Anansi

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Marinette si fece forza e decise di parlare seriamente con Alya su una questione importante.

Era tarda mattinata e Marinette era nel suo studio con Alya che la stava aiutando per una commissione richiesta dalla madre, per una persona che conosceva, e le misure erano le stesse di Alya.

Alya era in cima ad un piedistallo rotondo mentre Marinette stava cucendo l'orlo del vestito e improvvisò la conversazione.

"Alya, questo vestito ti starebbe molto bene. Che ne pensi se ne facessi uno per te?"

"Ancora con questa storia? Te l'ho detto, non mi serve."

"Sì, sì... lo so... me l'hai detto... ma... se i vestiti nuovi li avessero tutti nel tuo quartiere?"

"Cosa?" Alya abbassò lo sguardo verso la ragazza che distoglieva i suoi occhi da Alya come se stesse nascondendo qualcosa e Alya riconobbe il tono da: sai com'è. È un'idea.

"Cosa stai tramando Marinette?"

"Cosa? Io...? Ma nulla, figurati se tramo qualcosa. Tramo soltanto il design dei vestiti."

"Ah-ha, non fare giochi di parole con me per sviare il discorso. Parla. Cosa mi vuoi dire?"

"Ecco... c'è un'idea che ho in testa da molto tempo e vorrei realizzarlo con te."

"Uhm-hum... e di cosa si tratta esattamente?"

"Uhm... diciamo che vorrei creare vestiti per tutto il tuo quartiere come inizio di una rivoluzione silenziosa per pari diritti...." disse abbassando sempre più la voce e parlando più in fretta.

"COSA?!"

"AHI!"

"Marinette!"

"Cosa? Alya! Mi hai spaventata. Mi sono punta il dito con l'ago." Si mise l'indice in bocca lamentandosi di nuovo a bassa voce. "ahi."

"Ripeti un po' cosa hai detto?"

Marinette ripeté farfugliando a bassa voce.

"Marinette Dupen-cheng. Parla, o l'ago è l'ultimo dei tuoi problemi."

Marinette sospirò. "E va bene." Fece scendere Alya dal piedistallo e si sedettero un attimo vicino a un tavolo, su due sedie.

"Ho pensato molto a quello che hai detto e alle ragioni per cui non vuoi un vestito. Perciò ho pensato di fare le cose in grande e dimostrare alle persone che non bisogna giudicare per l'aspetto. O meglio, è ciò che le persone fanno da sempre, ma nel vedere tutti vestiti allo stesso modo può far capire alla gente che ognuno ha pari diritti. Che non bisogna giudicare ma apprezzare la persona per i valori che ha. In questo modo credo che la nostra voce può farsi sentire, in modo silenzioso perché le persone lo noterebbero, senza il bisogno di manifesti e manifestanti. Chi vuole intendere, intenda. E pensavo a te come capo di questa "ribellione o rivoluzione dei vestiti". Hai detto che vuoi fare qualcosa e ti voglio aiutare in qualche modo. Solo perché mi sembra giusto che non vi vedano come persone sporche e inferiori, ma come persone di pari diritti senza il colore della pelle come ostacolo. Diverso non vuol dire sbagliato."

"Oh... Marinette..." Alya andò ad abbracciarla commossa e grata.

"Ti ringrazio di cuore per questo tuo pensiero, ma non devi farlo. Sai quante persone come me ci sono a Parigi? Come pensi di riuscire a fabbricare innumerevoli vestiti da sola per così tanta gente. Non ti preoccupare per noi, il tempo arriverà."

"E se il tempo fosse proprio oggi? Se il tempo parte da te e me? Che la nostra amicizia sia un segno? Hai detto che persone come me sono preziose in questa causa, per l'aiuto che possiamo dare. Allora permettimi di farlo. Non ho problemi nel fabbricare vestiti, basta solo organizzarsi."

Parigi 1889 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora