-Offerta.

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Look in to my eyes
It's where my demons hide
It's where my demons hide
Don't get too close
It's dark inside
It's where my demons hide
It's where my demons hide
-Demons (Imagine Dragons)-

Luke guardava il fumo uscire dalla sua bocca. Cosa c'era di interessante non lo sapeva. Forse vedere il fumo dissolversi, vederlo cambiare forma e spargersi nell'aria mischiandosi ad altri gas. Diede un ultimo tiro e si spense come sempre la sigaretta sul polso. Lui non lo chiamava 'autolesionismo', per lui era una comodità. Bastava abituarsi al bruciore ed era fatta.
Il cielo era nuvoloso. In quei giorni lo era sempre, fatto strano visto che erano in Australia. Luke aveva addirittura indossato uno di quei maglioni leggeri, e non era uno molto freddoloso.
Alle orecchie risuonavano le canzoni dei Nirvana. Amava quel gruppo. Molta gente diceva che facevano solo "rumore", ma per lui facevano musica vera. Glieli aveva fatti conoscere Calum, a 10 anni.
Calum.
Luke si stava chiedendo tutta l'ora dove fosse. Gli doveva spiegazioni, quello stronzo.
La campana suonó e Luke si mise in spalla il suo zaino nero, alzandosi.
Il vento soffiava forte, scompiglandogli i suoi capelli alzati in un ciuffo. Quando si sarebbe calmato tutto? Quando sarebbe finito tutto questo freddo? Luke buttó a terra la sigaretta e si avvió verso casa.
Viveva in un quartiere malfamato, ma a lui andava bene così. La sua era una delle poche abitazioni in quel quartiere che assomigliavano, a delle case. Ci viveva con Calum, visto che la madre non tornava da un bel po'. Luke non l'aveva mai difesa ne insultata. Per lui, lei, era un' estranea. Ci pensavano gli altri, ad insultarla. Faceva la prostituta. Aveva avuto Luke da uno dei suoi clienti, e Luke quindi non sapeva nemmeno chi era il padre.
Calció un sasso che era in mezzo al suo cammino. Per arrivare al suo quartiere doveva passare per il centro della cittá.
-Ehy! Luke!- il ragazzo si giró, aspettandosi di vedere Calum. Invece di suo fratello c'era il suo professore di matematica, King.
Luke alzó gli occhi al cielo sbuffando. Che voleva questo?
Luke aspettava con occhi freddi, aspettando che l'uomo parlasse. Lo guardò. Non poteva essere il padre di Diana, non avevano nulla in comune, oltre alla passione per la matematica.
-Ragazzino smettila di guardarmi così e vieni, ho bisogno di parlarti.- Luke restó stupito. Credeva che fosse il classico insegnate idiota. Invece era fastidioso quanto sua figlia.
-Che vuole?- chiese peró Luke, non muovendosi. Il signor King sospirò.
-So che mia figlia mi odierà, e non so nemmeno cosa sto facendo ma, Luke, ho bisogno che tu potegga Diana.- disse con tutta la serietá possibile. Dentro, Luke rideva, rideva per ció che quell' uomo aveva appena detto. Rideva pensando che, l'insegnante, non sapeva chi era allora. Rideva perchè lui e Queen, si odiavano. Rideva, ma fuori era di ghiaccio.
-Perchè dovrei? Non sa chi sono? Cosa faccio?-
-Si, lo so. E so anche che Diana odia te e tu odi lei. Se le succedesse davvero qualcosa di grave lei non portebbe stare con me, la cusodia andrebbe alla madre. Quindi, se ti pagassi, e bene, verresti a vivere da noi per proteggerla?- chiese implorandolo. Luke continuava a fissarlo.
-Luke, ti prego.-
-Calum? Lui dove starebbe?- corrugó la fronte. Già, Calum. Se avesse accettato prima avrebbe chiesto a lui.
-Volevo chiederlo anche a lui. So che vi riempirei le giorate, magari perderesti la libertá che tu credi di avere, ma ti prego, accetta.-
-E quel ragazzo? Quello.. Alto, grande..-
-Ashton? Deve partire per Boston, non puó rimandare.- rispose il signor King. Luke annuì lentamente.
-Domani le do la risposta.- disse Luke distrattamente. La risposta, naturalente, sarebbe stata un bel 'NO', ma Luke voleva creare un po' di suspance, giusto per far rodere un po' l'uomo che si stava allontanado da lui, andando in macchina.

