Come Farei Senza Di Te

10 1 1
                                    

Il giorno dopo Marinette si ritrovò stesa nel letto degli ospiti con addosso il pigiama. Sbadigliò stiracchiandosi e guardò il soffitto, provando a ricordare come ci fosse finita nel letto. Poi si ricordò dei vestiti che doveva creare e si sedette di scatto. Non aveva tempo da perdere.

Marinette entrò in assetto lavorativo e si preparò velocemente.

Fu la mamma dei gemelli a proporre di creare i vestiti sulla Liberty. Anche se in ogni caso aveva bisogno della sua attrezzatura. Creare un vestito da zero non era come rammendare un buco di una calza.

Marinette invitò Luka a fare compere e di passare la giornata assieme a casa sua, per prendergli le misure e iniziare a preparargli il vestito secondo il codice di abbigliamento.

Luka si offrì volontario per aiutare Marinette, lei rifiutò perché voleva fosse una sorpresa. Non voleva deluderlo, ma aveva fiducia nelle sue capacità.

Lasciò Luka scoprire la camera di Marinette e il resto della casa, tanto che tornò con del tè caldo e dei biscotti appena sfornati per fare merenda.

Marinette non voleva distrazioni, ma si fece convincere da Luka e insieme si godettero la pausa sul terrazzo.

"Non pensavo avessi una vista magnifica da qui." Disse Luka guardando la città dall'alto.

"Non tutti possono godere della vista fiume"

meravigliano."

"Per notare tutte queste cose, sei proprio un poeta." Marinette masticò un biscotto.

"Mi piace sorprendermi di ciò che è inaspettato." Le sorrise, guardandola intensamente.

Lei si imbarazzò e finì il suo tè, pulendosi la bocca con un tovagliolo.

"Penso sia ora di tornare a lavoro. Se ti annoi puoi fare una passeggiata o andare nelle scuderie o vedere mio padre preparare i dolci, non ti biasimo se vuoi cambiare aria. Io sono chiusa in una stanza a tagliare stoffe..."

"In realtà non mi dispiace. Non ti ho mai vista così concentrata e attenta nel tuo studio. Però se la mia presenza ti mette a disagio, posso uscire per un po' e tornare dopo."

"Oh no, non è così. Lo dicevo per te, per non passare il tempo a far niente."

"A volte far niente è ricreativo e rigenerativo. Una pausa è quello che serve quando devi riordinare le idee."

"È successo qualcosa?"

"Anche se fosse, non vorrei rallentare il tuo lavoro." Sorrise educato mettendo le mani in tasca, in piedi sul terrazzo guardando verso la torre.

"Luka. So che tra noi..." Non finì la frase che Luka la interruppe.

"Pensi sia questo il problema? Oh, Marinette. Non ti preoccupare per me, sto bene. Stavo solo pensando a come sarà domani." Fece una pausa e aggiunse "Si ingelosirà?"

"Chi?"

"Come chi? Adrien, ovviamente." "Oh... Ovviamente. Non credo. Non dovrebbe. Insomma non ha motivo per esserlo, sta con Kagami."

"Questo non gli impedisce di tenere gli occhi su di te."

"Adrien non è quel tipo di uomo. Ne sono sicura." Marinette tornò sui suoi capi.

Luka la raggiunse nello studio. "Sembra quasi che lo ammiri ora, l'amore si è affievolito?"

Marinette rimase in piedi a fissare le stoffe e l'attrezzatura senza toccare nulla. Rifletté sulla domanda.

"Ho amato Adrien dai suoi modi gentili, onesti e rispettosi, quando mi ha aiutata la prima volta. Poi si è messo con Kagami e mi è crollato il mondo addosso. In più lui è partito per Londra e non pensavo che lo avrei più rivisto. Ho soffocato il mio amore per lui per vari motivi e ora mi ritrovo ad andare controvoglia all'inaugurazione di suo padre solo perché sono sua amica e non voglio deluderlo. Pensavo di averlo dimenticato visto che ho iniziato a provare dei sentimenti per te, ma poi è successo qualcosa che mi si è rotto dentro. Non volevo ferirti, credimi. Non te lo meriti." Una lacrima le rigò la guancia.

Sospirò e riprese a parlare con voce strozzata. "Ho provato ad ascoltare i miei sentimenti e credo di essermi innamorata di una persona che non può stare con me. Sono una sciocca. Una donna confusa che non verrà amata dalla persona che desidera." Tirò su col naso e si asciugò le lacrime.

"A volte mi sembra che non potrò mai amare nessuno."

"Davvero lo pensi?" Luka le si avvicinò con cautela.

Lei annuì.

"Non ne hai motivo. Se la persona è sempre Adrien vedrai che ormai se ne sarà già accorto di quanto sei speciale. Ci dovrebbero essere più Marinette in questo mondo."

Si guardarono negli occhi. Luka rimase incantato dagli occhi azzurri della donna e dalle labbra rosee e lucide. Poi sospirò con un brusco risveglio. "So che il tuo cuore non appartiene più a me e forse non lo è mai stato davvero, ma voglio vederti felice. Se per te andare al ballo è doloroso, allora andiamo lì giusto per far presenza e appena non ne puoi più mi fai un cenno e ti salvo dalla serata. Che ne dici?"

Marinette sorrise. "Come farei senza di te."

"Te la caveresti benissimo."

"Non ne sarei così sicura."

Si abbracciarono per un breve momento. "Faccio una passeggiata così non ti distraggo."

"Come preferisci."

Luka si diresse alla porta e se la chiuse alle spalle.

Marinette si rimise subito al lavoro, dandosi qualche schiaffetto alle guance per riprendersi.

Parigi 1889 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora