CAPITOLO 13

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Lei era rimasta sorpresa all'annuncio di Iker che sarebbero usciti per andare a Barcelona. Soprattutto perché, ogni volta che lui era entrato nella sua stanza, erano sempre finiti a soddisfare il reciproco bisogno l'uno dell'altra.

Non che lei si stesse lamentando. Era strano avere condiviso così tanto fisicamente, senza essersi mai detti molto. Si erano scambiati intimità profonde e intense e non si erano soffermati semplicemente a parlare. Tuttavia, era più di quanto lei avesse mai avuto da qualcuno nella vita. Iker le provocava delle strane sensazioni nel cuore.

Si stupì quando quel giorno, lui non la spogliò ma la fece salire sull'elicottero e si diressero verso la città. Dal loro arrivo, Levana non aveva mai lasciato l'isola. Una volta lasciato l'elicottero, presero una macchina sportiva che Iker guidava con molto disinvoltura attraverso stradine strette, lastricate in pietra e infine si fermarono davanti ad una boutique molto elegante e molto esclusiva, con vetrine allestite perfettamente.

"Vieni, pequeñita. Abbiamo un appuntamento," le spiegò lui, entrando nel parcheggio.

Scese e le tenne aperta la portiera, esibendo una cavalleria inaspettata e pericolosa per il suo cuore già vulnerabile. Un senso di calore la pervase.

"Per fare cosa? Sin da quando siamo saliti sull'elicottero, sei stato molto misterioso..."

Iker le sorrise, cosa che in quei giorni stava avvenendo con sempre maggiore frequenza.

"È una sorpresa."

Lo stomaco le si serrò e la speranza si mischiò alla paura. Perché nella sua vita le cose non arrivavano mai semplicemente e le sorprese in genere, non si erano mai rivelate nulla di buono.

Levana non capiva bene il senso di quella relazione in cui era finita e cosa le stesse accadendo in quel momento. Non era nemmeno sicura di cosa volere, se non chiudere fuori il mondo, il futuro, la realtà e continuare a vivere in quell'istante.

"Fidati di me, mi ángel!" disse Iker, porgendole la mano.

"Sai bene che non mi fido di nessuno," rispose lei.

"Lo so, ma, fidati di me adesso."

Lei gli sfiorò la mano e le dita di Iker si chiusero forti attorno alle sue.

"Molto bene, Iker... Lo farò."

La spinse leggermente in avanti, conducendola nella boutique. All'interno vennero accolti da una donna di bassa statura, con indosso un abito nero, i capelli raccolti in un austero chignon e le labbra dipinte di un rosso brillante.

"Señor Elizari," lo salutò, e poi continuò in inglese. "Ho messo da parte una selezione di abiti basandomi sulla sua descrizione dell'evento e della sua... amica," spiegò, indicando Levana.

Lei non era sicura di cosa provasse nel sentirsi definire amica di Iker con quel tono. Non era una sua amica, ma la sua amante. Tuttavia, immaginava che la donna intendesse escort o qualcosa del genere, ma Levana non era nemmeno questo.

'Ma sei davvero la sua amante? Cosa sei veramente?'

Strinse i denti ed incontrò gli occhi dell'austera signora, costringendosi a sorridere. L'unica eredità ricevuta da suo padre era la capacità di brillare in ogni situazione, almeno in apparenza.

"Sono Levana Phillips," si presentò, porgendo la mano. "Piacere di conoscerla."

La donna fu chiaramente sorpresa, ma accettò la mano che lei le porgeva e la strinse. Poteva dire di avere almeno ottenuto un po' di riluttante rispetto.

"Se non le dispiace," intervenne Iker, "inizieremmo subito a provare gli abiti. Ora che ha visto Levana, se ha qualche altro capo da mostrarle..."

La donna era stata chiaramente congedata, ma dato che Iker era un cliente ricco e potente, era evidente che lei non avrebbe discusso.

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