CAPITOLO 18

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Iker si era chiuso nel suo museo personale, quando Levana se n'era andata a fare le valigie. Aveva continuato a rimanere lì, contando tutto quanto, facendo un inventario mentale di ogni cosa. Conosceva ogni pezzo, sapeva il prezzo esatto che aveva pagato per avere quei piccoli tesori...C'era tutto, nulla era andato perso...

Guardò l'orologio molto costoso che teneva aveva al polso. L'aereo era già in volo verso New York... La donna della sua vita, l'unica donna che era riuscita a fargli battere il cuore morto da così tanto tempo, era andata via...

"Mi ángel... Mi hermosa mujer... mi alma..."

Scrutò di nuovo tutto quanto intorno... Ogni cosa era al posto suo... Eppure la stanza era vuota, come il suo corpo. Era come se Levana gli avesse strappato via qualcosa di essenziale e se lo fosse portato via con sé. E nessuno di quegli oggetti gli era d'aiuto, né riempiva la sua desolazione.

'Perché tu la ami... Ma sei un maledetto codardo...'

La consapevolezza gli causò un morso bruciante di dolore. Sì, lui l'amava, ma l'amore era la cosa più terrificante a cui potesse pensare. Qualcosa che aveva avuto per un po', prima che gli fosse strappato via per sempre, trasformandolo in un morto vivente.

"Pequeñita..." gridò verso il cielo.

Iker si passò la mano tra i capelli... Gemendo come una bestia ferita, attraversò la camera verso l'espositore che conteneva uno dei suoi vasi. Con tutta la rabbia possibile, lo spinse giù la colonna su cui era posato, mandando in mille pezzi sia la teca di cristallo che il vaso stesso.

"Dannazione!"

Si volto e spinse giù un'altra teca, schiacciando i soldatini che vi erano custoditi. Due cose della sua collezione se n'erano andate e non gliene fregava proprio niente. Prese un altro vaso e lo sbatte contro il muro trasformandolo in mille pezzi... E poi un'altra cosa ancora e un'altra...

Nulla! Non sentì nulla! Né disperazione, né dolore... Solo un vuoto... un maledetto vuoto. Niente di questo importava, niente! Quegli oggetti che lui aveva protetto tanto a lungo così gelosamente, non significavano nulla. Non offrivano né protezione, né sicurezza.

Lui era lì, esposto, ferito e vulnerabile e nessuna di quelle cose avrebbe fermato il dolore che lo divorava, che devastava ogni parte di lui. Solo lei avrebbe fermato il dolore... Solo lei avrebbe fatto battere ancora il suo cuore... Levana era tutto ciò che importava e lui l'aveva lasciata andare.

'Lei non ti ha scelto. Tu dovevi permetterle di farlo. Hai voluto giocare seguendo le regole... Fare l'onesto? Questo è quello che ti meriti, piccolo bastardo! Nessuno ti sceglierà... Mai!'

Iker rise e il suono vuoto rimbombò nella stanza. Aveva trascorso buona parte della sua vita a comportarsi in modo disonesto, perché aveva sempre saputo che non vi era ragione a fare il contrario e ora ne aveva appena avuto la conferma. L'aveva lasciata andare via, aveva fatto la cosa giusta e non si sentiva meglio per questo, né certamente più arricchito.

Ora avrebbe visto suo figlio ogni volta che era a New York. E se lei avesse sposato qualcun altro? Un altro uomo si sarebbe assunto il ruolo di padre, vivendo nella stessa casa con il suo bambino. Un altro uomo avrebbe dormito con la sua donna. Perché lei continuava ad essere sua, per sempre... anche se avrebbe vissuto lontana da lui.

Levana poteva essere partita, ma i cambiamenti che aveva apportato in lui sarebbero rimasti. Lo aveva riportato alla vita, lo aveva aiutato a respirare, gli aveva fatto battere il cuore.

Fissò i cocci di vetro sul pavimento che brillavano contro il marmo. Quei vasi non avevano alcuna importanza... Tutte quelle cose non importavano e lui non ne aveva più bisogno.

IO TI AVRÒDove le storie prendono vita. Scoprilo ora