sei solo mia

5.2K 275 25
                                    

LUI

Spalancò la porta. Una maglietta bianca e un pantalone nero le fasciavano il corpo.

"Can!" esclamò

Sospirai sollevato di rivederla.

Sullo sfondo scorsi Ayhan e Osman. Salutai cordiale con un cenno della mano.

Avevo sperato in un po' di solitudine da condividere.

Mi aveva informato con un messaggio di essere in casa. Sola. I suoi genitori erano entrambi a lavoro.

Mio malgrado confermai la presenza dei suoi amici. Ma fui ugualmente grato di vederla di nuovo.

Poi alle sue spalle una figura alquanto sconosciuta fece capolino.

Yigit. Il fotografo invadente.

Mi sforzai di essere cordiale.

Fuori iniziò a piovigginare. Nonostante il sole. Accadde come nel mio animo.

Nonostante Sanem fosse con me, la presenza di Yigit mi agitava.

"Entra!" mi invitò Sanem, destandomi.

Yigit apparve scosso.

"Pensa alla mia offerta. Sul tavolo c'è il mio numero!" parlò d'un fiato.

Poi le strinse la mano. In modo formale.

Salutò i suoi amici. E poi salutò me.

Ricambiai il saluto, ma non mi rilassai.

"Quale offerta?" chiesi sfrontato, ignorando la presenza dei due che mi osservavano attenti e scrutatori.

"Vuole fotografarmi!"

"Tipo musa" parlò Ayhan, addentando un pasticcino.

Quell'affermazione m'irritò.

Avrei giurato che la sfrontatezza di quel ragazzo potesse raggiungere buoni livelli. Ma non così alti.

Una nuvola oscurò il tempo. Obliterando momentaneamente il sole.

"Cosa hai risposto?"

"Non ho risposto...tu ci hai interrotti!" scherzò.

Sospirai e soprassedei. Per il momento.

Trascorremmo un piacevole pomeriggio. Ormai Osman non sembrava più una minaccia ai miei occhi. Ayhan invece era una brava ragazza, estroversa e logorroica.

Mi fu offerto anche un pasticcino. Di un inestimabile prelibatezza.

"Andiamo!" parlò Osman con un tono malizioso.

Intesi il suo intento.

Avevamo una buona affinità.

"Che fretta hai?" chiese Ayhan spontaneamente.

La vidi sobbalzare. Probabilmente Osman le tirò un calcio. Anche Sanem comprese. Rise.

Li salutammo.

E finalmente fummo soli.

"Cosa hai risposto?" non volevo influenzare la sua decisione. Cercai di non palesare il fastidio che mi provocò quell' offerta. Per non influire. Volevo lasciarle la libertà di scegliere. Se avesse accettato, l'avrei accompagnata. Quel ragazzo non m'ispirava fiducia.

A lei il libero arbitrio. Attesi.

"Nulla, te l'ho detto, il campanello ci ha interrotto!"

"Rispondigli ora!" dissi, ed ero solo curioso.

"Ti dà fastidio?" chiese maliziosa alzandosi e avvicinandosi.

Allontanai la sedia. Le suggerii di sedersi sulle mie gambe.

Dimmi che resterai ...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora