Scherma

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Adrien riuscì a stampare in tempo record i biglietti, contando i 35 Stati e un migliaio di persone in più, per la festa patriottica che avrebbe dato al suo ultimo giorno disponibile per trovare la dama.

Seduto sul divano di camera sua con una caviglia sul ginocchio e con un bicchiere in mano che, girando dolcemente, faceva muovere il vino rosso al suo interno, guardò il foglietto di carta piccolo quanto una cartolina e rigida quanto una copertina di una rivista. Raffigurava, a disegno colorato e nel lato sinistro, due persone che ballano in maschera e aveva richiesto che i due protagonisti fossero vestiti da gatto nero e coccinella. Non li rispecchiava affatto. A destra c'era la scritta in grande e trionfante di colori francesi "Celebriamo la Francia!" più in piccolo, al di sotto del titolo, c'era la scritta "festa in maschera alla Villa Agreste ore 20.00" e ancora sotto c'era una nota importante "i partecipanti dell'Inaugurazione all'Esposizione Universale sono pregati di vestirsi in maschera utilizzando i vestiti di quella sera."

Adrien si fissò su quel disegno con il vestito rosso a pois neri e il viso si irradiò nella speranza di rivederla.

"Credo che così possa andar bene. Ora è il momento della consegna."

Si avvicinò al tavolino e lasciò il foglietto sulla superficie, mentre si portò alle labbra il bicchiere nello stesso tempo cui la sua schiena si appoggiò di nuovo al divano. Sorseggiò con gusto e assaporò, riempiendo la sua testa di pensieri.

L'avrebbe vista davvero? Cosa avrebbe fatto se la dama si fosse presentata? Il suo cuore iniziò a battere più velocemente al solo pensiero. "Ah! L'amour!" Sospirò Adrien.

Poi pensò a Chloé ed alla discussione con il padre. Non poteva amarla, il suo cuore era già impegnato.

Finì di bere il suo vino e lasciò il bicchiere sul tavolino vicino all'invito.

Si alzò dal divano guardando gli oggetti sul tavolino e si mise le mani sui fianchi. "Mia cara milady, spero tanto tu mi possa portar fortuna. Almeno salvami dal matrimonio con Chloé, se non posso avere il tuo amore." Sorrise amaramente pensando alla possibilità che il suo amore non venisse ricambiato dalla coccinella.

Si strofinò gli occhi e il viso, dirigendosi verso il letto con l'altra mano ancora sul fianco. Si spogliò di giacca, cravatta, gilet e camicia mettendoli su una sedia in modo che non si sgualcissero e lasciò lì accanto anche scarpe e calze. A piedi nudi e a torso nudo, vestito solo di pantaloni, tolse la coperta che copriva il letto e si sdraiò comodamente con la testa sul cuscino morbido. La sua testa sprofondò lentamente nel cuscino e quella sensazione di benessere, con i muscoli che si rilassavano, lo coccolarono in un sonno tranquillo.

Il giorno dopo Adrien venne svegliato da Natalie che gli ricordava i suoi impegni giornalieri.

Assonnato e stiracchiandosi ancora nel letto, si girò dando le spalle a Natalie e mettendosi il cuscino sulla testa.

"Signorino, sa benissimo che non può mancare ai suoi impegni, inoltre tra meno di un'ora inizia la sua lezione di scherma."

Adrien spalancò gli occhi e si sedette di scatto facendo volare via il cuscino al suo lato. "È vero! Me ne ero dimenticato! Ha anticipato la lezione, oggi." Si mise le mani tra i capelli e di fretta scese dal letto king size dirigendosi verso il bagno.

"Per questo motivo la sveglio ricordando i vostri impegni." Sottolineò Natalie avvicinandosi al bagno senza entrare.

"Grazie Natalie. Sai benissimo che lo apprezzo anche se a volte vorrei dormire un po' di più." Rispose dal bagno, facendo scorrere l'acqua dal rubinetto e lavandosi faccia e denti.

"Basta andare a letto presto. Faccio sempre in modo che, in base alla giornata, riesca a dormire il giusto tempo per poi ricominciare la giornata riposato."

Parigi 1889 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora