Capitolo XI

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La settimana passo' in fretta, ormai io e Max seguivamo una specie di routine simile ai giorni che passammo insieme prima del risveglio di Camila.
Ogni pomeriggio dopo il riposino , Max faceva i compiti e poi andavamo a trovare la mamy.

Riuscii a parlare con Camila, senza mai provare a chiederle perdono come avrei voluto fare.
L'imbarazzo e la paura iniziale non c'erano più, o per lo meno non era come  prima. Era pur vero che io non ero mai stata accondiscendente e disponibile come in quei giorni e mi proposi che sarei stata così per sempre.
I nostri primi scambi di parole riguardavano ancora l'andamento quotidiano con Max, non riuscivamo ancora a parlare di "noi".
In certi momenti restavamo solo a guardarci negli occhi,
in silenzio sperando che l'una intuisse il pensiero dell'altra.
Avrei voluto prometterle la luna, ma le parole non sarebbero servite, era il momento dimostrarle che ci sarei stata, per sempre. Percepivo i suoi timidi sorrisi come un'approvazione su quello che stavo facendo, sull'impegno che ci stavo mettendo con Max.
Talvolta tentavo un contatto più profondo, anche fosse un semplice bacio, ma lei prontamente mi respingeva svincolandosi  con la gentilezza che l'aveva sempre contraddistinta.
Gli abbracci erano abbastanza, un grande passo verso quel noi che tanto desideravo..
Sarebbe servito tanto tempo per rimettere le cose a posto, per riconquistare la sua fiducia e per riconquistare lei.
Starle semplicemente accanto infondo era più di quello che potevo aspettarmi e meritarmi.
La notte era il momento peggiore, non riuscivo a dormire e piangevo, mi mettevo a letto e azionavo la fontana...i sensi di colpa bussavano puntualmente alla mia porta, ma una sera busso' qualcun' altro..

M: mamma, posso entrare?

L: certo amore..

M: piangi?

L: no Max e' che..

M: piangi perche' hai fatto un brutto sogno e questo letto e' troppo grande, quindi restero' con te sino a che non ti riaddormenti.

L: si? perche' pensi sia cosi'?

M: mamy, faceva brutti sogni ogni notte, e io a volte le facevo compagnia.. poi dormivamo insieme e lei non piangeva piu'..

Ecco!! proprio quello che mi serviva sapere per alimentare appunto i miei sensi di colpa..
Camila piangeva, ogni notte... ancora una volta la vita mi stava dicendo che cio' che stavo provando non era paragonabile a quello che provava Camila...
Passarono altri giorni, nove in tutto e finalmente era arrivato il momento di andare a trovare Camila e di riportarla a casa con noi..

M: muoviti mamma!!! Mamy ci sta aspettando... dobbiamo comprarle anche dei fiori..

L: Fiori?certo ! andiamo!

Il nostro stato d'animo era lo stesso, eravamo emozionatissimi..
Arrivammo in clinica, Camila era in piedi , gia' pronta, occupata a chiudere il suo borsone

C: ecco i miei ritardatari!!

M: ciao Mamy, mamma non si muoveva!

Le salto' addosso

L: ha combinato di tutto pero' ovviamente e' colpa mia...

M: mamy abbiamo comprato i fiori per te!

C:oh! grazie ! sono bellissimi!

M: tu sei bellissima!!

L:  sei un ruffiano..pero' ha ragione..

la strinsi forte a me

C: da chi avra' preso? mah???

L: andiamo?

La mia nuova vita stava iniziando in quel momento..
Mi sentivo entusiasta e coraggiosa come mai nella vita, tutto questo periodo fu un turbinio di emozioni contrastanti e prepotenti, che avrei dovuto imparare a gestire.
Camila era con me. Stava tornando a casa con me.

Meraviglioso Amore Mio. /Camren/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora