Mi sveglio in una strana stanza. Mi sento disorientata e sento i polmoni stretti e chiusi, la sensazione dentro di me si fa oscura. Cosa è successo?
Inizio lentamente ad aprire un occhio, questo è il massimo che posso fare, non mi sento le braccia, ne le gambe. Quando riesco ad aprire entrambi gli occhi inizio a guardare e cercare di capire dove mi trovo. La stanza, nella quale molto probabilmente sono rinchiusa, è tutta bianca e grigia e io ho sia le mani che i piedi legati. Mi ritrovo le mani dietro la schiena e mi sento impotente. Perché sono qui? Cosa sta succedendo? Sento un vuoto che mi entra dentro e poi lentamente diventa parte di me, tutto il mio corpo sente questo vuoto, questa tristezza, e io mi ritrovo come senza polmoni, in un insieme di strane sensazioni; sento che mi manca l'aria in questa stanza. Sono a Capitol City, ne sono sicura, questa è una delle stanze del palazzo presidenziale.
Ad un tratto smetto di pensare a me. Ricordandomi di Peeta che era stato colpito alla testa. Dov'è lui? E i miei figli? Cosa avranno fatto ai miei figli? Loro stavano dormendo.
All'improvviso il terrore che i miei figli e Peeta non siano al sicuro mi da la forza di provare ad alzarmi.
Sembra tutto inutile, ho i piedi e le mani legati. Però non posso stare qui a non fare nulla mentre i miei figli rischiano la vita. Sta succedendo qualcosa di grave, altrimenti non mi avrebbero rinchiusa è legata in questa stanza. Il nuovo presidente sarà un discendente di Snow, sicuramente vorrà uccidermi, e non solo me, vorrà uccidere Peeta e i miei figli, ne sono sicura, se no perché tutto questo?
Dopo un paio di saltelli finisco sul pavimento e cerco di strisciare fino alla porta. Il problema è che una volta arrivata non so che fare, le cinghie con le quali sono stati chiusi i miei piedi sono di metallo, come posso spezzarle?
Poi noto in un angolo della camera una telecamera. Mi stanno spiando o comunque mi stanno controllando. Forse mi lasceranno qui a morire di fame, di sete, ma io avrei accettato di morire anni fa, quando non c'erano Prim e Ryan, ma adesso non posso! Devo uscire di qui, e devo raggiungere i miei figli. Costi quel che costi.
Anche se le possibilità di successo sono quasi inesistenti inizio a sbattere il mio corpo contro la porta, cercando di sfondarla. Dopo un paio di tentativi non ce la faccio più, il mio braccio è tumefatto e mi fa un male incredibile.
Poi la porta si apre all'improvviso.
-È inutile che continua a fare così signorina Everdeen! Stia ferma!- mi ordina un pacificatore.
-Dove sono i miei figli?!- gli urlo contro.
-Non sono informazioni che sono tenuto a darle.- risponde.
-SONO I MIEI FIGLI! Devo sapere dove sono?- urlo disperata.
-Vuole un altro sedativo? Forse le farà bene?- dice sorridendo.
-Voglio solo sapere dove sono i miei figli!!!- grido.
L'uomo si avvicina a me e mi prende per un braccio.
-Mi lasci! Dove mi sta portando!- grido.
-Le faremo dimenticare dei suoi figli così non ci saranno più problemi.- dice.
-Ma che sta dicendo?! È impossibile! Mi lasci andare!- dico mentre mi dimeno.
-Peeta ha già effettuato la sua prima seduta di depistaggio. E mi creda sta già molto meglio.- dice.
Depistaggio. Questa era la parola che aveva usato Plutarch per descrivere Peeta una volta tornato da Capitol City.
"Demoliscono la sua identità, con percosse, elettroshock..."
Non ci credo gli hanno già fatto di nuovo il depistaggio, povero Peeta. No... No, no, non sta accadendo davvero... Non può essere... Perché? Perché?
Continuo a non capire cosa stia succedendo, mentre immagino Peeta che ha dovuto passare di nuovo le stesse cose e non era ancora guarito del tutto... Io diventerò come lui. Non lo amerò più, odierò i miei figli. Devo impedire che ciò accada.
-Signore le ho portato Katniss.- dice l'uomo gettandomi ai piedi di qualcuno.
-E così sei tu. La famosa Katniss Everdeen. La ghiandaia imitatrice che ha portato il paese al collasso.- dice freddo.
Lentamente alzo lo sguardo e vedo un giovane vestito elegantemente.
-Cosa hai fatto alla mia famiglia!- gli urlo contro.
-Vedo che non sai nemmeno come comportarti. Sei una bella maleducata.- dice con tono fermo e calmo.
-Tu non sai come ci si comporta! Dov'è la mia famiglia!- grido.
-Calma, calma. Nessun membro della tua famiglia è stato ucciso, per il momento.- dice.
-Cosa significa per il momento?!- gli ringhio contro.
-Che presto farò capire io alla nazione come doveva comportarsi con voi e con te soprattuto.- dice.
-Ma chi sei?- chiedo.
-Sono il nuovo presidente. Gaio.- dice con voce sicura.Anche se breve spero che il capitolo vi sia piaciuto! Votate e commentate❤️
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Primrose e Ryan Mellark
FanfictionQuesto è il sequel de "Il signore e la signora Mellark"! Visto il grande apprezzamento e la voglia di continuare a leggere quello che scrivo ho deciso di scrivere un continuo che va oltre le parole della Collins. La storia è infatti incentrata sulla...