio che potei, altro che aria fresca, l'aria estiva era così torrida, avrei fatto meglio a rientrare subito.
Feci per voltarmi nuovamente verso l'ingresso fresco e in penombra della casa, ma due braccia bollenti mi tirarono dentro.
La porta si richiuse e io mi ritrovai con la schiena contro il muro fresco, fiato caldo e di cannella e arance sul mio viso.
Sbattei le palpebre accecata dall'improvvisa oscurità, dopo esser stata sotto il sole e alzai il capo.
Il naso di Camilo sfiorò il mio, lo guardai interdetta.
<Non la sopporto.>
Era arrabbiato.
Rimasi in silenzio, appiattita contro il muro e il suo corpo, le sue mani sulla parete.
<Quando Isabela fa così... diventa odiosa.>
Sentii il suo naso poggiarsi sulla mia fronte e scendere su una mia tempia.
Non capivo.
<Ogni volta che le presento qualche amico, ci prova sempre... è più forte di lei e questa...>
Sollevò la mano sul mio orecchio, prendendo la Margherita, che subito dopo distrusse fra le sue dita.
<Gli piaci.>
Sentii le orecchie diventare calde, lo guardai negli occhi.
<Ma, non mi conosce nemmeno.>
Bosco fitto su di me.
Mi stava inghiottendo.
Le sue labbra furono sulle mie, in un bacio che mi tolse il respiro e mi fece saltare più battiti.
Inaspettato.
Mi aggrappai alle sue spalle, alla sua camicia, in cerca di un appiglio, mentre un suo braccio mi cingeva la vita, stringendomi contro il suo corpo.
Inarcai il collo, alla ricerca d'aria, sotto le carezze irruente delle sue labbra.
Mi stava facendo impazzire.
Quando sentii la sua lingua le mie gambe cedettero e Camilo mi tenne  stretta a sè ancora di più, scivolando insieme a me contro il muro e sul pavimento.
Dischiusi le labbra, stanca, ma assolutamente vogliosa di continuare quel bacio che mi stava trascinando via.
La sua lingua si impadronì della mia, plasmandola a suo piacimento e quando fu soddisfatto si staccò da me, ansimavamo entrambi.
Il fuoco si era impadronito del mio petto e del mio bassoventre.
<S-sei geloso?>
Mi uscì spontaneo.
Vidi i suoi occhi languidi su di me, il desiderio pari al mio.
Rimase a fissarmi col fiatone, avvicinandosi poi ad un mio orecchio.
<Sì... è un mio difetto. Un difetto che ho appena scoperto.>
Smisi di respirare.
<Non mi piace questa cosa...>
Sentii le sue dita accarezzarmi il collo ed io guardai nella direzione del corridoio.
<Non verrà nessuno.>
Mi informò.
<Non mi piacciono le ragazze.>
Confessai.
Il suo fiato sul mio orecchio, mi voltai, un sorrisino divertito apparve sul suo viso.
<Buono a sapersi...>
Ci guardammo e ringraziai il cibo di Tia Julieta, a quest'ora sarei di certo stata dentro un fosso.
Camilo mi stava uccidendo.
Ogni suo sguardo, ogni sua carezze, era come essere su un rogo.
Lentamente, alzai le mani sul suo viso e, posandovi i palmi, lo attirai a me, fui io stavolta a baciarlo.
Posai con delicatezza le mie labbra sulle sue, piegando il capo, mentre la mia bocca si apriva e afferrava con i denti il suo labbro inferiore, come lui aveva fatto con me.
Lo sentii fremere, ma non fece altro se non assecondarmi.
Era così dolce quel bacio, molto diverso dal primo.
Nella frescura della casa in penombra, mi stavo godendo le sue labbra con calma, studiandole.
Chissà se avevo fatto bene i compiti.
Quando Camilo mi assecondò aprendo la bocca, mi insinuai dentro di lui, danzando lentamente con la sua lingua. Sentivo le pressione abbandonarmi, era come se mi stessi alienando, perdendomi in essa e Camilo... ne approfittò per prendere il controllo nuovamente.
Mi cinse la vita con entrambe le mani sostenendomi, poggiandomi nuovamente al muro, staccandosi poi dalla mia bocca, scendendo lentamente sul mio mento, sul mio collo, risalendo sul mio orecchio.
Ansiamai sentendo il suo fiato caldo.
<Scusami... è una cosa nuova per me.>
<Anche per me.>
Sussurrai ansante, sentendomi umida e calda fra le gambe.
Chissà sè...
Allungai una mano e la posai fra le sue gambe, Camilo sussultò, guardandomi negli occhi sorpreso.
Era duro.
<Non dovresti...>
Iniziò, mettendo una mano sulla mia, premendo ancora di più.
<Non dovresti iniziare qualcosa che non sai come finirà.>
I suoi occhi bruciavano, consumando i miei.
Il suo membro che si muoveva, svegliandosi sempre più.
<Vorrei... vorrei che mi facessi vedere tu... ma non abbiamo tempo.>
Dissi sommessamente.
<E questo non è il luogo.>
Aggiunse, divertito e con la voce roca.
Lentamente lasciai il cavallo dei suoi pantaloni, continuando a fissarlo.
<Mi fai sentire strana.>
<Ti eccito.>
Spalancai gli occhi, per poi abbassare lo sguardo, cambiava personalità in un batter d'occhio. Passava dall'essere dolce a predatorio nel giro di pochi secondi.
Non capivo se la cosa mi affascinasse o mi preoccupasse.
<Sei bagnata?>
Mi morsi il labbro inferiore, fissando il pavimento.
Annuii.
Due sue dita mi afferrarono il mento.
Occhi dentro occhi, i suoi guizzavano languidi.
<Vorrei spogliarti qui e prendere la tua prima volta sul pavimento, come il tuo primo bacio...>
Il mio corpo fremette.
Era normale che rispondesse così a quelle parole, alla sua voce?
<Però devi fare i dolci, quindi ti guarderò mentre li fai... desiderandoti come un pezzo di torta.>
Sentii le orecchie andare a fuoco e lentamente si alzò, porgendomi le sue mani.
Le afferrai e con delicatezza mi fece alzare.
<Adesso andiamo in cucina, Tia Julieta ti sta aspettando. Vuole che le insegni qualche trucchetto!>
Ancora stordita da ciò che era successo annuii, avrei dovuto riprendere possesso delle mie facoltà in quel breve tragitto e con Camilo accanto.
Sarebbe stato possibile?

Doppelgänger [CAMILO  X READER]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora