Taehyung pov:
"Non devi più mandare le lettere a questa persona! Scopriranno tutto!" Le voci del mio capo padroneggiavano nella mia testa: quella voce era lì ferma, non si smuoveva, mi tormentava ogni giorno, ogni notte. Mi avevano tolto l'unica cosa che amavo, Jungkook.
Il mio amore per lui era così forte che decisi di partire e ritornare ad Amalfi da lui, per riprendere ciò che mi era stato negato: ma quando sentì che una ragazza alla reception mi disse che non viveva più li ed era partito per Londra persi in un nano secondo la mia vita.
Uscì dall'hotel in fretta e furia nonostante i miei manager erano intenti a prenotare una camera di hotel gli ordinai di non farlo, gli dissi che dovevo prendere il primo volo per Londra, che non c'era tempo.
La paura di perderlo non misurabile, solo al pensiero mi tormentavo, volevo farglielo capire che non lo avevo dimenticato, gli avevo scritto una canzone ma lui non mi mandava segnali, non mi scrisse mai: capì che era deluso e volevo risolvere la situazione ora che, avevo smesso con la mia carriera, o per lo meno avevo deciso di chiedere con quel mondo. Prima di salire sul primo aereo dissi ai miei manager che avrei smesso con la mia vita da cantante, era ora di iniziare a vivere la mia vita. Loro non capirono, erano titubanti, solo quando, chiamai il mio capo, da una cabina telefonica della stazione di Napoli, capirono che non era un scherzo alla mia frase:" mi licenzio, non voglio più fare questa vita." E riattaccai. Me ne fregai di qualsiasi conseguenza.
Afferrai i miei bagli e presi il mio aereo, che ancora ricordo l'ora e data, 11 aprile ore 13:45.
Realizzai di aver preso in mano la mia vita, di aver preso finalmente il coraggio di mollare tutto e pensare a me stesso, senza pensare al dopo, a quello che la stampa avrebbe detto su di me, ai miei seguaci che nonostante tutto il mio dispiacere sapevo di aver deluso, ma so che avrebbero capito: realizzai quando mi ritrovai nel centro di un quartiere di londra, con tre ore di sonno alle spalle e i bagagli tra le mani che erano diventate rosse da quanto li stringevo, quando mi ritrovai davanti alla porta e capì di amare Jungkook quando vidi il suo cognome scritto sopra un'etichetta sulla casella delle poste, cercai la sua casa per interminabili ore grazie all'indirizzo dato dalla ragazza costringendola in tutte le manieri possibili.
In tutta la mia vita avevo girato il mondo, visitato dei posti magnifici, era questo il bello del mio lavoro;ma nessuno di questi posti mi faceva sentire bene, perché non c'era lui, e lo capì troppo tardi, capì troppo tardi l'importanza di essere se stessi e di amare qualcuno.
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The Novecento Hotel| Taekook
Fanfic1975: Tra l'azzurro del cielo che si univa al colore del mare e la brezza fresca della stagione, vi era il Novecento hotel. L'albergo più lussuoso della costa, dove, le persone di più alta borghesia da ogni parte del mondo, trascorrevano le loro vac...