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Ieri sera non appena Max mi ha scaricata sul divano sono tornata a casa.

Questa volta so di aver sbagliato, mi sono spinta troppo oltre e magari avrei dovuto aspettare semplicemente che lui, venisse da me a parlarmi.

Così quando le prime luci del mattino mi illuminano il viso, mi preparo per andare al circuito e vedere le qualifiche dal box di mio fratello.

Prima però andrò da Max a scusarmi, sperando che mi possa perdonare per la mia troppa invadenza.

Il fatto è che in realtà sono solo preoccupata, la sera in cui mi ha riportata a casa ho notato che il braccio e la mano sinistra sono ricoperti di segni; simili a delle cicatrici a forma di semi luna.

Pensando però al fatto che un giorno avrò una risposta a tutto questo, scendo di casa.

Ultimamente le cose procedono alla grande, in particolare con l'ufficio che aprirà tra soli quattro giorni; non vedo l'ora di poter iniziare nuovamente a lavorare.

Avrò un'ufficio tutto mio ma soprattutto sarò io a dover assegnare compiti e supervisionare come procedono quelli precedenti.

Un'ora dopo sono in pista, dove raggiungo mio fratello.

«Ei Alyx, già qui?»

Mi chiede abbracciandomi e dandomi un bacio sulla guancia.

«Volevo vedere come andavano le cose» dico facendo spallucce.

Charles sorride e continuiamo a camminare finché non arriviamo davanti al box Redbull dove mi fermo.

«Io devo fare una cosa».

Charles mi squadra con lo sguardo, poi dice qualcosa tra se e se. «È per Max vero?» Mi chiede arrendevole, io accenno un si e mi allontano.

So che lui non è dalla mia parte, so che non vanno d'accordo, ma io non sono mio fratello, non lo sono mai stata e mai lo sarò.

Sono Alyx Leclerc e darò una possibilità al cuore tormentato di Max Verstappen.

Lo vedo seduto su un muretto, già con la tuta addosso e il suo cappellino in testa; mi avvicino silenziosamente con la paura che possa allontanarmi da lui.

Si accorge di me solo quando sono già seduta al suo fianco; sospira ma resta in silenzio per cui capisco che tocca a me parlare.

«Mi dispiace per ieri sera» dico guardandomi le punte delle scarpe.

Lui non risponde, mi prende una mano e la intreccia alla sua, guarda verso il cielo e lo vedo sorridere poi, guarda me.

I suoi occhi adesso sono ghiaccio sciolto che si perdono nei miei. «Torniamo a casa insieme questa sera?» Mi chiede sorridendo ancora. Mi alzo all'in piedi e gli tolgo il cappellino dalla testa per mettermelo io. «Non scoperò con te»
Lui ride. «Non ho detto che lo avrei fatto, non scopo con qualcuno da due settimane ormai. Posso aspettare» mi fa l'occhiolino e va via.

Io resto lì, pietrificata da quella confessione. Ha detto che può aspettare, che può aspettarmi, che non va a letto con qualcuno da due settimane...«cazzo».

DESTROY ME // max verstappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora