CAPITOLO 2

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Mentre stava studiando i piatti, scese il silenzio sul ristorante o, forse, l'atmosfera cambiò impercettibilmente, divenendo più tesa. Lei alzò lo sguardo, appena in tempo per vedere un uomo entrare.

Aveva una specie di aura degna di un dio... Assolutamente sensazionale... E Levana non era la sola persona nel ristorante a trovarlo così. La sua semplice presenza aveva lasciato tutti a bocca aperta... Sembrava che quasi tutti gli occhi nel locale, maschili e femminili, fossero puntati su di lui.

Era alto e slanciato, con capelli neri scostati indietro dalla fronte. Aveva il fisico snello e indossava un abito nero, perfettamente tagliato sulle linee superbe del suo corpo.

Ma non erano né il suo abbigliamento, né il costosissimo orologio d'oro al polso a catturare l'attenzione, mentre lui avanzava nel locale, bensì qualcosa di più profondo, una sorta di innegabile e prorompente magnetismo che la sua persona emanava. Tutto in lui sembrava destinato a catturare e trattenere l'attenzione delle persone.

Mentre si avvicinava, Levana rimase sbalordita dalla sua bellezza. Pelle olivastra, zigomi alti, naso forte e dritto. E le sue labbra... non riusciva a ricordare di avere mai notato prima le labbra di un uomo, ma ora vedeva le sue.

Iker Jiménez Elizari era ancora più bello di persona che sulle pagine delle riviste.

"Signorina Phillips..." esordì. "Sono lieto di vedere che è qui e che ha trovato l'abito di suo gusto."

Quel commento le fece desiderare di avere già davanti il vino, per poterglielo gettare in faccia. Non le aveva dato scelta e lo sapeva.

'Non permettergli di irritarti. Sei tu che devi farlo irritare.'

"Non è del mio gradimento, ma devo ammettere che mi va a pennello," rispose lei. "E, dato che non ci siamo mai incontrati prima, le confesso di essere rimasta un po' sorpresa dalla cosa."

"Oh... Capisco... Ho fatto le mie indagini... Molto esaurienti."

Le sedette di fronte, slacciandosi il bottone della giacca. Di colpo, dal nulla, sembrarono materializzarsi diversi membri del personale.

"Prenderemo quello che consiglia lo chef," dichiarò lui.

Immediatamente il personale sparì nell'oscurità e Iker le rivolse tutta la propria attenzione. I suoi occhi scuri ardevano, come se volessero trafiggerla. Era davvero sconcertante.

Una nuova cameriera, che lei non aveva visto prima, le posò davanti il suo vino bianco. Levana afferrò lo stelo, bisognosa di qualcosa che le tenesse le mani occupate.

"Speriamo si accompagni bene con il pranzo," osservò Iker, fissando il liquido chiaro.

"Direi che non è certo la mia preoccupazione principale a questo punto, señor Elizari."

"Per me, lo è sempre, signorina Phillips. Da sempre apprezzo i lussi della vita. Ottimo cibo accompagnato da ottimo vino, un ottimo scotch accompagnato da una bella donna... Una donna come lei."

Iker indugiò su quelle ultime parole con un tono che le fece venire la pelle d'oca. Cosa le stava accadendo? Di solito non flirtava, né scherzava, sapendo di dover sempre stare all'erta e questo significava restare immune al fascino di uomini sexy.

"Suppongo che dovrei ringraziarla, ma non lo farò perché sento che lei sta solo ritardando l'inevitabile conversazione che dobbiamo avere."

"Forse, sì," rispose lui. "Ma qui servono cibo squisito e mi dispiacerebbe rovinare il pasto parlando di affari."

Levana guardò a sinistra e vide un tavolo dove erano accomodate elegantissime donne snob che li fissavano. Chiaramente si stavano chiedendo cosa ci facesse una come lei con un uomo come Iker.

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