-CALUM!- gridó Luke appena arrivato. Trovó l'amico dormendo sul divano e gli rivolse un sorriso sincero. Calum era l'unico a cui sorrideva. Andó nel corridoio togliendosi il maglione e rimanendo a petto nudo. Entró in camera sua e di Calum. Le pareti erano grigie con grafitti fatti d loro qua e la. La sedia della scrivania era piena di vestiti e la radio con le piccole casse era sopra una mensola spenta.
Luke si sedette sul letto, sprofondandoci. Avrebbe dovuto studiare, d'altronde il giorno dopo sarebbe stato martedì ed era sicuro che c'erano capitoli da studiare.
-Luke?- Calum entró nella stanza assonnato. Luke gli sorrise.
-Ehy.- gli fece un cenno.
-Indovina chi ho incontrato oggi.-
-Mhmm... Non ne ho voglia. Dimmelo direttamente. - rise subito Calum. Luke sbuffó divertito.
-Il padre di King.- Calum strabuzzó gli occhi.
-il nostro insegnate?- chiese conferma. Il biondo annuì.
-E mi ha pure chiesto se volevo essere pagato per fare da guardia del corpo a Diana. Assurdo!- rise piú forte.
-Devi accettare.- disse però serio Calum. Luke interruppe subito la sua risata, come se fosse stata forzata.
-Oh andiamo! Ci dovremmo trasferire da loro. Dovrei vivere con la bimba.-
-Devi accettare.-
-Dammi motivi.-
-Primo: ci servono soldi. Secondo: possiamo andarcene da questa topaia. Terzo: tu hai provocato tutto.- Luke fece una faccia confusa e si indicó.
-Io?- Calum annuì.
-Sei tu che le hai rubato i vestiti, che riporterai domani, tra l'altro.-
-E dopo?-
-Diana mi ha detto che le hai rubato i vestiti, quindi è dovuta tornare vestita da lavoro. Hai presente come si veste per lavorare?- Luke annuì.
-Bhe, ha rischiato di essere violentata.- Luke lo guardó negli occhi.
-E allora?-
-Luke! Ti conosco da una vita, almeno un po' ti senti in colpa cazzo. Accetta quel fottuto lavoro per farti perdonare da King. Non voglio discussioni. Tu ora vai a casa loro. Dai i vestiti a Diana e la conferma al padre. E io ti accompagno.- quando Calum era arrabbiato nulla lo fermava.
-Aspetta che prendo i vestiti.- sussurró Luke sconfitto.

Il campanello suonó. Diana, siccome era sola, andó a guardare prima dalla finestra, per evitare nel caso qualche pericolo. Com'era possibile che in una notte si era comportata come una stupida ragazzina? Lei era forte. Punto.
Lei era vuota.
Luke e Calum erano fuori dalla sua porta. Luke e Calum. Diana, confusa, aprì la porta.
Se quei due te li trovavi davanti alla porta di casa non era un buon segno.
Diana incroció le braccia sotto al seno appena incontrò lo sguardo freddo e annoiato di Luke.
-Che volete?- Luke, in risposta, le porse una busta. Diana l'aprì e notó i suoi vestiti.
-Ce ne hai messo di tempo, Fiorellino- Luke la fulminó con lo sguardo.
-Dove è tuo padre... Bimba?- La voce di Luke era infastidita.
-Non c'è.- la ragazza era confusa. Che volevano da suo padre?
-Bene, allora lo aspettiamo.- Calum entró senza aspettare nessuna risposta, seguito a ruota da Luke.

#autrice
Yay, ci skno riuscita a trovare un po'di rete per pubblicare.
Un bacio a tutti e buone feste ❤
Xx Giuls

Diana.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora