DANDELIONS #16 - Il tuo mondo.

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22 maggio 2021 / 13:40 pm
Monaco


All'inizio delle qualifiche mancavano poco più di venti minuti, e il box Red Bull era in fermento come ogni weekend, mentre Grace se ne stava seduta nel solito angolino, ad organizzare le interviste post qualifiche. Max, invece, se ne stava in piedi accanto a lei, appoggiato al bancone in fondo al box, con una lattina di red bull in mano e la tuta indossata a metà, per stare più comodo, dando così a Grace una bellissima visuale della maglietta aderente che indossava sotto la tuta e che le faceva venire i brividi ovunque, per quanto era sexy.
Poi, quando aveva finito con il lavoro, aveva alzato lo sguardo dall'agenda e l'aveva chiusa, prima di posare gli occhi su Max, che stava fissando insistentemente la sua monoposto numero trentatré mentre sorseggiava la sua bibita.

«A che pensi?»

«Che mi piacerebbe fissare il culo della mia ragazza, e non quello della mia macchina, ma purtroppo tu sei seduta, perciò mi accontento.»

Grace aveva scosso la testa, divertita. «Idiota.»

«Lo hai già detto.»

«Perché lo sei.» aveva fatto spallucce, prima di sporgersi verso di lui. «Non strafare in pista, okay? Monaco è pericolosa.»

«Non lo farò, promesso.»

Lei gli aveva sorriso. «Le promesse si mantengono, ricordatelo.»

«Sempre.»

Max le aveva dato un bacio, prima di appoggiare la lattina sul bancone e infilarsi la tuta da corsa, seguita subito dopo dalle cuffie e dalla balaclava, che si era sistemato in modo che respirasse bene. Poi era passato al casco, aveva controllato che fosse tutto apposto e si era infilato anche quello, lo stesso di sempre, di colore bianco e con un leone dorato disegnato sulla parte superiore. Grace adorava quel dettaglio, trovava che lo descrivesse alla perfezione, che lo rendesse così lui.

«Buona fortuna, Maxie.»

«Grazie, principessa, ci vediamo dopo.»

«A dopo.»

Lui le aveva sorriso con gli occhi, prima di abbassare la visiera e avvicinarsi alla sua monoposto con i guanti in mano, dove si era fermato ad aspettare che i suoi meccanico gli dessero il via libera per salire in macchina. Grace non gli aveva staccato gli occhi di dosso nemmeno per un secondo, lo aveva guardato entrare in macchina, infilarsi i guanti e sistemare il volante, mentre due meccanici gli allacciavano la cintura di sicurezza. Non avrebbe mai creduto di poter pensare una cosa del genere nella vita, ma anche solo vederlo entrare in macchina era meraviglioso, così come lo era guardarlo correre a trecento chilometri orari sulla pista.

Poi la monoposto numero trentatré era uscita dal box, aveva percorso la pit lane ed era entrata in pista, perciò Grace aveva spostato lo sguardo sullo schermo che aveva di fronte, sperando che andasse tutto bene, sia a Max che a Charles, che a Monaco non gli era mai andata bene. Da quando era approdato nelle categorie maggiori, prima in Formula due nel duemiladiciassette e poi in Formula uno l'anno dopo, Charles non aveva mai finito una singola volta il gran premio di Monaco. Era come se avesse una maledizione che gli impediva anche solo di arrivare al traguardo, perché puntualmente finiva per distruggere la macchina contro un muro o per ritirarsi per qualche motivo, lasciandogli ogni volta l'amaro in bocca per quell'ennesima occasione sprecata, che ogni anno rimandava a quello dopo, con la speranza che andasse meglio.

Il gran premio di Monaco per Charles era sempre stato come una roulette russa, sapeva quando sarebbe iniziata, ma non sapeva quando, se e come sarebbe finita. Grace sperava con tutto il cuore che quell'anno andasse meglio, che riuscisse almeno a finire la gara, e che quell'angoscia che si portava sempre dietro lì a Monaco potesse alleggerirsi almeno un po'.

𝐃𝐀𝐍𝐃𝐄𝐋𝐈𝐎𝐍𝐒 | MV33Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora