Vedo Prim che mi guarda, la vedo e non posso fare a meno di pensare a quanto io le stia rovinando la vita. A questa età dovrebbe uscire tranquilla con le sue amiche, confidarsi con sua madre, abbracciare suo padre e tutte le altre cose che farebbe un adolescente.... e invece no. Questo Gaio ci sta rovinando tutto, sta rovinando il fragile equilibrio che avevo trovato. Per fortuna Prim di sua zia ha solo il nome, è molto diversa da lei, è più forte e combattiva, proprio come me. Poi la mia mente sembra vagare un attimo per poi arrivare al piccolo Ryan. Cosa gli sto facendo? È un bambino, un bambino.... e la sua vita fa schifo già da adesso, non può giocare normalmente come farebbe qualsiasi bambino della sua età, e mi preoccupa tutto questo, è così dolce e fragile, tutto l'opposto della sorella. Qualsiasi cosa succeda è solo colpa mia e mi sento così inutile come uno straccio vorrei buttarmi da qualche parte e restare lì, faccio schifo, ho fallito in tutto, come madre, come moglie non potrei essere peggiore.
Veniamo spinti a forza dentro un auto mentre Gaio continua a ridere felice. Prim mi guarda ed è lei a darmi forza poggiandosi su di me e iniziando ad accarezzarmi i capelli. È incredibile io dovrei confrontarla non lei, ma ormai io sono una persona spezzata, dal tempo dalle ferite... ogni cosa mi fa tornare indietro e non riuscirò a cambiare tutto questo.
Arriviamo a Capitol City e Peeta ancora privo di sensi viene portato via per primo, poi io vengo strattonata a forza insieme ai miei figli.
Due guardie ci scortano fin dentro il palazzo per poi portarci in una cella oscura dove stranamente veniamo rinchiusi tutti e quattro.
Dopo qualche istante di silenzio Prim inizia a parlare.
-Mamma...- dice in tono sommesso.
-Ce la faremo. Abbiamo dalla nostra parte gli unici vincitori degli Hunger Games.- dice facendo un piccolo sorriso.
Io non riesco a risponderle, so che in realtà sta soffrendo e io non volevo questo per lei.
Dopo un paio di minuti Peeta inizia a muoversi e io mi avvicino a lui. Appena si sveglia gli stampo un bacio dritto sulle labbra e lui capisce subito che ho bisogno del suo conforto e continua a baciarmi mentre mi stringe a se.
Prim fa un piccolo verso di approvazione e ci guarda felice e commossa.
-Ti amo...- sussurro.
Peeta si allontana da me per andare a prendere Ryan che è messo in una strana posizione. Lo prende in braccio e inizia a cullarlo dolcemente.
Io mi accovaccio su me stessa e inizio a domandarmi se non ci faranno morire qui dentro. Magari non ci porteranno più cibo e acqua e noi moriremo. Forse sarebbe meglio così, eviteremo tutte le sofferenze. Ma so bene che sia Prim che Ryan meritano di vivere e devono continuare a vivere. La giornata passa molto lentamente e nessuno riesce a parlare, solo quando Ryan si sveglia cerchiamo di cambiare espressione e di parlare per non fargli avere paura e fargli credere che andrà tutto bene. Ci ha già ripetuto più di 10 volte che ha fame, ma non posso farci nulla, non so come uscire, gli darei qualsiasi cosa per renderlo felice ma non posso.
L'indomani mattina arriva una signora, una senza voce precisamente, e ci porge quattro misere porzioni di cibo. Io e Peeta non mangiamo e diamo le nostre porzioni a Prim e Ryan. Lui inizia subito a mangiare ma come era prevedibile Prim non ne vuole sapere di avere del cibo da noi, esige che almeno ci dividiamo un piatto io e Peeta.
Non possiamo costringerla a mangiare così dopo un po di prove siamo costretti a mangiarlo noi anche se avrei preferito che mangiasse lei.
Ryan continua a ripetere di avere fame, ma non ci viene dato più nulla, però il fatto che ci abbiamo portato qualcosa indica che il suo piano non è quello di farci marcire qui dentro, ha altre idee in mente.
-Cosa credi che ci faranno?- mi domanda Peeta.
-Non lo so. Ma ho paura, paura per i bambini.- dico sofferente.
-Anch'io tesoro. Anch'io...- dice mentre mi cinge con un braccio le spalle.
Nel tardo pomeriggio dopo aver saltato il pranzo inizio a guardare meglio la cella in cui siamo rinchiusi. È sporca ovviamente, è stretta ed ha solo due letti che sembrano antichissimi. Mentre osservo noto che dietro un letto c'è una scritta che sembra stata scalpita da qualcuno. Mi avvicino e non appena leggo mi metto una mano sulla bocca.
Le lacrime iniziano a scendere, mille ricordi solcano la mia mente.
Li dietro quel muro c'è la scritta di qualcuno che ha sempre creduto di me, di qualcuno che è stato capace in parte di sostituire mio padre.
Nel muro scritto probabilmente con le unghie c'è una frase che solo una persona poteva scrivere:
"Ricorda ragazza di fuoco io scommetto ancora su di te."
-Cinna....- sussurro.Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Votate e commentante in molti e fatemi sapere se vorreste che aggiungessi qualcosa alla storia o che la modificassi un po'. Accetto critiche❤️
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Primrose e Ryan Mellark
FanfictionQuesto è il sequel de "Il signore e la signora Mellark"! Visto il grande apprezzamento e la voglia di continuare a leggere quello che scrivo ho deciso di scrivere un continuo che va oltre le parole della Collins. La storia è infatti incentrata sulla...