Richiamo e Discorso

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Ladybug salutò il felino con una riverenza dopo aver bevuto lo champagne e tornò a cercare nella folla il proprietario della villa.
Chat noir, come la vide allontanarsi da lui, sparì subito e si fece spazio tra la folla della sala da ballo cercando di raggiungere le scale e l'orchestra posta ai lati di esse. Nel suo tragitto iniziò a togliersi il foulard ocra, si sistemò i capelli scompigliati dal ballo e, una volta arrivato vicino le scale tolse la maschera da gatto dando le spalle a tutti e nascose foulard e maschera vicino al violoncellista accanto la scalinata.
Il musicista continuò la sua esibizione talmente concentrato che non si accorse di cosa stesse combinando il ragazzo e specialmente non si accorse chi era QUEL ragazzo.
Adrien si girò guardando i suoi ospiti che ballavano insieme e fece cenno a Nino di avvicinarsi a lui.
Nino adocchiava subito le persone e non poteva non notare il suo amico che si sbracciava sul primo scalino richiamando la sua attenzione, cercando di non richiamare quella degli astanti.
Nino si avvicinò. "Che c'è ami..uhm... Sì signore? Desiderate qualcosa?"
"Esatto." Adrien allungò la mano sul vassoio che il cameriere portava e afferrò un calice. "Grazie Nino"
"De rien" rispose.
Adrien salì un altro scalino e si affacciò al parapetto parlando con i musicisti. "Scusatemi, signori..."
Ma la musica era molto alta e non lo sentirono. "Scu...scusatemi...signo..signori..." provò di nuovo, ma nulla. Allora provò a schiarirsi la voce in modo esagerato. Ma nulla anche in questo modo.
Nino si spazientì e salì pochi gradini, restando lo stesso al di sotto di Adrien. "Lo sai? Dovresti essere più convincente e più sicuro di te. In quel modo non attireresti nemmeno una mosca." Gli fece un occhiolino e gli sorrise. "Guarda e impara come si richiama l'attenzione di queste persone con le orecchie dure – riferendosi all'orchestra – e ad altre sovrappensiero."
Nino prese fiato e, conoscendo il brano che stavano suonando i musicisti, aspettò una nota bassa prima di espellere un forte fischio raggiungendo il suo obiettivo. L'orchestra si fermò per capire cosa fosse successo e di conseguenza, non sentendo più della musica nella sala da ballo, gli astanti fermarono i loro piedi e si girarono verso quei due giovanotti in piedi sulla grande scala.

Marinette stava ancora cercando nella piccola sala ricevimento dove c'era allestito il buffet. Dopo il fischio, la sua ricerca si bloccò e guardò Alya accanto a lei.
Si guardarono e si lessero negli occhi che nessuna delle due sapeva cosa stesse accadendo.
Si avvicinarono all'ingresso della sala da ballo adiacente, ma non videro nulla. Troppe persone e la voce era lontana da loro.
Alya però riconobbe la voce che stava parlando, le cui pareti la riportavano in tutta la sala. Un leggero sorriso fiorì sulle labbra della giovane ragazza vestita da volpe e prese per il braccio la sua amica, trascinandola nella folla per non perderla di vista.
Marinette non riusciva a capire quella furente voglia di portarsi avanti a tutti e ad ogni loro passaggio brusco, la dama in rosso continuava a chiedere scusa in nome di entrambe.
Quando Nino fu sotto lo sguardo di Alya e in uno spazio abbastanza largo, sentirono pronunciare a Nino le seguenti parole: "Vi ringrazio per la vostra cortese attenzione e vi lascio nelle mani del nostro beniamino per questa Esposizione, nonché il nostro amato proprietario e signorino Adrien Agreste."
Un boato fatto di applausi riempì la sala e Adrien si mostrò intimidito davanti a tutte quelle persone e cercò di placare quell'entusiasmo. Si sistemò il colletto senza foulard nel mentre Nino scese dalla scala lasciando tutto lo spazio a chi di diritto.
"Va bene, va bene. Grazie. Ho capito. Grazie di cuore." Disse Adrien sventolando una mano cercando di smorzare gli applausi che andarono scemando.
Un silenzio innaturale piombò subito dopo.
Adrien sospirò non sapendo da dove far partire il suo discorso e si grattò la testa nervoso.
"Uhm... come ben saprete, grazie anche all'esordio di Nino... Io sono Adrien Agreste." Prese un respiro e si lasciò andare con parole sincere.
"Ho organizzato questa festa per tutti voi, in segno di ringraziamento per il lavoro svolto per questa pazza e folle scommessa." Ridacchiarono tutti. "Voi avete contribuito a rendere grande questa Esposizione Universale e credo che la parola grande si farà sentire negli anni a venire; perché avete tentato qualcosa di altamente improbabile con tante innumerevoli e valide idee realizzandole su vasta scala." Fece una breve pausa per riprendere fiato e tutti erano lì ad ascoltarlo. Anche Marinette era lì a contemplarlo. "Come ben sapete, anche io ho partecipato alla realizzazione di questo evento e l'ho seguita con occhi pieni di fascino e di speranza dall'inizio della sua vita presa su un foglio fino alla sua realizzazione e posso dirvi con certezza che voi avete iniziato un'Era nuova di progetti e invenzioni che porteranno la vita di tutti a essere una vita più facile da...vivere." Sogghignò il ripetersi delle parole continuando a gesticolare mentre parlava. "Credo davvero che questa Esposizione sarà quella più discussa tra tutte quelle avvenute e ringrazio di cuore il direttore generale che ha preso parte a questo evento facendo in modo che tutto andasse secondo i termini stabiliti: il signor Alphand." Adrien applaudì facendo attenzione al calice che aveva in mano e gli ospiti lo imitarono, inondando la sala di applausi. Il signor Alphand si commosse e ringraziò tutti con un leggero inchino del capo.
Ma Adrien non aveva ancora terminato il suo discorso, aspettando che gli applausi andassero scemando ancora una volta.
"Oltre a questi ringraziamenti, vorrei porgere le mie scuse a tutti i presenti che non sono riuscito a salutare. Una festa in maschera, con numerose persone... ecco... è difficile capire se ho salutato tutte le persone o se rischio di salutarle più di una volta." Si misero a ridere per la battuta e Adrien trovò con gli occhi la dama in rosso che lo stava guardando. "In realtà, salutare tutte le persone mi sembra quasi impossibile, anche se in questi mesi abbiamo realizzato davvero idee e sogni che sembravano irrealizzabili, perciò sono giunto a una conclusione: questa sera ho fatto il possibile per essere il più ospitale e cortese a nome mio e di mio padre con tutti voi; ma allo stesso tempo, ciò che non mi è stato possibile fare e doveva essere fatto perché era il destino a volerlo... è venuto da me." Sorrise alla dama in rosso e distolse lo sguardo verso il mare di gente nella sala da ballo.
Marinette si sentì il cuore in gola e le sue gote divennero rosse, pensando che lui stesse parlando direttamente a lei.
Adrien alzò il calice che aveva in mano. "Ora voglio fare un brindisi. A questa Esposizione Universale, che possa brillare come le persone che l'hanno realizzato. A votre santé mes amies!"
"A votre santé Adrien!" Urlò la folla riempiendo la sala più della musica stessa.
Nathalie era presente al discorso di Adrien e si commosse un po' applaudendo assieme agli altri, mantenendo la sua serietà professionale.
Marinette lo stava contemplando ancora senza perderlo di vista, accanto alla sua amica Alya.
"Ah, Alya. Non è fantastico?" disse sognante, guardando Adrien imbarazzato sullo scalino che si prendeva gli applausi degli ospiti.
"Dovresti andargli vicino prima che lo perdi di nuovo di vista."
"EH? E cosa gli dico? NO! Potrei balbettare!"
"Vuoi un'altra spinta o ci vai da sola?" domandò Alya con sguardo furbo da volpe, cui vestiva.
"No. Grazie. Niente spinte, non voglio fare altre figuracce. Ci andrò da sola." Prese un grosso respiro e fece un passo. Si bloccò e tornò da Alya.
"Non ce la faccio! Sono un disastro. E se poi cercasse una scusa per andarsene e non parlare più con me? Non mi rivolgerà più la parola."
"Sei sempre così esagerata. Se non ci provi non lo saprai mai. E poi io sarò nei paraggi nel caso avessi bisogno di nuovo di me. Stai tranquilla. Rilassati, prendi un bel respiro e non pensare a nulla. O meglio, inizia ad interagire con lui, magari parlando del discorso che ha fatto. È un buon modo per iniziare la conversazione no? E poi hai la maschera che ti protegge dalle figuracce o sbaglio?"
Marinette sorrise. "Hai ragione. Devo provarci e prendere coraggio. C'è la maschera che mi protegge, no? Basta essere me stessa e respirare."
"Sì, brava. Ma non troppo te stessa. Ricordati di respirare quando gli sei davanti." Ridacchiò.
"Non è divertente. Sai quanto è difficile per me."
"Non ci pensare, Marinette. Vai lì e complimentati con lui. Se non ci vai adesso con le tue gambe tremolanti, ti ci spingo di nuovo. Cosa preferisci?"
"Le mie gambe mi reggono ancora, per tua informazione. Perciò vado con queste gambe e senza i tuoi spintoni. Stai a vedere." Fece un grosso respiro per calmarsi e poi si diresse verso Adrien.
Sentiva il cuore che voleva lasciarle il petto per quanto forte batteva. Una volta davanti ad Adrien, ciò non migliorò e rimasero a guardarsi per un lungo istante, come se i loro occhi parlassero al posto delle parole.

Parigi 1889 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora