22. Ahogar

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POV: [CAMILO]

Dentro stavano ancora ballando tutti.
Avevo sistemato lo chignon sulla sua testa e adesso le tenevo la mano per non perderla in mezzo alla folla, le nostre dita erano intrecciate.
Tutta quella confusione di solito mi piaceva, ma adesso... avrei voluto che tutto il mondo si zittisse e che la Casita fosse vuota.
Volevo rimanere solo con lei.
Subito.
Vidi Luisa da lontano lanciarmi un'occhiata, nel momento in cui presi le scale e in un attimo fui accanto a noi.
<Che fai?>
Le Chiesi titubante, mentre ci accompagnava sopra.
Sentii la stretta nella mia mano farsi più decisa.
<Ti accompagno, se qualcuno ti vede entrare da solo con lei, in Paese salterà fuori qualche nuova voce.>
Le sorrisi.
<Grazie Luisa, sei un angelo.>
Quando fummo davanti la porta incantata della mia stanza lei si mise davanti e ci lasciò entrare di soppiatto. Casita richiuse la porta dietro di noi.
Sospirai, voltandomi infine verso di lei.
<Perdonami. Ho una brutta nomea, dato i miei trascorsi... non voglio che tu ci vada di mezzo.>
La vidi sorridermi imbarazzata, poggiandosi sulla porta con la schiena.
<Tanto domani, tornerò ad essere Gabriel per tutti. A mezzanotte potrebbe rompersi l'incantesimo.>
Lasciai scivolare lo sguardo sull'orologio sulla scrivania.
<Abbiamo tempo allora.>
Mi avvicinai a lei.
<Avevi detto che volevi essere scaldata da me, prima... senti ancora freddo?>
Quando fummo faccia a faccia, misi il palmo di una mano sul legno della porta, avvicinando solo il mio viso al suo, accarezzandole la punta del naso col mio.
<Sì.>
Sorrisi.
<Va bene...>
Mi misi in ginocchio sul pavimento, scoprendola sorpresa quando alzai lo sguardo verso di lei.
<C-che fai?>
I suoi occhi erano due pozze liquide, sapeva perfettamente quali fossero le mie intenzioni, ormai mi conosceva.
<Ti scaldo.>
Le sorrisi malizioso e senza che lei potesse dire altro, le alzai la gonna e andai  sotto.
Fremette quando le afferrai gli slip calandoglieli e con calma e molta lentezza iniziai a morderle la pelle calda delle cosce, volevo le aprisse per me.
<C-Camilo...>
Non ricevette alcuna risposta, sorrisi quando però allargo le gambe quel tanto che bastava da farmi arrivare dove desiderassi.
Iniziai a baciarla e leccarla, aiutandomi con le dita, mentre la sentivo sospirare e gemere tutte le volte che andavo più a fondo.
Non dovevo nemmeno chiedergli se gli piacesse, lo sentivo.
La sentivo.
Pulsante, calda e umida... e sentivo pure la mia erezione iniziare a star stretta nei miei pantaloni.
Le accarezzai le gambe, salendo sempre più sù, fin quando non le afferrai i glutei, affondandovi le dita, era così morbida!
<Ti prego...>
La sentii sospirare ed io andai ancora più a fondo. Gemette, diventando ancora più umida.
Stava diventando una tortura pure per me.
Le tolsi definitivamente gli slip e poi sbucai fuori dai suoi vestiti.
Quello che vidi mi mandò a fuoco ancora di più. Non sarei riuscito a portarla a letto.
Era completamente gettata con la schiena e il capo contro la porta.
Una mano si stava torturando le labbra gonfie e l'altra... era sulla scollatura del suo seno... si stava toccando!
<Per Dio...>
Mi guardò con gli occhi più languidi e ricolmi di desiderio che mi avessero mai guardato, ci stavo affogando letteralmente dentro.
No, quegli occhi si meritavano di essere portati a letto.
Mi alzai e prendendola da sotto il sedere la sollevai, le sue gambe si avvinghiarono alla mia vita e la mia erezione andò a sbattere tra le cosce calde di lei.
Volevo urlare, ma mi chiuse la bocca con un bacio.
Le sue mani affondarono fra i miei capelli e io la portai immediatamente a letto, sapevo perfettamente dove fosse, non avevo nemmeno bisogno di aprire gli occhi.
Mi accomodai con lei su di me e mentre mi mordere e leccava le labbra, andai a sciogliere il fiocco dietro al corpetto, iniziando ad  allargarglielo; almeno in quello ero davvero un maestro!
Sospirò quando fu libera da quella costrizione e sentii le sue mani scendere sempre più giù fra di noi.
Si alzò leggermente, puntellandosi sulle ginocchia, mentre continuava a confondermi con quel bacio e in pochi istanti la mia intimità fu libera.
Sospirai pesantemente, allontanandomi per un attimo dalle sue labbra.
<A-aspetta.>
La sentii prendermi l'erezione con una mano, iniziando a muoverla, togliendomi il respiro. Stavamo forse giocando a chi sorprendeva di più l'altro quella sera, ne ero certo.
Ma avrei vinto io.
Ne ero certo.
Le presi il viso fra le mani e la guardai negli occhi, mentre continuava a stimolarmi.
<C'è... una cosa che voglio farti provare, ma ti devi fidare di me.>
Avevo il respiro pesante, se avesse continuato sarei venuto in due secondi.
Si fermò fortunatamente.
<Mi fido.>
Sussurrò e io le sorrisi perso nel piacere.
Mi alzai, adagiandola sul letto.
Mi tolsi il poncho, gettandolo per terra e poi mi sfilai i pantaloni.
Infilai la protezione e mi avvicinai a lei, iniziando a sbottonarmi la camicia.
<Spogliati.>
Vidi i bordi delle sue orecchie diventare rossi, era così pudica, anche in quella situazione che di pudico non aveva nulla.
La vidi allentare ancora di più il bustino ed infine se lo tolse, insieme alla gonna.
Rimasi a fissarla incantato, era una visione sulle lenzuola di cotone rosse.
Salii sul letto, acchiappandola con un braccio per la vita, aveva aperto le gambe per farmi spazio fra di lei senza nemmeno chiederglielo.
Mi voleva, tanto quanto io volevo lei.
<Voltati.>
Le Chiesi gentilmente e con fare sensuale ad un orecchio.

-

POV: [T/N]

Rimasi interdetta quando Camilo mi chiese di voltarmi.
Mi scostai per un attimo, sbattendo le palpebre.
<In che senso.>
<Fidati, sono sicuro che ti piacerà.>
Mi accarezzò una guancia e lasciai scivolare lo sguardo sul suo petto nudo.
Mi tolsi la frangia e lo chignon ed infine feci come mi aveva chiesto.
Mi voltai e delicatamente le sue mani mi guidarono, finendo con la testa e le braccia fra i cuscini e il sedere sollevato verso il suo bacino,era una posizione un po' imbarazzante.
Quel pensiero però svanì quando lo sentii col petto sulla mia schiena e il suo membro strusciare contro di me, mi sentii così vulnerabile che il mio corpo fremette da solo.
Quando entro lentamente, inarcai la schiena e strinsi le mani sui cuscini, ansimando su questi ultimi, mentre cercavo maggior contatto.
Lo sentii gemere quando fu totalmente in me.
<Vorrei... vorrei morire adesso.>
Mi sussurò ad un orecchio e gemetti pure io quando mi afferrò un seno.
<Sei perfetta, mi rendi così... così disperato.>
Non riuscivo a rispondergli, ero talmente in estasi che avevo perso la connessione fra bocca e cervello.
<Mi fai desiderare di volerti sempre di più.>
Iniziò a muoversi lentamente ed io sentii il piacere trascinarmi prepotentemente, mentre il cuore saltava i battiti.
Il ritmo diventava sempre più serrato ed io non riuscii più a contenere tutto quel piacere che si stava riversando in me ad ondate violente.
Urlai e urla, gemendo, inarcandomi, impazzendo.
Aveva ragione, avevo fatto bene a fidarmi.
Le sue mani furono poi sulla mia vita, dettando il ritmo sempre più veloce.
<Camilo!>
Urlai senza ritegno, inarcandomi all'inverosimile e lui diede una spinta più forte e intensa delle altre, gemendo, accasciandosi sulla mia schiena.
Eravamo entrambi sudati.
Non avevo le forze, non sapevo nemmeno come mi reggessi sulle ginocchia.
Sapevo solo che non era mai stato così bello.
<T-ti è piaciuto?>
Lo sentii chiedermi ad un orecchio, mi morsi il labbro inferiore, cercando di riprendere fiato.
<Credo che non ci sia nemmeno... nemmeno bisogno di risponderti.>
Mi voltai quel tanto che bastava per vederlo in faccia e lui ne approfittò per fiondarsi sulle mie labbra.
Lo sentii uscire da me, facendomi dischiudere la bocca per la sorpresa e staccandosi da quel bacio, mi rivoltò, ritrovandomi con la schiena sul materasso.
Le gambe aperte, sentii pulsare fra di esse.
<Fammi annegare ancora dentro di te.>
Con gli occhi languidi annuii e Camilo tornò a baciarmi.
Quella notte, sia io che lui, annegammo reciprocamente nei nostri corpi.

Doppelgänger [CAMILO  X READER]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora