-No! Nooo! No!- continuo ad urlare mentre continuo a tirarmi i capelli. Il dolore che provo non è niente in confronto al vuoto interno che provo dopo quello che è appena accaduto.
Come, mi chiedo. Come è possibile? Come è finita lì quella cassetta. Prim sarà distrutta. Crede che io sia un'assassina. Non so se possa andare peggio di così. Provo una sensazione strana, sento di cadere in un pozzo che fondo non ha, continuo a cadere e nessuno riesce a prendermi per mano, come in contemporanea a queste mie sensazioni, spunta l'unica persona che può darmi quella mano, che può darmi quella salvezza....
-Katniss! Katniss cosa è successo?- chiede Peeta preoccupato.
-Katniss alzati ti prego! Perché piangi?- continua.
Alzo leggermente la testa per incontrare i suoi occhi. Lo vedo mentre mi fissa, è spaesato e ha paura per me.
Io non riesco a parlare e mi butto fra le sue braccia, che so mi stringeranno in un abbraccio che di sicuro mi aiuterà.
Peeta mi stringe forte a se e con una mano mi accarezza i capelli.
-Katniss cosa è successo? Dimmelo.- chiede adesso più calmo.
Io sono distrutta non riesco a parlare, è inutile. È successo anche dopo la morte di mia sorella, ma stavolta devo riprendermi in fretta. Peeta deve sapere.
-Va bene, andiamo a casa ti calmi e poi me lo dici.- dice Peeta.
Mi solleva da terra e mi riporta a casa. Prova a darmi qualcosa da mangiare ma io non voglio niente, mi limito a stare seduta sul divano stringendo a me le gambe.
-Dov'è Prim?- chiede poi Peeta notando la sua assenza.
Io scoppio di nuova in lacrime mentre rivedo mia figlia urlarmi contro e uscire dalla casa in lacrime per poi sparire.
-Katniss non farmi preoccupare? Cosa le è successo? Sta bene?- chiede Peeta.
So che devo farmi forza e dirglielo. Lui è il padre dopotutto.
-Prim.... Prim...- inizio per poi essere bloccata da un singhiozzo. -Prim è scappata.- dico.
-Come sarebbe a dire? Spiegati meglio!- dice Peeta evidentemente preoccupato.
-Peeta lei ha visto i nostri giochi....- dico mentre le lacrime salate bagnano il mio viso. -Io ero andata a caccia e quando sono tornata...-
-Continua.- mi incita.
-L'ho trovata che piangeva! Che piangeva e mi gridava di essere un'assassina!- dico per poi buttarmi fra le sue braccia.
-Ha visto i giochi...- sussurra Peeta.
-Tranquilla andrà tutto bene.- dice.
-No! Niente andrà bene! Adesso persino lei mi odia! Tutti sanno che sono un'assassina!- grido in lacrime.
-Zitta non è vero!- dice Peeta.
-Si che è vero! Le mie mani sono sporche di sangue! Di tante gente, anche che non conoscevo! Tutti sono morti a causa mia!- urlo.
-Basta! Basta!- dice Peeta mentre mi stringe più forte.
-Calmati e andiamo a cercare Prim.- dice mentre mi accarezza la schiena.
-Non mi vorrà vedere è inutile.- dico asciugando le mie lacrime.
-Intanto andiamo, non può restare sola, è ancora piccola.- dice.
Io e Peeta usciamo di casa e ci dirigiamo verso i boschi. Sappiamo che è lì. Lei adora i boschi proprio come me.
Una volta arrivati guardiamo ovunque per riuscire a trovarla senza però chiamarla.
-Katniss è lì.- dice Peeta indicando a destra.
È seduta su una roccia a fissare il nulla, chissà come si sente.
-Vai tu. Non vorrei che scappasse ancora.- dico.
-Va bene, tu aspetta qua.- dice Peeta mentre s'incammina.
Mi fido di lui, ci sa fare con le parole. Le spiegherà tutto meglio di come saprei fare io.
Peeta si siede accanto a lei e Prim non appena lo vedo si stringe forte a lui.
-Papà...- dice mentre comincia a piangere.
Mi metto una mano alla bocca mentre dentro inizio a sentirmi inutile. Una sensazione che va dalla testa fino alle estremità del mio corpo mi fa sentire inutile, è freddo. Un freddo che gela più di un qualsiasi inverno, più di qualsiasi fiocco di neve. I miei occhi si fanno lucidi nel vederla stretta a suo padre.
-Prim... perché hai visto quella cassetta?- chiede Peeta.
-Papà io volevo vederla da tanti anni, ma tu e la mamma me lo impedivate.- dice. -Così un giorno l'ho presa e nascosta sotto il vostro letto aspettando il momento giusto per vederla.- continua.
-Hai fatto una cosa sbagliata. Non si fanno queste cose. Prima hai rubato e poi ci hai disobbedito.- spiega Peeta.
-Lo so... Ma almeno adesso so la verità che non mi avete mai detto.- conclude Prim.
-Non è vero. È come se tu non sapessi nulla. Dovevi vederlo con noi. Ti avremmo spiegato tutto.- dice Peeta.
-Non c'è molto da spiegare. Katniss è un assassina.- dice Prim.
-Calmati. Non è così.- dice Peeta.
-Papà l'ho vista uccidere!- grida Prim.
-Credimi non è come sembra. Parla con lei, anzi andiamo a casa e guardiamo tutti e tre quella cassetta. Ci stai?- dice Peeta.
-Okay.- dice Prim mentre si alza in silenzio.
Peeta le cinge le spalle e la conduce verso di me. Lei si limita a guardami senza rivolgermi la parola. In silenzio andiamo a casa, e in breve tempo ci ritroviamo sul letto a guardare di nuovo i miei giochi.
Peeta fa vedere a Prim la mietitura che lei non aveva visto.
Lei si mette a piangere e viene da me a chiedermi perdono.
-Perdonami mamma. Non pensavo che l'avessi fatto per la tua piccola sorella.- dice.
-Tranquilla, ancora abbiamo molto da spiegarti.- dico.
-Si, la mamma ha ragione.- dice Peeta.
-Katniss, Ryan lo sta andando a prendere Haymitch, rimarrà con lui tutto il giorno.- mi informa Peeta.
-Okay, e una cosa Prim. Non dire niente a Ryan di tutto ciò. Vedi come hai reagito tu, figuriamoci lui.- dico rivolta a Prim.
-Certo mamma. Ti chiedo ancora perdono. Come ho potuto dirti quelle cose così brutte.- dice.
-Adesso basta.- dico io.
Quando vede la scena in cui canto per la piccola Rue e poi la contorno di fiori, Prim si commuove e capisce che io in realtà sono buona e che tutti hanno fatto bene a seguirmi.
Una volta finiti giochi Prim ha da farci mille domande, e ha ragione.
Io e Peeta ci prepariamo a rispondere sinceramente a tutte le domande che Prim vorrà porci. Ma sopratutto ci prepariamo a raccontarle della rivolta e del cambiamento di Peeta.Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Votate e commentate❤️
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Primrose e Ryan Mellark
FanfictionQuesto è il sequel de "Il signore e la signora Mellark"! Visto il grande apprezzamento e la voglia di continuare a leggere quello che scrivo ho deciso di scrivere un continuo che va oltre le parole della Collins. La storia è infatti incentrata sulla...