noi, solo noi, ancora noi,

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LUI

"Qualcuno mi dice dov'è finita la mia collana!" urlò Leyla, cercando di trovare una riposta alla sua domanda.

Frugava in ogni dove, ma non riusciva a trovarla.

"L'avrai messa da qualche parte!" cercai di rassicurarla.

Intanto i rintocchi dell'orologio ci ricordavano inesorabilmente quanto fossimo in ritardo.

"Vado al bagno!" gridò Derya, approfittando della distrazione della sorella.

Ed io provai a dare una mano a Leyla che pian piano stava perdendo la pazienza.

In quel momento udii i passi di Sanem raggiungerci, mi voltai e la vidi.

"Siete in ritardo!" ci redarguì.

Mia moglie aveva tra le braccia Aziz, nostro figlio. E lui se ne stava tranquillamente beato, avvinto al corpo di Sanem, mentre giocherellava con la collana di Leyla.

"Trovata!" dissi e mia figlia si voltò ad osservarmi.

Depositai un bacio sulla testa di mio figlio, gli sfilai la collana e la cedetti a Leyla.

Fu in quel momento che udii il pianto della più piccolina tra le donne di casa, provenire dalla camera in fondo alle scale.

"Lale sta piangendo!" ci ricordò Leyla, prima di raggiungere l'uscio del bagno ed iniziare ad inveire contro sua sorella chiusa lì dentro.

Ormai era passato un anno dalla nascita dei gemelli, ma il caos invece di attenuarsi era divenuto molto più caotico.

"Vado io!" dissi a Sanem.

"Non vai da nessuno parte, ci penso io a loro. Tu porta le ragazze a scuola!" disse e dopo poco sparì.

E dopo poco anche Lale, mia figlia, smise di piangere.

Intanto Leyla e Derya avevano iniziato a litigare.

Derya stava crescendo e aveva bisogno dei suoi spazi e spesso ciò la trascinava in scontri accesi con Leyla.

"Ragazze, dobbiamo andare!" dissi e a quel punto parvero ricordare.

Si precipitarono in salotto e trangugiarono qualcosa che aveva preparato Sanem.

Prima di uscire gridai: "Buona giornata!".

E poi andai via.

Avrei rivisto Sanem direttamente dopo cena. 

Ero molto impegnato al resort. E lei non sarebbe venuta da me. Aveva da badare ai gemelli, riordinare casa e mandare avanti quella che somigliava ad una baraonda.

Guidai assorto,  si forò persino una ruota e a tempo di record riuscii a sistemarla, lasciai le ragazze a scuola e mi diressi al resort.

Mi mancava Sanem. La sua presenza al resort. I baci prima di separarci anche solo per poche ore. La nostra complicità.

Sanem mi mancava. Ma ero fiero di ciò che avevamo costruito. 

Ma, nonostante ciò, Sanem mi mancava.

LEI

Trascorsi parte della giornata con i gemelli.

Aziz di solito era più calmo, ma dormiva poco. Lale invece era più vivace, ma dormiva molto di più.

Erano simili, ma diversi. E di certo erano entrambi impegnativi. Ma entrambi stupendi.

Amavo l'idea dell'enorme famiglia che Can ed io avevamo messo su.

Ma non tolleravo l'idea di sentirmi così distante da Can.

Così quel giorno ebbi un' idea. Ne approfittai. Lasciai i gemelli con i miei genitori ed uscii.

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