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«Alyx» dico stringendo la sua mano.

Ha una presa salda e forte; lo guardo negli occhi. Mi ripeto in continuazione di stare calma, eppure non ci riesco.

È bello cavolo, eccome se è bello.

«Non volevo spaventarti, quella sera» mi dice quasi mortificato. «Oddio, no non mi hai spaventato è solo che...non lo so onestamente» gli sorrido cercando di nascondere i sensi di colpa.

Lui continua a sorridermi e io mi sento venire meno, dopo poco però una ragazza lo richiama e lui va via.

Mentre torno da mio fratello sono nervosa, penso al suo volto, mi ricorda tanto una persona ma il mio cervello non riesce a mettere insieme le due cose.

E resto nell'ignoto.

Penso al suo nome, Max, ma anche questo non mi dice niente.

Mi maledico da sola perché so di essere ad una festa piena di piloti e forse se solo avessi visto la gara adesso saprei almeno se è uno di loro, o un amico o un infiltrato.

«Dove sei stata?» mi chiede Charles facendomi posto su un divanetto.

Ignoro completamente la sua domanda, ho bisogno di sapere altro.

«Conosci per caso qualche Max, che è stato invitato alla festa?» Il volto di mio fratello cambia, per un momento diventa bianco come il colore del vestito che indosso.

«Cosa?!» Mi guarda sconvolto, come se avessi appena bestemmiato.

«Conosci qualche Max?» Chiedo nuovamente, questa volta scandendo le parole.

«E tu? Tu conosci qualche Max?» Per un momento penso sia ubriaco, mi giro allora verso Pierre che silenziosamente sta ascoltando.

«Cosa gli è preso?» Chiedo sbracciando. «Niente. Quello che Charles non riesce a dirti è che si, conosce anzi conosciamo e anche bene Max» Charles lo fulmina con lo sguardo.

«Posso avere il cognome allora?» Tento nuovamente.

Pierre mi guarda accigliato, poi mi risponde. «Verstappen».

Io sbianco all'improvviso.

Sapevo di averlo già visto da qualche parte, ma non avrei mai pensato a lui;  adesso capisco perché Charles non voleva parlarmi di lui.

Max, quel ragazzo tanto gentile questa sera, è lo stesso ragazzo con cui undici anni fa litigai.
Quasi rido a quel pensiero. Eravamo due bambini e come me, sicuramente lui non si ricorda di me o di chi sono.

Flashback

La gara di mio fratello sfortunatamente non si è conclusa nel migliore dei modi. Lui e un altro ragazzo non hanno fatto altro che prendersi a sportellate. Alla fine sono usciti entrambi fuori di pista mettendo fine alla loro gara.

«Charles mi dispiace, vedrai andrà bene la prossima» dico abbracciandolo forte.

Non mi perdo mai le sue gare, adoro vederlo correre. Lui fa per rispondermi ma improvvisamente sento qualcuno chiamarci da dietro.

«Leclerc!» È il ragazzo di prima.
Ha la stessa età di mio fratello, ha i capelli biondi e gli occhi di un azzurro bellissimo. Peccato che abbia sempre il viso imbronciato.

«Oddio» sento dire da mio fratello.
Lui nel frattempo si è avvicinato, adesso riesco a sentire il suo respiro affannato.

«Sei uscito fuori di testa?!» Inizia ad urlare. Mio fratello non risponde.
Lui però non demorde. «Va bene non rispondere ma la prossima volta non avrò problemi a buttarti fuori di pista, nuovamente» gira i tacchi e se ne va.
Io però non sono come mio fratello, non sto zitta quando dovrei quindi chiamo quel ragazzo di cui non so nemmeno il nome.

DESTROY ME // max verstappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora