LUI
La vidi.
E avvertii le gambe cedere.
Iniziai ad avere freddo, eppure sudavo.
Il silenzio che ne seguì fu imbarazzante e assordante.
Quelle pareti bianche divennero piano a piano grigie, ma solo per me.
Era la prima persona a cui pensavo al mattino. O la notte prima di addormentarmi. Eppure, dopo averle regalato solo due secondi della mia attenzione, avevo distolto il mio sguardo. Non riuscivo a smettere di fissare quella bambina.
La stanza girava.
Nonostante sembrasse stare sulle sue, la piccola sembrò spinta da qualcosa e fece un mezzo passo verso me.
Mi accovacciai involontariamente. Forse perché le mie gambe tremavano. Forse perché se non mi fossi opposto avrebbero ceduto nel primo istante in cui avevo incontrato lo sguardo di Sanem.
Lei. La mia Sanem...
I capelli castani della bambina erano identici a quelli di Sanem. Anche le sue labbra.
Alzai lo sguardo. Vidi Lei sulle difensive.
Mi sforzai di leggere nei suoi occhi, ma poi tornai fissare quelli della piccola.
Fece un altro piccolo mezzo passo.
La mano di Sanem la costrinse a retrocedere.
Solo in quel momento la bambina sembrò ricordarsi di lei.
Si voltò aggrappandosi ad un lembo della sua maglia.
"Mamma ... la coda!" parlò d'un fiato, indicando i suoi capelli.
Non rispose. E mi parve che le sue mani stessero tremando.
Sollevò la bambina e si dileguò.
Senza proferire una parola o un suono. Eppure, avevo sperato di riascoltare la sua voce.
Osman, che aveva atteso in silenzio, proprio come Ayca, si dileguò con altrettanta fretta.
Rimasi destabilizzato.
Invece di trovare la forza di mettermi in piedi, le gambe cedettero ancor di più. Mi sedetti per terra.
Portai le mani tra i capelli.
Le pareti grigie divennero a poco a poco nere.
Avevo una risposta alla domanda di poco prima: troppe cose erano cambiate in quei due anni.
LEI
Battei le palpebre per tutto il tragitto.
Cercai di ricacciare indietro le lacrime.
Ogni tanto il mio labbro inferiore tremava.
Portavo una mano davanti alla bocca, a sostegno del naso, altrettanto pronto a prendere parte ad un pianto isterico.
Leyla taceva, fissando oltre il vetro.
Ero grata che non si fosse accorta della mia reazione.
Sentii il sangue raggelarsi.
Cercavo di respirare, ma un groppo alla gola me lo impediva. Ero costretta a fare dei respiri profondi.
La mia lingua scivolava smaniosa lungo l'arcata dei denti. Cercavo di tergiversare, evitando un pianto improvviso e destabilizzante per Leyla.
Giungemmo a pochi metri da casa. Fortunatamente la pioggia era ferma.
Lasciai che Leyla scendesse dalle mie gambe e corresse al portico.
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Dimmi che resterai ...
Literatura Feminina🔥#1 in Romanzi D'Amore. 💕#1 Tivoglio. ✨#1 in Lingua. 💘#1 in Fangirl. Una storia d'amore che vi terrà incollati. Una storia d'amore vero e passione. Ma sarà l'orgoglio più forte di un amore così unico? Lei è una ragazza di umili origini. Ha bisog...