Musica Interiore

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La carrozza si fermò in prossimità della barca e le due ospiti rimasero a bocca aperta guardando fuori dal finestrino. Rose rise sommessamente alla loro espressione stupita "E questo è niente". Anticipò la ragazza bionda.

Marinette e Alya si guardarono in faccia e chiusero lentamente la bocca, sfoggiando poi un sorriso entusiasta.

"Prima io!" si prenotò Alya, mettendo la mano sulla maniglia. La porticina si aprì e Alya si rimise al suo posto.

Marinette sorrise dolcemente. "Sei la più vicina all'uscita, se non scendi tu, non possiamo noi." Disse Marinette facendole l'occhiolino. Alya sorrise e si trattenne. "Va bene signorina, come desidera." Alya fu la prima ad uscire dalla carrozza con una valigetta, seguita da Marinette e Rose.

Rose si mise tra di loro "Prego, vi faccio strada." E si incamminò verso il pontile.

Marinette e Alya guardarono la Senna scorrere sotto i loro piedi nel mentre salivano sulla barca. La barca era immensa, sembrava una nave.

"Incroyable" sussurrarono le due ospiti con il naso rivolto all'insù verso le vele.

"Benvenute a casa mia". Pronunciò una voce bassa.

Marinette si guardò attorno e vide Juleka. "Merci. Bonjour Juleka, è bello rivederti." Sorrise di cuore, facendo arrossire la padrona di casa.

"Questa è davvero una sorpresa." Disse Alya ancora rapita dall'imbarcazione.

"Sono contenta che vi piaccia, non tutti sono dello stesso parere." Rise una voce più forte proveniente da una signora con capelli d'argento lavorati in una treccia e con occhi chiari dietro un paio di occhiali tondi. 

"Benvenute sulla Liberty, l'orgoglio Couffaine." Poi guardò la figlia "Ecco, è così che ci si presenta". Juleka abbassò lo sguardo e si prese il gomito con una mano "Sì, mamma." Rispose con il suo solito tono basso.

"Oh su, non avere quel faccino triste. Ci sono le tue amiche! Non me le presenti?"

"Sì. Mamma, ti presento Marinette: la stilista di cui ti parlavo. E Alya: una ragazza molto intelligente." 

"C'est un plaîsire. Io sono la mamma di Juleka, chiamatemi pure Anarka. Datemi del tu, non mi piacciono le formalità. E questo vale anche per te Alya, non farti problemi." 

Alya sorrise contenta e il suo viso esprimeva speranza. Guardò Marinette che sorrise a sua volta, contenta di potersi comportare come a casa, senza nascondersi dietro etichette.

" Io torno in cucina, sto preparando delle delizie. Tornerete a casa ancora sazie per cena." Rise divertita e salutò le ragazze andando ai fornelli.

"Bene. Visto che dobbiamo aspettare il pranzo, che dite se nel frattempo Marinette ci prendesse le misure per i vestiti?"

"Ottima idea Rose. Dove possiamo lavorare?" Domandò Alya a Juleka.

La ragazza dai lunghi capelli corvini si imbarazzò e iniziò a balbettare. "Qui… Sul ponte… Può andare bene?" rispose prendendosi una ciocca dei capelli e girandoseli tra le dita.

Marinette guardò il cielo nuvoloso, ma non aveva nessuna intenzione di piovere.

"Sì, va bene. Ti dirò, lavorare fuori potrebbe aiutare la mia creatività." Juleka abbozzò un timido sorriso, felice che l'idea da lei avuta sia piaciuta. Di solito capita di rado che le chiedano consiglio, ancora più raro che qualcuno sia d'accordo con le sue opinioni. In casa non parla molto, lascia che la musica esprima per lei.

Marinette prese la sua valigetta e tirò fuori l'occorrente per prendere le misure alle ragazze e se le segnò sul suo taccuino.

Rose sbirciò dalle spalle di Marinette che si era messa in ginocchio davanti ad una panca in legno e scarabocchiava vicino alle bozze di alcuni vestiti.

Parigi 1889 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora